Festa di Santa Clelia Barbieri

I “cristiani di san Tommaso” dall’India a Bologna

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Nella domenica successiva alla festa di San Tommaso è stata celebrata una Divina Liturgia in rito siro-malabarese nella cripta della Cattedrale.

La Chiesa del Malabar, la più numerosa tra le Chiese orientali cattoliche dopo quella ucraina, prende il nome dalle coste dello stato indiano del Kerala dove, secondo una costante e ininterrotta tradizione, nel 52 dopo Cristo giunse l’apostolo che contemplò il costato trafitto di Cristo e testimoniò la sua fede: «Mio Signore e mio Dio».

Erano soprattutto religiose di vari istituti che per la prima volta hanno avuto la possibilità di partecipare alla celebrazione eucaristica secondo il loro rito di appartenenza, grazie all’iniziativa della Migrantes diocesana.

A celebrare il rito don Giuseppe Binoy, sacerdote incaricato della cura pastorale dei siro-malabaresi in Romagna, insieme ad un sacerdote di passaggio a Bologna.

La tradizione della predicazione e anche del martirio di Tommaso nel sud dell’India è corroborata dalla testimonianza dei Padri della Chiesa e soprattutto dalla presenza fin dal primo secolo di una comunità denominata “i cristiani di san Tommaso”.

Il piccolo nucleo dei cristiani dell’India ricevette le sue fonti liturgiche e patristiche soprattutto dalle altre Chiese legate alla tradizione di Tommaso, soprattutto con la Chiesa siro-occidentale, con la quale mantenne sempre un profondo legame, fino all’incontro-scontro con i missionari portoghesi che portò a tentativi di latinizzazione.

La prima parte della celebrazione, che culmina nella liturgia della parola, è celebrata presso il bema, piattaforma sopraelevata al centro della Chiesa, che richiama il luogo in cui nelle sinagoghe veniva proclamata la Parola di Dio.

È stata utilizzata l’anafora (o preghiera consacratoria) di Addai e Mari, testo antichissimo e venerabile che risale alla tradizione di San Tommaso.

È stata una prima volta per il rito cattolico siro-malabarese, al quale appartengono numerose religiose di diverse congregazioni attive in diocesi di Bologna e anche alcune famiglie, con l’auspicio che si possano creare durante l’anno altri momenti di celebrazione e di incontro.