90° Seminario Regionale

1. La pagina evangelica rivela in grado eminente la logica della condotta divina in rapporto all’uomo. Più precisamente, la logica dell’economia salvifica. Essa potrebbe essere enunciata nel modo seguente: la gloria di Dio non si manifesta sulle ceneri dell’uomo, ma rendendo l’uomo partecipe del suo splendore.

La narrazione evangelica racconta il concepimento del Verbo di Dio nella nostra natura umana. Ma «quando venne la pienezza del tempo» e  «Dio mandò il suo Figlio», lo “fece da una donna”. Decise che una donna concepisse e partorisse il Verbo nella nostra condizione umana, elevando così la femminilità a dignità sublime. Collo stesso atto con cui il Padre predestinò l’Unigenito ad essere il primogenito fra molti fratelli, anche Maria fu predestinata fin dall’eternità quale Madre di Dio: «termine fisso d’eterno consiglio» come dice il poeta.

«Concependo Cristo», come insegna il Concilio Vaticano II, «generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo insieme col suo Figlio che moriva sulla croce, ella ha cooperato in modo unico all’opera del Salvatore [operi Salvatoris singulari prorsus modo cooperata est]» [Cost. dogm. Lumen gentium 61; EV 1/435]. Veramente la pagina evangelica rivela la logica divina nel suo massimo splendore: singulari prorsus modo. «Colui che ha potuto fare dal nulla tutte le cose non ha voluto rifarle, dopo la loro rovina, senza divenire prima figlio di Maria» [Qui potuit omnia de nihilo facere, noluit ea violata, nisi prius fieret Mariae filius, reficere. S. Anselmo d’Aosta, Oratio VII, 217-219].

Cari fratelli, il Seminario – questo Seminario di cui celebriamo oggi il 90.mo di fondazione – è il luogo che trova la sua ragione ultima d’essere in quella logica divina. è il luogo dove si preparano i “cooperatori” all’opus Salvatoris. è il luogo dove si preparano coloro che sono chiamati a partecipare al sacerdozio del Verbo incarnato. Esiste dunque una singolare somiglianza fra la casa dell’Annunciazione e ogni Seminario.

Il sacerdozio ministeriale coopera all’opus Salvatoris in quanto per suo mezzo l’atto salvifico del Signore diventa sacramentalmente e storicamente presente ad ogni generazione. Ciò è vero in grado sommo nella celebrazione eucaristica, ove in modo singolare si rende attuale l’unico e perfetto sacrificio di Cristo.

2. La pagina evangelica ci istruisce anche e non da meno circa l’attitudine spirituale di fondo con cui il candidato alla cooperazione all’opus Salvatoris, deve accogliere la chiamata. Questo racconto evangelico è la magna charta libertatis; in Maria noi ministri della redenzione impariamo che cosa significa essere veramente liberi e liberamente veri.

La Madre di Dio entra definitivamente nel Mistero con queste parole: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». Ella semplicemente lascia che Dio compia in se stessa e di se stessa secondo ciò che l’angelo le ha detto. Maria non ha un progetto riguardo se stessa; non è un «io» che si ponga semplicemente in obbedienza alla parola udita: il suo io è questa parola. Nella coscienza che ha di se stessa non entra qualcosa d’altro che quella parola: da quel momento Maria è semplicemente la sua missione.

Penso che una pagina di Ireneo possa aiutarci ad avere una qualche intelligenza delle parole di Maria: «… non sei tu che fai Dio, ma è Dio che fa te, se dunque sei l’opera di Dio, aspetta la mano del tuo artefice, che fa tutte le cose al tempo opportuno … Presentagli il tuo cuore morbido e malleabile … Se invece, indurendoti, rifiuti la sua arte e ti mostri ingrato verso di lui … perdi insieme la sua arte e la vita: perché fare è proprio della bontà di Dio, esser fatto è proprio della natura dell’uomo. Dunque se gli affiderai ciò che è tuo, cioè la fede in lui e la sottomissione, riavrai la sua arte e sarai l’opera perfetta di Dio» [Adv. Haereses IV,39,2].

Cari fratelli, come la casa dell’Annunciazione il Seminario è la schola libertatis: dove si impara ad essere liberi come Maria. Solo chi ha raggiunto questa libertà, questa coincidenza del proprio io con la missione ricevuta, coopera in grado eminente all’opera della redenzione poiché non c’è più ostacolo all’identificazione con Cristo.

Celebriamo l’Eucarestia coll’animo colmo di gratitudine per tutti i benefici che Dio in questi novanta anni ha effuso in questo luogo. E preghiamo perché lo Spirito trovi sempre chi gli consenta di agire secondo la sua misura; chi si lascia espropriare fino al punto da far coincidere il proprio io con la missione di essere il ministro della Nuova Alleanza: operi Salvatoris singulari prorsus modo cooperari.

L’angelo «incontrò la Vergine e ottenne da lei quello che il cielo cercava da sempre in una creatura sua. Una creatura che si lasciasse creare e possedere da Lui» [A. Orbe, L’Annunciazione. Meditazioni su Lc 1,26-38, CN ed., Roma 1994, pag. 246]. Che l’angelo incontri sempre in questo luogo persone che semplicemente si lascino plasmare dalle due mani del Padre: il Figlio e lo Spirito!

09/12/2009
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