L’Arcivescovo di Bologna S. Em. il Cardinale Carlo Caffarra ha inaugurato ieri sera presso la Galleria Lercaro la mostra “Architetture della Fede. Chiese d’Italia dalle origini al Rinascimento”. Al termine, a proposito della costruzione di chiese provvisorie nelle zone colpite dal terremoto dello scorso maggio, il Cardinale ha pronunciato questo appello.
Mi sia consentito di esprimere una mia grave preoccupazione, e fare udire come un vero grido di dolore.
Come sapete, il recente sisma ha colpito numerose chiese: alcune sono veri capolavori; altre, umili chiese ma amate e curate. Abbiamo pertanto numerose comunità che non possono usare i loro edifici di culto, vuoi perché distrutti vuoi perché non sicuri.
I luoghi allestiti sotto l’urgenza, a causa dell’approssimarsi dell’inclemenza della stagione, a breve non saranno più o saranno difficilmente agibili. Risultato: comunità private dei loro luoghi sacri o a rischio di esserlo a breve termine. La prossimità delle feste natalizie rende ancora più dolorosa la situazione.
Che cosa sta accadendo? Non ci vengono concessi i nulla-osta per la preparazione di dignitosi pre-fabbricati, ovviamente a nostre spese. Di conseguenza non siamo nel rischio che numerose comunità di fedeli a breve termine si potrebbero trovare senza i luoghi di culto, ma nella certezza del verificarsi di una tale ingiusta situazione. Privati dell’esercizio di un diritto fondamentale: poter disporre di propri edifici di culto.
Aspettare che siano agibili le chiese distrutte o lesionate, significa aspettare mesi o perfino anni: ed intanto? Dove celebrare funerali eventuali, matrimoni, battesimi; e soprattutto l’Eucarestia festiva?
Ho ancora troppa stima delle nostre autorità competenti per pensare che non si rendano conto della gravità , dell’urgenza e della responsabilità che si assumono anche davanti a Colui che, giudice di tutti, vede che i suoi fedeli non possono celebrarLo in luoghi dignitosi.
Non ho alcun potere, se non quello di farmi voce dolente di tante comunità che potrebbero sentire aggiungersi amarezza ad amarezza.