«Festa della famiglia»
promossa dall’Ufficio diocesano di Pastorale familiare
con la collaborazione dell’Agio
presso l’Istituto Salesiano

1. «Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo». Cari fratelli e sorelle, grande è il mistero che queste parole evangeliche rivelano! Esse ci dicono quale è il dono del Risorto, quale è il frutto della passione-morte-risurrezione del Signore.

Nell’ultima festa delle Capanne celebrata da Gesù, Egli aveva esclamato «ad alta voce: chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato» [Gv 7,37-39]. Ora Gesù è stato glorificato, e dal suo corpo glorioso viene effuso lo Spirito Santo.

Questo evento accaduto il giorno di Pasqua richiama anche un altro evento, narrato nel modo seguente dalla Scrittura: «allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» [Gen 2,7]. è il divino soffio vitale che fa vivere l’uomo.

Tuttavia, dopo il peccato dell’uomo, «il Signore disse: il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne» [Gen 6,3]. L’uomo col suo peccato si era staccato dalle sorgente della vita.

Cari fratelli e sorelle, se guardiamo con occhio semplice questa costellazione di eventi e parole divine, giungiamo ad una qualche comprensione del mistero che oggi celebriamo.

è mediante il dono dello Spirito fatto dal Signore risorto che la persona umana viene ri-creata; diventa una “nuova creatura”; diventa partecipe della stessa vita divina. S. Paolo ci istruisce su quanto profonda, radicale sia questa ri-generazione dell’uomo in Cristo mediante lo Spirito Santo. Egli scrive ai Corinzi: «Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene da cielo … E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste» [1Cor 15,45-48]. Lo Spirito donatoci dal Risorto ci assimila a Lui.

Non per caso dunque al dono dello Spirito è legato il potere dato gli Apostoli e ai loro successori di rimettere i peccati. L’atto redentivo di Cristo mediante la Chiesa, nella potenza dello Spirito Santo, non mira ed eliminare principalmente i mali causati nell’uomo dal peccato: l’ignoranza, l’iniqua distribuzione delle ricchezze, la barbarie giuridica ed altri ancora. Esso mira a scardinare il potere stesso del male, liberando la libertà umana dal peccato.

è questo il vero passaggio – la Pasqua! – dall’uomo terrestre all’uomo celeste, dall’uomo corrotto all’uomo cristificato.

2. Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica non racconta solo ciò che è accaduto in passato. Essa narra quanto sta accadendo ora, qui, in mezzo a noi.

Gesù Risorto viene, e si ferma in mezzo a noi suoi discepoli, ed alita su di noi il dono dello Spirito Santo. Ed allora mi viene spontaneo pensare: “è su questi sposi qui presenti che Gesù effonde il suo Spirito; è su questi genitori che celebrano nella gioia la Festa della famiglia”. E mi viene spontaneo chiedermi. “che cosa significa il dono dello Spirito Santo per voi sposi e genitori?”. Qualcosa di grande e familiare: cercherò di balbettarvene qualcosa, brevemente.

Come ci ha detto l’Apostolo, lo Spirito trasforma il “corpo animale” in “corpo spirituale”. Non si parla qui del vostro corpo separatamente dalla vostra persona, ma della persona nella sua integrità, corpo compreso. Lo Spirito Santo vi è donato perché l’intera vostra persona sia trasformata, e la vostra unità coniugale sia costituita non solo da motivi naturali – sia sigillata solo nel «corpo animale» – ma anche dalla carità stessa di Cristo. E la vostra paternità-maternità sia generazione della persona del figlio “ad immagine e somiglianza di Dio”.

Cari sposi, cari genitori: la Festa della famiglia pone a voi in primo luogo, ma anche alla nostra Chiesa tutta una missione enorme, certamente non diversa da quella di ogni giorno, ma di cui oggi, Festa della famiglia, divenite consapevoli in modo particolare. Quale missione? Custodire la verità del matrimonio e della famiglia, poiché questa verità costituisce un tesoro preziosissimo della Chiesa e della società. Come possiamo custodirla?

La Chiesa lo ha fatto e lo fa, certamente, col suo Magistero: lo ha fatto Paolo VI di v.m. con l’Enc. Humanae vitae; lo ha fatto il Concilio Vaticano II; lo ha fatto Giovanni Paolo II; lo fa continuamente Benedetto XVI.

Ma la più forte custodia la fate voi: vivendo la verità del matrimonio e della famiglia.

Prego dunque il Signore Risorto perché effonda abbondantemente il suo Spirito in ciascuno di voi; perché vi renda forti della stessa potenza del Signore, che ha vinto il mondo.

19/04/2009
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