giornata per la vita

Bologna, Cattedrale

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna” (1 Cor 13,1). E’ proprio la carità, cioè l’amore – un amore grande e appassionato per Dio e per l’immagine viva di Dio che è l’uomo – a radunarci oggi in questo santuario, sotto lo sguardo della Vergine Santissima, che, avendo generato colui che è la luce e la vita dell’universo, è diventata anche la madre della nostra luce e della nostra vita. Madre della luce e della vita, la Madonna è anche la fonte della nostra speranza, in un mondo che deve sempre più difendersi dal potere delle tenebre e dalla cultura di morte.

È un amore grande e appassionato per Dio e per l’immagine viva di Dio, che è l’uomo, a proporre per la ventesima volta al popolo italiano questa giornata di riflessione e di preghiera.

Un amore autentico – se è vero e sostanziale – non può non indurre a rendere testimonianza alla verità, perché senza verità non c’è bene, non c’è salvezza, non c’è misericordia per l’uomo.

Anzi, senza amore per la verità non c’è vero amore.

San Paolo ci ha detto: ” Se distribuissi tutte le mie sostanze … ma non avessi la carità, niente mi giova” (1 Cor 13,3). I nostri fratelli hanno sì bisogno della nostra generosità per i loro disagi e della nostra fattiva attenzione alle loro pene; ma hanno ancora più bisogno di essere aiutati a sceverare il bene dal male e di conoscere senza ambiguità che cosa è giusto e che cosa è sbagliato in faccia a Dio.

Ci ha detto ancora San Paolo: ” Se dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova” (ib). Anzi, un gesto tragico come questo, compiuto non al servizio ma contro la verità, potrebbe diventare di fatto una riprovevole prepotenza psicologica, che attenta oggettivamente alla libertà dei figli di Dio: la sacrosanta libertà di essere noi stessi, la libertà di proclamare le nostre convinzioni, l’incontestabile libertà di essere fedeli davanti a tutti all’insegnamento di Gesù e ai dettami della retta ragione.
Mai come oggi l’uomo ha bisogno della verità per non diventare preda della insensatezza e della disperazione; ha bisogno della verità perché la vita trionfi.

La vita dell’uomo è sempre stata insidiata. Mai come oggi però l’eclissi del senso di Dio, creatore, legislatore e vindice di ogni giustizia, ha esposto l’uomo alle pazzie dell’uomo, lasciandolo senza difesa.
In questo secolo abbiamo conosciuto ideologie diverse e persino in contrasto, che, essendo nate tutte dal misconoscimento della creatura umana come opera sacra e intangibile di Dio, tutte sono approdate a conclusioni mortifere.
A queste aberrazioni poi la scienza moderna – quando si ritiene incondizionabile e indipendente dalla morale – può offrire mezzi molto sofisticati per le manipolazioni più umilianti e dà le occasioni per gli attentati più impietosi.

Ai mali endemici delle guerre e alla criminalità dilagante, si sono aggiunti nella nostra epoca le stragi del sabato sera, cui nessuno si decide a porre rimedio, la diffusione omicida della droga, le tentazioni di eutanasia, il libertarismo sessuale che è causa innegabile e scioccamente misconosciuta dell’espandersi di morbi senza rimedio.
Davvero il valore della vita versa oggi in grave pericolo; un pericolo che sollecita una più vigile e decisa reazione da parte della comunità dei credenti.
Ma la massima vergogna del 900 – che pure ha conosciuto le più orrende infamie della storia, come i molti e diversi genocidi che sono stati perpetrati – resta senza dubbio la legalizzazione e il finanziamento pubblico dell’aborto.

Di fronte a questo delitto la Chiesa non ha mai taciuto. La sua luce non si è mai spenta: dalla Didakè (uno dei primi scritti cristiani), che dice: “Non ucciderai il bambino con l’aborto e non lo sopprimerai dopo la sua nascita… Questa è la strada della morte” (2,2); fino ai ripetuti pronunciamenti di Giovanni Paolo II, che impavidamente su questo punto adempie al mandato di Cristo di confermare i fratelli, la Sposa del Signore ha sempre elevato sulla follia umana la sua voce solitaria e chiarificatrice.
Su dati così inquietanti e su un tema così essenziale per la sorte dei figli di Adamo, la Giornata della vita tutti invita a riflettere.

Tutti – credenti e non credenti, privati cittadini e pubbliche autorità, cultori di ogni scienza e titolari di ogni naturale buon senso – sono esortati ad adoperarsi perché il rispetto dei valori più alti prevalga sulla tirannia dei vari egoismi e perché la saggezza eterna, l’amore vero per l’uomo, la sollecitudine per la sua dignità non soccombano mai, nemmeno sotto le prevaricazioni della sperimentazione e della ricerca.

Noi ci rivolgiamo a tutti, perché restiamo invincibilmente fiduciosi nell’uomo e nella sua inalienabile razionalità.

Ai cristiani, poi, chiediamo di essere in questa nobile e necessaria battaglia non latitanti e disanimati, ma risoluti, più svegli, più coraggiosi.

Senza dubbio ai nostri giorni rendere testimonianza alla vita e alla verità diventa sempre più arduo. Le incomprensioni, che potremo incontrare, sono pungenti e innumerevoli. Le opposizioni, anche inconsapevoli, al Dio della vita e all’amore vero per l’uomo si fanno sempre più loquaci, più spudorate e mondanamente agguerrite.

Ma non dobbiamo temere. Anche a noi – a ciascuno di noi, a ciascuno delle nostre comunità, a ciascuno delle nostre aggregazioni ecclesiali – è detto come al profeta Geremia: “Tu cingiti i fianchi, alzati e di’ loro tutto ciò che io ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista … Ed ecco io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo… Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti” (cf Ger 1,17-19)

31/01/1998
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