Giornata per la Vita consacrata

E’ una gioia ritrovarsi in questo giorno cosi particolare e a celebrare la conclusione dell’anno della vita consacrata. Il Signore viene presentato al tempio e anche noi ci presentiamo a lui per ringraziarlo per il dono della nostra vita e della nostra consacrazione, di questa luce che rischia dall’ombra della morte e ci rende luminosi del suo amore. Qualche settimana fa, visitando uno dei monasteri di clausura, che ringrazio anche della loro presenza nella nostra Chiesa insieme a tutte le varie forme della vita consacrata, ho ascoltato un’immagine che mi e sembrata cosi chiara per descrivere il loro ruolo e quello di tutte le nostre famiglie religiose. “Siamo – mi hanno detto – come gli alberi, che danno ossigeno per tutti e per tutto”. E’ vero: la preghiera, l’amore, la tanta misericordia che esce dai nostri “claustri”, tutti aperti agli uomini e alle loro tante domande, donano aria buona. Si, a volte nessuno sembra accorgersi di questo ossigeno, eppure solo l’albero disinquina, purifica l’ambiente. Grazie, grazie di cuore. Ne abbiamo bisogno per non restare senza respiro. Ne ha bisogno il mondo per “sentire” l’amore.
Da oggi la ricerca appassionata che e all’origine di questo anno della vita consacrata, quella di svegliarsi per svegliare il mondo in quel grande programma che e l’Evangelii Gaudium, e affidata oggi a ognuno di noi. Dobbiamo riscoprire nella vita ordinaria la grazia di esser interamente suoi. Conosciamo la tentazione personale e comunitaria di ridurre la fede a fattore privatistico: avviene sottilmente, un po’ per conformismo ad un mondo cosi individualizzato, un po’ per la paura, cosi convincente, che avvolge la nostra vita come una nebbia e ci fa ripiegare, abituarci al piccolo, chiuderci e ammalarci vivendo senza ambizioni. Noi possiamo essere grandi! Siamo chiamati, certo nella nostra umilta, anzi proprio perche umili, a compiere le cose grandi di quel Dio che innalza gli umili e abbassa i superbi. Non per noi stessi, ma solo per il suo tesoro, per quella perla che abbiamo trovato nel nostro campo! La chiesa e la chiesa di Bologna ha tanto bisogno della forza che le vostre famiglie portano con se, che danno vita, originalita, carita, profezia alla chiesa. E’ la forza che rende possibile quello che altrimenti appare e resta impossibile. Certo, conosciamo i nostri limiti. La nostra perfezione, pero, e quella dell’amore che ci permette di riconoscere i segni dei tempi e le messi abbondanti che gia biondeggiano. Ed e questa la gioia che contagia e attrae, che rende tutto bello.
Uscire, continuare a metterci in viaggio significa anzitutto accogliere. Le nostre case parlano a tutti e attraggono quando chi entra si sente amato, trova simpatia ed una spiegazione semplice e umana del Vangelo, intelligente e libera. Questo ci aiuta a liberarci dalla tentazione degli anni, della sazieta, di una vecchiaia che non sa sognare, dell’arteriosclerosi spirituale, dalla tentazione della tiepidezza, davvero il piu grande pericolo del cristiano che porta a nascondere il talento ed a sciupare il Vangelo. In un mondo dove niente e puro, che riduce l’amore a sesso e dissipa un amore vero, che corre dietro alle emozioni, voi rappresentate la scelta di un amore totale, pieno e per sempre, e gioioso! In un mondo di persone sole (credo che nella nostra citta piu di un terzo delle famiglie e composta da una sola persona!) siete una comunione di uomini e donne che, con tutte le loro debolezze, e le conosciamo, ricorda che l’uomo non e fatto per essere solo, fa credere nell’amicizia, e ricorda che la chiesa e famiglia di fratelli e sorelle e non un’istituzione lontana e fredda. Ogni volta che sono venuto da voi ho trovato tanto buon umore e tanta fraternita! Dice Papa Francesco: “Oggi la cultura dominante e individualista, centrata sui diritti soggettivi. E una cultura che corrode la societa a partire dalla sua cellula primaria che e la famiglia. La vita consacrata puo aiutare la Chiesa e la societa intera dando testimonianza di fraternita, che e possibile vivere insieme come fratelli nella diversita”. E aggiungerei anche con appartenenze diverse. Le nostre famiglie religiose, infatti, sono composte da uomini e donne con provenienze diverse, prova non di una necessita quanto dell’universalita della chiesa. Mostrate che la fraternita non e un’utopia, ma e il sogno stesso di Gesu per l’umanita intera. Deve crescere, anche, la comunione tra i membri dei diversi Istituti, per non ammalarsi di autoreferenzialita e per trovare soluzioni nuove. Il frutto di questo anno e guardare con gli occhi della misericordia la citta. Si, anche per voi e proprio la misericordia l’eredita di questo anno della vita consacrata. Si tratta di guardare il mondo con gli occhi del cuore, con un cuore tenero e intelligente. E il carisma di ognuno di voi spendetelo entrando nel cuore delle persone che incontrate!
“I nostri occhi hanno visto la tua salvezza”. E’ questa la tenera luce della Presentazione al Tempio. E’ la gioia contagiosa, perche la gioia vera e sempre contagiosa, di Anna che si mette a parlare a tutti di questa speranza, anche in tarda eta, quando tutto sembrava finito, seminando speranza. Diventa sorriso che apre il cuore! “Il sorriso delle monache sfama piu del pane quelli che vengono!”. Commentava Papa Francesco che in questo Vangelo i creativi non sono i giovani, ma gli anziani. I giovani, come Maria e Giuseppe, seguono la legge del Signore sulla via dell’obbedienza; gli anziani, come Simeone e Anna, vedono nel bambino il compimento della Legge e delle promesse di Dio. E sono capaci di fare festa: sono creativi nella gioia, nella saggezza. “La profezia e dire alla gente che c’e una strada di felicita, di grandezza, una strada che ti riempie di gioia, che e proprio la strada di Gesu. E un dono, e un carisma la profezia e lo si deve chiedere allo Spirito Santo: che io sappia dire quella parola, in quel momento giusto; che io faccia quella cosa in quel momento giusto; che la mia vita, tutta, sia una profezia libera dalla tentazione di pensare “Mah, facciamo come fanno tutti…”. E la vera profezia non e alla moda! La vostra vita e una profezia per il nostro mondo. Se siamo noi stessi, con semplicita e gioia, se usciamo praticando l’accoglienza, tanti contempleranno la luce che ci dona Gesu, quella che vede Simeone, che accende di amore Anna. Teniamo in alto, questa luce, anche quando la tristezza lo sconsiglierebbe oppure ci sembra inutile, perche ci sembra che nessuno se ne accorga. E se posso chiedere, seminate largamente, fate crescere intorno a voi piccoli gruppi, famiglie di cristiani che praticano con voi la lectio divina, perche la vita consacrata nasce dall’ascolto della Parola di Dio ed accoglie il Vangelo come sua norma di vita. Coinvolgete nelle tante vostre attivita per i poveri, come gia fate, perche aiutare a scoprire il prossimo, a fare qualcosa per gli altri, libera dall’onnipresente egocentrismo, sempre insoddisfatto. Vivete la lectio pauperum, che solo con la misericordia si puo compiere, cioe la lettura attenta, affettiva, materna della miseria dell’altro e dei poveri. Tanti troveranno in voi discepoli e discepole liberi e credenti, pieni di fiducia, umani e senza paura. La nostra fede sara per tanti luce cosi necessaria nell’oscurita della vita.

02/02/2016
condividi su