Incontro con i cresimandi – on line

Attendevo con desiderio questo nostro incontro, uno dei più coinvolgenti dell’anno. Non lo possiamo vivere in presenza. Ci manca? A me sì! Non è sostituibile la presenza, con niente. Dio si è fatto presenza proprio per questo, perché siamo dotati dei cinque sensi e ci servono tutti per capire, vivere, comunicare. Poi si dice che c’è il sesto senso, quello che scambiamo per intuito o per fortuna. Io ho sempre pensato che il sesto senso vero, quello che li raccoglie tutti e cinque e che li accende tutti (per cui se uno viene a mancare supplisce in altro modo), è lo Spirito, che poi è l’amore di Dio che ci raggiunge, che entra in noi, che diventa dolce ospite dell’anima, forza, intelligenza, sapienza. Insomma i sette e infiniti doni dello Spirito che vi preparate a ricevere con il sacramento della Confermazione.

Quello che ci unisce oggi, e quanto è importante, è il legame più vero che unisce gli uomini tra loro, la materia che non si pesa, non si misura eppure dà senso a tutto: è un legame di amore, che ci fa sentire vicini anche se siamo lontani. Noi la chiamiamo comunione. È qualcosa di più dell’amore, perché ne è il frutto pieno. Comunione è essere talmente uniti all’altro o agli altri da diventare una cosa sola! Quando avviene proviamo tanta gioia! Sapete, saremo una cosa sola in cielo e i nostri cari in cielo sono una comunione piena di amore tra loro e con Dio, che è comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Quando due si vogliono bene si dice che sono “un cuore e una capanna” oppure quando due si pensano insieme dicono dell’altro: “È la mia metà!”. Come la mia metà? Sì, perché quando si vuole bene, l’altro fa parte di me, lo porto con me, sono io. Dante lo esprimeva augurando: “S’io mi intuassi come tu ti immii” (Cfr Paradiso IX,81), cioè io potessi essere tutto in te come tu ti immii, sei dentro di me, entri nel mio io. Ecco perché il legame che ci unisce tra noi è un legame di amore sia nelle nostre case sia nelle nostre comunità sia con Dio.

Certo, ci possono essere tanti legami. Per esempio ci sono quelli digitali. Ne viviamo tanti e tanti vivono per questi. Io mi lego a qualcuno e gli do l’amicizia. Non lo conosco, ma se c’è qualcosa che mi è piaciuto di lui oppure desidero fargli un piacere così ha uno in più, mi lego a lui. Ma, appunto, non è un legame è un numero, un nickname non una persona! E poi mi cancello con la stessa facilità con cui gli ho dato l’amicizia! Vuol dire che non è un legame vero!

Un altro legame che può unirci è quello di interesse. Ad esempio: divento amico di uno perché mi conviene, che so, perché mi può fare qualcosa che mi serve, mi può dare, penso, qualcosa che desidero, che mi conviene. È un legame che finisce quando finisce l’interesse, quando perdo la convenienza, se capisco che non mi dona un bel niente oppure dopo che ho ottenuto quello che volevo. Succede spesso che cerchiamo una persona solo quando ci serve qualcosa da lei. È un legame vero questo? Ci piace che qualcuno ci cerchi solo per interesse? Poi quando non serve più lo scartiamo, come se non valesse più nulla! Purtroppo le persone spesso fanno così e producono quelli che Papa Francesco chiama gli “scarti”, cioè come un prodotto scaduto o un contenitore vuoto che butto via o metto da qualche parte! Capita spesso che, se qualcuno chiede impegno, anche sacrificio (e ricordiamo sempre che l’amore vero chiede sempre anche quello, spesso tanto!) penso che non mi conviene e quindi spezzo il legame. Sapete, nella passione di Gesù anche i discepoli fecero così al loro amico: lo tradirono, lo lasciarono solo! Che brutto per chi rimane solo, Gesù, come le persone che stanno male e nessuno si interessa a loro! Si buttano giù, stanno peggio! Accade ad esempio alle persone (ricordiamoci sempre che sono persone, che hanno la loro storia) che vivono per strada e finisce che nessuno le guarda, diventano come invisibili. Come può sentirsi uno che sta male e nessuno si ferma e gli chiede “cosa hai?”, “posso aiutarti, che ti serve?”. Mamma mia! Sapete uno come si sente! Chi non ha legami è più solo e debole. L’amore protegge e fa sentire forti nella debolezza, forti perché amati. Accade spesso alle persone anziane, tanto che si dice: “Senz’amore i vecchi muoiono!”. A ben vedere senz’amore tutti stiamo peggio, moriamo! Accade anche a chi resta indietro a scuola, perché ha più difficoltà. Non va bene, perché senza legami penserà che non conta più niente, che la sua vita non è preziosa per nessuno, che non è capace!

Alcune volte i grandi pensano che il legame finisce, come fosse una cartuccia, e lo buttano via, lo spezzano. Guardate: bisogna avere pazienza, perché se è un legame di amore a volte non lo troviamo, ma c’è sempre. Dobbiamo ritrovarlo, perché l’amore si trasforma, non si perde mai!

Ecco, Dio vuole che nessuno sia slegato, cioè solo, legato solo al proprio io. Il suo legame con noi è più forte anche del nostro peccato. Cioè quando noi lo tradiamo, facciamo come se non ci fosse, pensiamo che non ci voglia bene per davvero, ci dimentichiamo di Lui, non vogliamo avere rapporto con Lui. Dio è un padre padre… Lui non spezza mai il legame con suo figlio ed è come lo descrive Gesù, un padre che appena vede il figlio che gli aveva chiesto la parte dell’eredità e se ne era andato lontano proprio per spezzare il legame con lui e aveva vissuto da dissoluto, cioè senza legami, appena lo vede, da lontano, gli corre incontro. Per lui il legame con il figlio non era mai finito! Gli butta le braccia al collo perché il suo legame è di amore e vuole riallacciarlo subito. Certo, diciamola tutta, noi spesso siamo come quelli che vanno da Gesù solo quando ci serve qualcosa! Certe volte preghiamo solo perché abbiamo bisogno e ci arrabbiamo pure che Lui non faccia, e subito, come diciamo noi! Il legame di amore Dio non lo interrompe mai. Aspetta solo che noi rispondiamo, questo sì! Perché solo noi possiamo interrompere il legame di amore con Lui e appena può, appena lo prendiamo sul serio, lo facciamo entrare (gli diamo noi la nostra amicizia!) subito si mette in collegamento con noi, ci riempie del suo amore. Guardate: amore! Perché Dio ha un legame con noi solo perché ci ama, non certo perché gli conviene o per imporre quello che pensa Lui. Anzi: stare con Gesù, essere legati a Lui ci libera da legami che poi ci fanno male, come le tante dipendenze che sono pericolose, perché sembrano innocenti e poi ci dominano, diventano un legame che è in realtà una schiavitù.

Qualcuno si è chiesto. Ma dove sta Gesù, visto che abbiamo tanti problemi e tanti soffrono con questa pandemia? Tanti e da tanto! Molti di noi hanno avuto persone care che non ci sono più. Tanti non hanno potuto accompagnare nell’ultimo tratto della vita le persone che amavano, che quindi si sono sentite sole, e loro erano soli perché non potevano stargli vicino. Non è successo così anche per l’ultimo saluto? Quanta amarezza e quanta tristezza. Qualcuno addirittura ha pensato: a Dio non gli interesse nulla. Altri hanno pensato invece che la colpa era nostra, che avevamo combinato qualcosa di talmente grave che Dio ci ha dato un manrovescio perché ce lo siamo meritato. Qualcuno si arrabbia per questo, altri lo accettano a malincuore come con un padre troppo severo. Ma Gesù non è disinteressato, anzi sta sulla nostra stessa barca scossa dalla tempesta, e non ci dà manrovesci ma ci tende la mano e ci dice: “Stringila, perché hai paura!”, “Stringila perché così senti quanto ti voglio bene!”, “Stringila, perché così capisco che hai bisogno di me e tu capisci che io ti amo e ho bisogno di te”, “Stringila perché il mio amore è migliore di tutti gli altri, perché più vero, personale e comunitario”. Dio è Padre sempre. Papa Giovanni Paolo I diceva che è anche come una madre, insomma siamo suoi e lui è nostro, non si e non ci dimentica. È un padre e non ci condanna, dà e fa tutto quello che può per i suoi figli. A Pasqua darà la vita perché non finisca mai, cioè perché il suo legame con noi e il nostro con Lui sia più forte del male che vuole spezzarlo. Chi è legato a Dio prega, legge la sua parola che è di amore, e vive anche il legame con i suoi fratelli, con tutti perché tutti possono diventare amici miei, ad iniziare dai poveri che sono i fratelli più piccoli di Gesù e quindi anche nostri.

Ecco la nostra forza! Quando uno è legato così a Dio è forte, fortissimo! Chi ci potrà separare da Lui? Nessuno, dice l’apostolo, nemmeno la distanza, nemmeno la morte, perché l’amore è più forte e nessuno può spezzare il suo legame di amore, può rapirci dalla sua mano! Gesù ha un legame speciale con me e con noi. Se sono legato a Lui mi mette in connessione con tutti. Chi è legato a Gesù si lega al prossimo, cioè a tutti. A volte facciamo fatica a riconoscere negli altri il nostro prossimo, cioè una persona cara. Ma se guardiamo bene, se insistiamo con l’amore, ecco che poco a poco lo sapremo riconoscere e lui lo diventerà! Davvero possiamo diventare amici di tutti? Qualcuno pensa di no, che si può essere amici solo della propria famiglia; altri pensano solo di quelli che sono uguali a noi, che la pensano come me, che mi danno ragione o mi convengono. Dio pensa che possiamo diventare amici di tutti e tutti possono essere fratelli nostri. E per Dio tutti sono suoi figli, anche se non lo conoscono o pensano male di Lui. Fratelli tutti, ha scritto Papa Francesco! Insomma possiamo avere un legame di amore con tutti, ad iniziare dalla nostra famiglia, con i nostri fratelli nella fede, quelli della nostra comunità e poi con il prossimo! Io vorrei tanto che le nostre comunità fossero sempre di più comunità di vero amore, di amicizia tra di noi e che sentissimo il legame che ci unisce tra di noi e con Dio. Il sacramento della confermazione è proprio questo: Dio vuole bene a me, mi rende suo amico e io voglio esserlo volendo bene e aiutando a guarire il mondo che è tanto malato, per tanti virus e pandemie.

Ecco l’ultima cosa che voglio dire: Gesù, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo, soffia dentro di noi il suo amore. E così ci rende forti per amare gli altri. Questa pandemia ci ha allontanato: non possiamo vederci, stare insieme. Ci rende tristi anche, a volte arrabbiati e un po’ rabbiosi (tipo “state alla larga che mordo!”, “non ce la faccio più”). Dio ci dà tanto amore e ci insegna ad amarci tra noi proprio per farci capire che siamo tutti sulla stressa barca, che c’è un legame che ci unisce e che se ci vogliamo bene, anzi ancora di più!

Questa tempesta della pandemia che finirà, perché ci crediamo che finirà, ci renderà più forti, più consapevoli, più responsabili, più uniti, meno sciocchi. Dobbiamo imparare! La pandemia non è una parentesi da cancellare o dimenticare appena possibile. Dobbiamo capirla, non rimuoverla! Che gioia! Abbiamo già capito alcune cose in questi mesi così difficili e altre le capiremo in futuro. Abbiamo capito che la vita vera è piena di pericoli ed è fragile e non vogliamo più perdere tempo nelle cose inutili. Abbiamo capito che ci sono delle cose che sono davvero essenziali, che non possiamo mai perdere. Appena finirà il virus – e mi raccomando stiamo attenti! – ci andremo a trovare! Ma abbiamo capito che non dobbiamo lasciare solo nessuno, perché siamo fragili, abbiamo bisogno gli uni degli altri, qualcuno ancora di più ma tutti non possiamo farcela da soli. Abbiamo capito che è necessario aiutare chi è in difficoltà e che tutti possiamo farlo, come ad esempio visitare i nostri amici, i nostri nonni, scrivergli tanto, chiamarli spessissimo perché loro senza di noi stanno male e anche noi senza di loro stiamo male! Abbiamo imparato ad essere responsabili gli uni degli altri, che non bisogna aspettare che siano gli altri a chiedere aiuto, abbiamo capito che dobbiamo essere migliori. Abbiamo capito che dobbiamo essere noi più bravi, perché le cose non vanno bene. Dio lo sa che non va bene essere soli. Per questo ci aiuta chiedendoci anche di continuare a fare alcune cose che abbiamo imparato. Ad esempio a pregare assieme e da soli, in famiglia o nei tanti gruppi di preghiera che ci uniscono alla comunità. E preghiamo non solo per quello che indirettamente ci riguarda ma anche sempre per quello di cui c’è bisogno, magari lontano da noi, ad esempio per chi soffre nella guerra, per chi non è ricordato da nessuno, per chi è slegato non perché lo ha scelto ma solo perché nessuno lo prende sul serio. Possiamo noi vincere con l’amore l’isolamento di chi isolato lo era anche prima del Covid, perché c’è un altro virus che ci separa: l’indifferenza e la divisione. C‘è tanta gente che ha bisogno perché ha perso il lavoro, perché è sola, perché ha paura, perché non sa avere relazioni normali con gli altri. Vorrei che ci aiutassimo tanto e tutti, in tanti modi, vincendo la distanza che ci separa da chi ha bisogno. Facciamo come Gesù che non spezza il suo legame con nessuno. Perché io lo so che nessuno ci può mai separare da Dio e se le persone che mi stanno vicino sono davvero rimaste legate a me ci crederò più facilmente.

La Pasqua è Gesù risorto. Dio dà futuro. Ci prende per mano. Niente è perduto, nessuno è lasciato indietro. E noi dobbiamo aiutarlo. L’amore vince sempre. Il suo amore ha vinto il male e Gesù ce lo dona, ce lo regala, lo manda anche a me perché se lo prendo con me anche io posso vincere il tanto male che c’è in questo mondo e fa soffrire tanti. Ecco la cresima: capisco, sento l’amore di Gesù per la mia e nostra vita. Diventare cristiani, grandi, inizia davvero qualcosa di sempre nuovo. L’augurio è questo: sentite che il Signore vi vuole bene, vi dona la vera forza. E non ho più paura del futuro, perché il Signore è con me.

E cercherò di amare tanto gli altri, come posso e più che posso, diventando generoso perché ho sempre qualcosa da donare di mio che serve agli altri, perché siamo preziosi, pieni di amore! E nella pandemia abbiamo visto quanto è decisivo amarci gli uni gli altri.

Grazie Gesù perché ci confermi del tuo amore, e amati da te siamo davvero forti per liberare il mondo da tutte le malattie che fanno male alle persone.

+ Matteo Maria Zuppi

14/03/2021
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