Meditazione al Rosario del 2 aprile 2020

Bologna, arcivescovado

Oggi preghiamo in casa. Ecco cos’è la Chiesa: una comunione di fratelli che si ritrovano, corpo per il quale ogni membra è importante, per certi versi decisivo se è e se si pensa legato al resto. Ognuno ha il suo dono e tutti permettono al corpo di vivere. La Chiesa si collega con noi, non resta distante, si fa vicina, condivide la nostra vita e la nostra umanità, i nostri legami, così come sono.

Comunione significa in concreto amicizia, presenza, legame, servizio vicendevole! Lo capiamo tanto in questi giorni di forzato isolamento. Quanti legami ci hanno raggiunto e hanno reso concreta la comunità! Ne ringrazio tanto il Signore, i preti e gli operatori pastorali e vorrei che quello che oggi è digitale diventi spirituale e interiore, così da dare poi concretezza al nostro incontro concreto.

Non siamo un condominio di estranei con qualche regola comune (ed a volte qualche rissosità comune), ma dei fratelli che imparano a volersi bene (e qualche volta fanno fatica a farlo, ma hanno un Padre e una Madre che li aiutano). Quando questo avviene, ci riconoscono da come ci amiamo e anche le nostre famiglie sono più forti. Oggi tra l’altro ricordiamo San Giovanni Paolo II a quindici anni dalla morte, lui che tanto aiutò la famiglia. Tutto il corpo sente il dolore di ogni sua parte e lo fa suo. Nessuno sia lasciato solo!

La Chiesa è la famiglia di tutti. La capiamo in una determinata realtà, comunità o parrocchia, perché non si capisce in astratto. La Chiesa non è virtuale, ma molto fisica, è l’incarnazione che continua. Il digiuno di questa dimensione, al quale siamo costretti in questi giorni di forzato isolamento, è doloroso per tutti. La mensa eucaristica è un’unica comunione della Parola, del Corpo e dell’amore dei fratelli. Anche per questo non possiamo mai essere indifferenti verso nessuno dei nostri fratelli.

Il pane terreno da condividere è legato intimamente a quello celeste. La Chiesa non vive solo la domenica e in Chiesa e noi non possiamo essere cristiani solo nei giorni comandati quando stiamo assieme!  Vive nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nei legami, nei palazzi, per le strade, nei luoghi di lavoro, nella città degli uomini, nelle infinite strade di questo mondo dove cammina con noi. E ovunque vuole portare l’amore che Gesù le affida e le chiede di testimoniare. E’ la famiglia dei cristiani. Scriveva San Giovanni Crisostomo: “Poiché noi, pur essendo molti, siamo un solo pane, un solo corpo. Che cos’è il pane? Il Corpo di Cristo. E che cosa diventano essi quando lo mangiano? Il corpo di Cristo; non molti corpi, ma un solo corpo. Come il pane, pur composto da molti chicchi, diventa uno, così anche noi siamo uniti sia l’uno all’altro che a Cristo. Se siamo nutriti da uno stesso pane e diventiamo tutti la medesima cosa, perché non mostriamo anche lo stesso amore, così da diventare anche sotto questo aspetto una cosa sola?”.

Gesù entrava nella case e noi abbiamo tanto bisogno della sua compagnia: è il migliore amico, il confidente che possiamo cercare. E’ un padre di cui abbiamo sempre bisogno e la Chiesa è una madre che ci aiuterà sempre a seguirlo.

Nei giorni prossimi vivremo molti appuntamenti proprio nelle nostre famiglie. Rendiamo famiglia la chiesa e le nostre comunità un luogo pieno di amore e di umanità e così anche le nostre famiglie sono a saranno case di vita e di luce.

02/04/2020
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