Meditazione del Rosario del 22 marzo 2020

Bologna, Cattedrale

Concludiamo questa domenica di digiuno dell’Eucarestia e del ritrovarsi della famiglia di Dio, cioè della Chiesa che sono quelle pietre vive ordinate dal vero sapiente architetto che è il Signore. Ogni digiuno può farci scoprire e riscoprire quello che conta, comprenderne l’importanza, liberarci da quello che non ce le faceva gustare come ad esempio la tentazione di possederle.

La sapienza cristiana sa trarre dalle avversità qualcosa di buono.  Così beffiamo il male che vuole beffarci e noi accendiamo quello che il male spegne. Le avversità ci rendono senz’altro più consapevoli, più interiori, meno dissipati, meno digitali e più spirituali; più attenti a quello che siamo e non quello che abbiamo, al cuore piuttosto che alle apparenze.

Capiamo in maniera fisica che la quaresima è una vera lotta contro il male e per la vita, che chiede di cambiare, che la responsabilità di ognuno è decisiva, nel bene e nel male. E tutti possiamo fare qualcosa. Mi ha scritto oggi una infermiera: “A lavorare è durissima. Mi sembra che cerchiamo di fermare l’acqua con le mani aperte. Un collega mi ha risposto che aveva chiesto alla caposala di fermarsi dopo il turno per fare videochiamate con gli anziani per farli vedere da casa! Così lui fa arrivare il “ti voglio bene”. Mi sono ritrovata vestita come un marziano ad accostare tutto questo dolore e paura. Mentre davo da bere alla signora Luigia di 92 anni che mi ringraziava dicendo che le avevo salvato la vita mi sono commossa pensando che Gesù stava usando anche me per farle una carezza”.

Ecco le opere di Dio che possiamo manifestare dove c’è tanta oscurità, per portare la luce. Non dimentichiamo, come ha scritto un commentatore, che “ogni morto era una persona, perché la cosa tremenda di un’epidemia è che ogni morto diventa invece un numero. Pensiamoli, proviamo a pensarli uno per uno, non come una folla anonima”. Ricorderemo sempre i nomi, perché non vogliamo mai che diventino solo un numero. Oggi sono morte dieci persone a Bologna.

Vorrei leggere con voi una preghiera di Papa Francesco di alcuni anni fa, ma così attuale. “O Madre, aiuta a sviluppare gli ‘anticorpi’ contro alcuni virus dei nostri tempi: l’indifferenza, che dice: ‘Non mi riguarda’; la maleducazione civica che disprezza il bene comune; la paura del diverso e dello straniero; il conformismo travestito da trasgressione; l’ipocrisia di accusare gli altri, mentre si fanno le stesse cose; la rassegnazione al degrado ambientale ed etico; lo sfruttamento di tanti uomini e donne. Aiutaci a respingere questi e altri virus con gli anticorpi che vengono dal Vangelo. Fa’ che prendiamo la buona abitudine di leggere ogni giorno un passo del Vangelo e, sul tuo esempio, di custodire nel cuore la Parola, perché, come un buon seme, porti frutto nella nostra vita. Concedi anche a noi, specialmente nella prova e nella tentazione, di fissare lo sguardo sulle tue mani aperte, che lasciano scendere sulla terra le grazie del Signore, e di spogliarci di ogni orgogliosa arroganza, per riconoscerci come veramente siamo: piccoli e poveri peccatori, ma sempre tuoi figli. E così di mettere la mano nella tua per lasciarci ricondurre a Gesù, nostro fratello e salvatore, e al Padre celeste, che non si stanca mai di aspettarci e di perdonarci quando ritorniamo a Lui”.

22/03/2020
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