Omelia per la Presentazione al Tempio di Gesù

Bologna, cattedrale

Dio continua a mostrarsi luce per illuminare il mistero della vita e farci conoscere il suo amore. Il cristiano è un uomo amato e luminoso. Siamo entrati con le candele accese, per andare incontro al Signore. Il Signore accende i cuori e questo è di consolazione e di conferma per noi e nonostante le nostre delusioni e inadeguatezze, la povertà e le difficoltà capiamo il valore della nostra vita, accesa di amore che consola e rallegra noi e tanti.

La vita è luce, cerca luce, ha senso se dona luce. La Chiesa è questa famiglia dai cuori accesi, che cammina assieme dietro a Gesù. E farlo in comunione ci aiuta, ci conforta. Non facciamo mai mancare il sostegno al fratello o alla sorella. La luce ce la dona Lui, il Signore che non si stanca di difendere la nostra luce, fosse pure ridotta a un lucignolo fumigante. E quanti anelano alla luce, ci ricordano quanto serve nell’oscurità immersi come sono nel buio! Non ci lasciamo intimidire dal buio che fa sembrare strana la luce, perché il male vuole spegnere la vita, dividere le persone, seminare pregiudizi e intolleranza, rendere incapaci di ascoltare e capire.

Come Simeone chi ha visto la luce sente per sé pienezza e come Anna la vuole comunicare agli altri. Consacrarsi è questa scelta: vedere e parlare, trovare e donare, essere suoi prendendolo in braccio, amandolo e facendoci amare da Lui e parlandone a tutti. La nostra vita appare paradossale ad un mondo dove tutto è proprietà, dove sappiamo solo dire io perché esisto solo se possiedo e mi affermo; dove non c’è amore gratuito perché tutto è convenienza o calcolo; ossessionato da un’affettività che crede di stare bene possedendo e finendo voraci predatori e preda di emozioni.

E’ un mondo dove sembra paradossale trovare se stessi legandosi agli altri e disobbedire all’amore per se stessi. La nostra libertà è disobbedire alla tirannia del proprio io, perché la libertà è amare. Il cristiano non può avere il cuore spento e non è mai inutile tenere accesa la nostra luce. A volte crediamo che non serva a nessuno e cerchiamo bilanci! Ma non è mai vero. La sua luce darà gioia, speranza molto più di quello che pensiamo e calcoliamo noi ossessionati dal verificare l’utilità con il presente.

Quanta oscurità c’è nel cuore degli uomini! Quanta solitudine viene accettata come fosse normale o come se non si potesse fare niente! E’ un mondo che sgomenta, perché fa chiudere in se stessi e cerca di persuaderci a pensare solo quello che serve a noi, oggi. A noi è chiesto di aspettare, che è ben diverso dal dormire, dal prudente rimando che ci fa sopravvivere ma non vivere. Aspetta chi non si rassegna, chi ha ancora voglia di costruire il futuro, di seminare anche se il frutto non lo vedrà, chi guarda con speranza la propria vita non perché perfetta, ma solo perché amata. Aspetta chi non cerca solo per sé, chi non si arrende alla scontentezza, chi ricorda che il Signore viene dal futuro.

Ecco chi non è vecchio: chi attende, come Simeone e Anna! Simeone non smette di sperare. E’ attendere la salvezza per tutti i popoli, attesa di futuro, di guarigione, di pace che sale da interi paesi travolti dal fiume impetuoso della violenza e della guerra che trascina tutto e tutti verso la fine. Simeone ed Anna erano vecchi, la loro vita era compromessa definitivamente, ma avevano il cuore illuminato dalla speranza ed iniziano qualcosa di uovo. Quante volte sentiamo forti le tante voci che inducono a non aspettare più niente, che insinuano la convinzione che non si può nulla, oppure che suggeriscono di andare alla ricerca di una risposta risolutiva, forte, una volta per sempre che liberi dalla fatica di cercare e lottare contro il male.

Simeone prende in braccio un bambino, non una soluzione definitiva, sicura. Non ascolta un discorso convincente, non crede perché ha visto qualcosa di risolutivo o risultati sicuri. Ha gli occhi della fede che illuminano il mondo intorno e ci aiutano a vedere nel profondo e a riconoscere la presenza di Dio, i suoi tanti doni!

Gesù è “segno di contraddizione” e ci chiede di esserlo. Non vuol dire orgogliosa originalità o collocarsi contro per principio, ma rivelare quello che gli uomini hanno nel cuore, non cadendo nei tanti inganni, non entrando in compromessi con la logica del mondo, mediocri e senza speranza. A volte siamo immersi nella mentalità del mondo e facciamo fatica a distinguere, a scegliere cosa fare. Gesù ci chiede di amarlo, di portare il suo vangelo, di esserne liberi dalla mentalità del mondo, anzi di contraddirla, mai contro il mondo ma contro il male, mai contro a persona ma contro il peccato.

E nessun uomo sarà mai il suo peccato per il Signore, perché cercherà di liberarlo. Possiamo essere vecchi che sognano e che costruiscono comunità, segno di contraddizione per un modo diviso e individualistico.  Anche se siamo anziani, insieme ai giovani, profetizziamo e sogniamo! “Simeone ed Anna, prendendo tra le braccia Gesù e annunciano la rivoluzione della tenerezza, la Buona Notizia di Colui che è venuto nel mondo a portare la luce del Padre.

La vecchiaia non è una malattia, è un privilegio! La solitudine può essere una malattia, ma con la carità, la vicinanza e il conforto spirituale possiamo guarirla”. Siamo vecchi, fragili, ma pieni della forza di Dio, del suo Spirito, come Simeone e Anna. E’ la luce della nostra fede. Dante, nella Divina Commedia, dopo aver confessato la sua fede davanti a San Pietro, la descrive come una “favilla, / che si dilata in fiamma poi vivace / e come stella in cielo in me scintilla”.

Cresca questa luce per illuminare il presente fino a diventare stella che mostra gli orizzonti del nostro cammino, in un tempo in cui l’uomo è particolarmente bisognoso di luce.

Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!, chiede la Lumen Fidei.

Signore sveglia il nostro cuore! Vogliamo rimanere pieni di luce per svegliare il mondo, per illuminare con la tua luce le tenebre e per essere uomini di luce che donano gioia e pace.

02/02/2020
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