VII DOMENICA PER ANNUM (C)

1. «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro».

Carissimi fedeli, la pagina evangelica ci presenta due modi profondamente diversi

di costruire i nostri rapporti con gli altri, e dunque di edificare la società.

Ogni società: da quella più piccola, la società coniugale,

alla più grande, la società internazionale.

Il primo modo è di costruirli secondo la logica divina, introducendovi

lo stile – se così posso dire – divino. Quale è la

logica divina? “Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”. è la

logica della gratuità, dell’amore offerto non in ragione dei propri

meriti. Come aggiunge il Vangelo secondo Matteo: “fa sorgere il suo sole

sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” [Mt

5,45].

Il secondo modo è di costruire i nostri rapporti sociali secondo una

logica anti-divina. Quale è la logica antidivina? amare i propri amici

e odiare i propri nemici; fare del bene a chi ti fa del bene e fare del male

a chi ti fa del male; benedire chi ti benedice e maledire chi ti maledice.

La contrapposizione fra i due modi si riduce in fondo a questo: dal punto di

vista divino non ha senso dividere gli uomini in amici/nemici; dal punto di

vista anti-divino gli uomini devono essere divisi in amici/nemici: i primi

vanno beneficati [anche perché da loro ci aspettiamo altrettanto]; i

secondi – quando va bene – vanno ignorati.

La pagina evangelica costringe quindi a porci una domanda fondamentale: in

che modo noi “guardiamo” l’altro, come estraneo e come nemico

oppure come prossimo e come compartecipe della stessa dignità di persona?

Qualcuno potrebbe essere tentato di pensare che questa pagina evangelica sia

così fuori dalla realtà, così estranea alla nostra vita

quotidiana da ritenerla senza rilevanza pratica.

Certamente è una pagina che si oppone diametralmente alla società in

cui viviamo, ma essa è l’unica risposta vera al bisogno più profondo,

all’urgenza più drammatica del nostro vivere quotidiano. La società in

cui viviamo infatti è stata costruita su una concezione astratta dell’uomo.

Una concezione secondo la quale non esiste nessun comunione originaria fra

gli uomini, essendo ogni uomo un individuo a se stante. La vita sociale è pertanto

una sorta di contrattazione fra opposti egoismi, nella quale vi deve essere

parità fra il dare e l’avere. L’altro è visto quindi

come un concorrente, ed il suo bene in opposizione al mio bene. La pagina evangelica

sconfigge alla radice questa logica della contrattazione, della competitività,

alla fine dell’inimicizia, che tanti danni sta causando al nostro vivere.

Allora chi è più estraneo al bene dell’uomo, questo insegnamento

di Gesù o la vita che facciamo tutta basata sulla contrapposizione?

2. Sono sicuro della vostra risposta: Cristo e la sua parola sono risposta

adeguata alle vere esigenze del nostro cuore. Ma ci accompagna quotidianamente

l’esperienza della nostra miseria, della nostra fragilità. La

logica di Dio ha preso carne in Cristo: «oltraggiato non rispondeva con

oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui

che giudica con giustizia» [1Pt 2,23].

è il mistero che stiamo celebrando: la morte di Cristo che dona Se stesso

per rigenerarci nella nostra co-umanità. Per ricostruire la nostra unità spezzata.

Immergiamoci dunque nel mistero della sua morte e risurrezione; partecipiamo

mediante il santo sacramento alla carità che l’ha causato. Solo

così la pagina evangelica diventerà vita della nostra vita.

Siamo venuti nella casa di Maria; vogliamo porci vicino a Lei. Ella è colei

che ci introduce dentro il Mistero di Cristo. Il Verbo è venuto a noi

attraverso di lei; noi andiamo a Cristo attraverso di Lei. è ciò che

fece il discepolo che Gesù amava: «la prese nella sua casa» [Gv

19,27b].

20/02/2004
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