Domenica 5 ottobre

La Messa dell’Arcivescovo a Marzabotto

La celebrazione in suffragio delle vittime di Monte Sole nell’anniversario degli eccidi

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Domenica 5 ottobre alle 9 nella chiesa dei Santi Giuseppe e Carlo nel Comune di Marzabotto l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi ha celebrato la Messa in suffragio delle vittime di Monte Sole nell’anniversario degli eccidi.

Nonostante il maltempo in centinaia hanno partecipato alla celebrazione e ai successivi eventi di commemorazioni civili nella piazza davanti alla chiesa.

Durante l’omelia ha sottolineato come la terra di Monte Sole è «un luogo Santo bagnato dal sangue di Abele. Dio invita Caino a non usare la violenza. La guerra non è ineluttabile. Gesù da tempo ci ha dato altri metodi per purificare cuori e relazioni. La pace non è da ingenui, la pace è l’unica via per vivere. Nel profondo di ogni uomo c’è Dio, l’amore. Ci chiediamo: dove è finito l’uomo? Dio ha già abrogato la guerra mandando suo Figlio disarmato, lui che ha subito la croce e che ci ha insegnato ad amare i nostri nemici. Impareremo mai questa lezione?».

Il cardinale Zuppi ha ricordato le parole del Presidente della repubblica federale tedesca che lo scoro anno a Marzabotto, per la celebrazione degli 80 anni dell’eccidio, aveva detto di provare vergogna per quanto successo e aveva chiesto perdono.

«Sento il fastidio – ha detto ancora l’Arcivescovo – verso ritardi omissivi e le opportunità perse. Dobbiamo stare dalla parte delle vittime e lavorare perchè la guerra non ci sia più. Sento fastidio per la strumentalizzazione del dolore altrui e per la moralizzazione che invece di capire fa solo schierare. C’è bisogno di tutti per una ricerca comune della pace. Il seme dell’odio è sempre omicida, non è mai inerte, anche se sepolto nella memoria. L’odio cresce quando non diamo e non chiediamo perdono. Per la pace non possiamo essere timidi. Bisogna prima di tutto disarmare i nostri cuori per costruire la pace. Se non difendiamo i bambini costruiremo l’inferno».

Il pensiero dell’Arcivescovo è allora andato alla celebrazione del 14 agosto scorso nei ruderi della chiesa di Castiglia, dove in una celebrazione di ricordo sono stati letti i nomi dei bambini palestinesi e israeliani morti durante questi ultimi anni di guerra in Terra Santa.

«Ci sono semi di dialogo – ha affermato al termine dell’omelia – che arrivano incredibilmente tardi, ma che chiedono di rispettare colui con il quale si dialoga. Tutti dobbiamo collaborare per rafforzare la pace. Davanti a tanto dolore anche noi chiediamo al Signore di accrescere la nostra fede. Portiamo nel cuore tanti testimoni di pace che hanno trasformato il mondo con architetture di pace.  Papa Leone ha chiesto che ogni parrocchia e ogni comunità sia una case di pace e di non violenza».

Qui testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo

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