Giubileo dei Giovani

Zuppi con i giovani italiani in Piazza San Pietro

«Amate al Chiesa e costruite la pace»

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Di nuovo in piazza San Pietro i giovani italiani che si sono dati appuntamento per celebrare un momento importante del Giubileo che è la professione di fede.

Un evento di festa segnato da momenti musicali e testimonianze toccanti. Tra tutte il video messaggio inviato dal patriarca di Gerusalemme Cardinale Pizzaballa. La serata è culminata con una celebrazione presieduta dal card Zuppi nella sua veste di presidente della Cei. Colpisce la bellezza di questa coloratissima assemblea che riempie di entusiasmo il colonnato. Ci hanno incuriosito gli slogan riportati sulle magliette indossate dai giovani, segno di appartenenze geografiche e carismatiche diverse che spesso raccolgono idee forti e sentieri di spiritualità che oggi si danno appuntamento vicino al sepolcro di Pietro.

«La santità è affidata a ciascuno di noi, ed è in ognuno il semplice e umanissimo riflesso dell’amore di Dio». È iniziata con questo appello, rivolto agli oltre 40mila ragazzi presenti giovedì pomeriggio a San Pietro, l’omelia del cardinale Matteo Zuppi, che ha presieduto la Professione di Fede su “Tu sei Pietro”, un momento di preghiera e testimonianze con i giovani italiani che partecipano al Giubileo. Presenti anche gli oltre 500 bolognesi che partecipano al Giubileo dei Giovani. Zuppi ha esordito parlando della gioia di professare la propria fede senza timori, con un pensiero rivolto a papa Francesco.

«La Chiesa – le parole di Zuppi – è la nostra casa: inadeguati e peccatori come siamo, ma famiglia di Dio, universale, cattolica, dove tutti – veramente tutti – siamo accolti, come siamo accolti dalle braccia del colonnato ci stringono. Penso che papa Francesco ci sorrida e ci benedica dal cielo».

Zuppi ha poi affrontato il tema della necessità di lavorare per la pace, citando l’attuale pontefice. «Papa Leone XIV – ha proseguito il cardinale – ci ha chiesto una pace “disarmata e per questo disarmante”. Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino non si ritorcano contro chi le ha condotte? Disarmiamo i nostri cuori e le nostre mani, per disarmare cuori e mani di un mondo violento, per guarirne le cicatrici e impedire nuovi conflitti».

Il cardinale ha terminato l’omelia con un messaggio di speranza. «Sentiamo la chiamata e la forza umanissima di essere discepoli di Gesù – la conclusione di Zuppi – per difendere la vita sempre. C’è troppa sofferenza: chi la consolerà? C’è troppo odio: chi lo vincerà? C’è troppa malevolenza: chi insegnerà a guardare il bene nascosto in ognuno? C’è troppa vendetta che acceca il cuore: chi la spegnerà? L’amore ripara, ripara tutto, sempre, perché l’amore che dona il Signore vince ogni divisione. Volerci bene è la cosa più grande che c’è. Ecco la nostra speranza. Siamo pietre vive, e l’attore è sempre il Signore. L’importanza di ogni pietra non è quella di essere l’unica, isolata, ma sta nello stare insieme alle altre: siamo noi stessi quando ci pensiamo per gli altri».

L’intervento integrale del cardinale Zuppi è sul sito www.chiesadibologna.it.

 

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