Lunedì 15 settembre

L’intervento di monsignor Valagussa alla Tre Giorni del clero

La riflessione su «La fatica del prete in una comunità che non c’è più»

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L’intervista e l’intervento completo alla Tre Giorni del clero.

«Una conversione di sguardo sulla comunità. Forse non è vero appunto che di fatto non c’è più la comunità, non c’è più quelle che immaginiamo noi, siamo forse chiamati in fondo a immaginare, ma non da soli, ma insieme ad altri, la comunità a partire anche dall’ispirazione dell’Angelo, dello Spirito appunto che ci aiuta proprio come cammino a entrare in quella che in fondo è la docilità di una trasformazione delle comunità cristiane secondo il cuore di Cristo».

È un passaggio dell’intervista a monsignor Ivano Valagussa, vicario episcopale per la formazione del clero della diocesi di Milano, che alla Tre giorni del Clero lunedì pomeriggio ha parlato de «La fatica del prete in una comunità che non c’è più».

Scarica qui la Relazione completa di monsignor Ivano Valagussa

«Questa – ha proseguito – è l’occasione anche di un Cammino sinodale e ci può offrire molti spunti proprio per incominciare a intuire quali potrebbero essere i passi significativi per affrontare questa conversione di sguardo, di immaginazione, di disponibilità appunto per comunità secondo lo Spirito».

Il tema è forte, ma aiuta a pensare e forse ad uscire dai luoghi comuni. «Ci sono certamente aspetti nei quali la comunità non la ritroviamo più – ha spiegato ancora monsignor Valagussa – come appunto gli aspetti legati a un riferimento unico, alla grande partecipazione alla celebrazione dei sacramenti, alla centralità della figura del prete. Questi elementi sono un po’ venuti meno».  Chiamati allora a raccogliere anzitutto quelli che sono aspetti della trasformazione della comunità che diventano per noi motivo di sofferenza e di difficoltà. «Penso soprattutto a una disgregazione – ha spiegato – la fatica di una comunicazione della fede, il tema dell’appartenenza alla comunità cristiana. Ecco, sono questi gli aspetti su cui effettivamente si soffre, così come anche quelli che sono anche impegni ulteriori che un sacerdote riceve, penso soprattutto a chi diventa parroco di tre, quattro, cinque parrocchie. Sono aspetti che in qualche modo ci fanno soffrire, ma su cui non dobbiamo però fermarci, non soltanto nel raccogliere le fatiche e le sofferenze».

«Questo contesto nel quale ci troviamo – ha concluso – impone sicuramente una semplificazione della pastorale che però potrebbe anche positivamente voler dire una ricerca dell’essenziale della pastorale. Dobbiamo in qualche modo fare questo discernimento insieme nella docilità allo Spirito e vivere questa fase della Chiesa anzitutto come motivo di conversione, è nella conversione che possiamo di fatto anche intuire quali sono le cose più essenziali. Il tema della fraternità e delle relazioni anche nel presbiterio è uno dei temi fondamentali che dobbiamo affrontare insieme ad altri aspetti come la valorizzazione del laicato e di altre vocazioni presenti nella Chiesa. Occorre davvero uno sguardo rinnovato».

Qui l’intervento integrale di monsignor Valagussa alla Tre giorni del clero.

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