Alla seconda giornata della Tre giorni del Clero, martedì mattina in Seminario, l’Arcivescovo ha offerto una riflessione sul cammino della Chiesa Bolognese nei suoi dieci anni di episcopato che ricorreranno nel prossimo dicembre: «Prospettive per l’edificazione della comunità a partire dall’ascolto della Parola e il servizio essenziale dei presbiteri».
A introdurre l’incontro don Angelo Baldassarri, vicario episcopale per la Comunione e il Dialogo, che ha ricordato i simboli e la cifra pastorale con cui l’Arcivescovo ha iniziato il suo episcopato bolognese.
«C’è una sapienza dei giorni che dobbiamo sapere contare – ha detto l’arcivescovo – non per amarezza, ma nella consapevolezza del presente, per vivere oggi la stessa passione che ci fa preparare e guardare il futuro con speranza».

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«I dieci anni sono i nostri, di tutti noi, della nostra comunità» ha detto riferendosi al cammino della Chiesa di Bologna di questi anni: «Sono contento di stare qui per l’affetto, il legame, la comunione, pur con alcuni problemi e i limiti, partendo dai miei personali. Sento questo anniversario come occasione che ci richiama alla vita comune, all’Eucarestia e al popolo a cui siamo mandati. E sono proprio le nostre comunità e le persone che incontriamo che ci devono “addomesticare” come una lima che ci smussa e ci fa cambiare. Anch’io sono cambiato in questi dieci anni. In certi versi mi avete cambiato anche personalmente. Tutti noi possiamo essere padri se siamo fratelli e figli».
L’arcivescovo ha ricordato poi che la verifica è necessaria e deve essere sentita come esame di coscienza, motivo di consapevolezza, ma anche gratitudine. «Una verifica non per farci del male o fare i conti – ha spiegato ancora il cardinale Zuppi – ma un’esperienza seria, fraterna e vera che aiuta a guardare al futuro, a scegliere, per comprendere meglio. La lettura con certe categorie politiche, quando qualche volta prevale anche nella Chiesa, immiserisce molto. Siamo diversi ma le differenze ci vogliono e ci impegnano ancora di più nella comunione. La libertà delle Chiesa è nella comunione, ed è possibile solo se al centro c’è Gesù. Questo ci fa ritrovare la vicinanza ma occorre una cura per la comunione».
«Noi siamo chiamati a presiedere la comunione – ha aggiunto rivolgendosi ai presbiteri – e questo è il nostro ruolo, anche da parroci. Fare meno cose e riconoscere i carismi e la corresponsabilità di vocazioni e di laici. Questo è un momento difficile per la Chiesa ma pieno anche di grandi sfide che deve essere vissuto con tanta fiducia e tanto realismo».
L’arcivescovo ha poi ricordato le coordinate pastorali che dieci anni fa hanno accompagnato il suo ingresso in diocesi: le parole di papa Francesco alla Chiesa italiana nel Convegno di Firenze, l’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, il richiamo di pochi mesi prima di papa Benedetto: «Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere. Nel deserto c’è più sete. Nel deserto c’è bisogno di persone di fede che indicano la via e tengono desta la speranza».

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Un pensiero per il cardinale Caffarra, suo predecessore, che proprio l’8 dicembre 2015 a conclusione del suo episcopato lo affidò alla Madonna ricordando i suoi tre grandi amori: i sacerdoti, le famiglie, i giovani. «Sono venuto qui senza nulla, da solo, e ora sono felice di essere figlio della Chiesa di Bologna – ha concluso – una bellissima Chiesa. E sono convinto che noi raccogliamo i frutti di altri che hanno seminato prima di noi».
Un ultimo invito, infine, a lavorare per la pace come proposto da papa Leone XIV perché ogni comunità diventi la casa della pace dove disinnescare le ostilità con il dialogo.
Al termine dell’incontro un filmato preparato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi ha ripercorso con immagini i dieci anni di episcopato bolognese del cardinale Zuppi.
A conclusione della mattinata l’Arcivescovo ha presieduto la Messa nella cappella del Seminario concelebrata da tanti sacerdoti. Monsignor Giovanni Silvagni nell’introduzione alla celebrazione ha ricordato, per un ringraziamento al Signore i dieci anni di episcopato bolognese del cardiale Zuppi e il suo 70° compleanno, il prossimo 11 ottobre. Hanno concelebrato anche i due diaconi che sabato prossimo verranno ordinati sacerdoti in Cattedrale.
Nell’omelia l’arcivescovo ha ricordato come il Signore «manda ad evangelizzare con compassione e la sua Parola genera vita. Siamo costruttori di comunità e chiamati ad essere padri, a tessere ciò che il male ha distrutto e restituire la bellezza della vita e della speranza». L’invito ai sacerdoti infine è stato quello di essere «sobri dal protagonismo per trovare quello che conta e liberaci da quello che appesantisce. Siate sobri nelle parole che arrivano al cuore, e devono essere quindi semplici». Partendo dalla Parola di Dio della Liturgia del giorno ha invitato a essere prudenti, ospitali, benevoli e avere stima gli uni degli altri.
«Ringraziamo il Signore per il nostro ministero – ha detto nella conclusione dell’omelia – anche in questo tempo di sfida. Solo se sappiamo piangere possiamo consolare, annunciando il Vangelo e la vita che non finisce. Davanti a un mondo così pieno di frutti del male ringraziamo il Signore del nostro ministero e delle nostre comunità perché siamo luce e speranza per tanti».

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