Sabato 13 settembre si è tenuto a Monte Sole il pellegrinaggio giubilare della Vita Consacrata.
Riflessioni, celebrazioni e testimonianze hanno caratterizzato la giornata che ha visto anche la partecipazione dell’Arcivescovo assieme a tutti i consacrati della vita bolognese. Il racconto di suor Chiara Lavazza, direttrice dell’Ufficio diocesano della Vita Consacrata e membra Consiglio episcopale.
I Partecipanti si sono recati prima di tutto al memoriale di Don Giovanni Fornasini dove hanno iniziato con un momento di preghiera seguita dall’incontro con la testimonianza della vita di Don Giovanni per poi trascorrere una mattinata in ascolto della testimonianza dei quattro testimoni consacrati, che hanno dato la vita durante l’eccidio di Marzabotto ma anche negli anni successivi con la loro presenza proprio su quei luoghi. Hanno preso la parola con le loro testimonianze: Don Elia Comini, Padre Martino Capelli, Suor Maria Fiori e Antonietta Benni.
« È stato bello– ha detto suor Chiara Cavazza– perché ascoltando il racconto dei fratelli e delle sorelle, del loro martirio avvenuto durante i giorni dell’eccidio oppure della vita che Antonietta Benni ha continuato a spendere e a donare negli anni successivi a questa tragedia immane, a cui lei aveva assistito e alla quale era sopravvissuta, ci siamo accorti di come questi consacrati siano veramente stati dentro le comunità, accanto ai sacerdoti, che in essa hanno dato la vita come testimoni del Vangelo».
Questo spazio di ascolto e di dialogo è stato arricchito dalla presenza del Cardinale Zuppi che al termine dell’incontro ha voluto richiamare all’importanza di vivere secondo lo stile del Vangelo, di essere costruttori di pace come lo sono stati questi martiri, come Papa Francesco prima e Papa Leone ora continuano a esortarci. Nel farlo il Vescovo ha richiamato anche a rileggere la “Dilexit Nos”, ma di farlo acquisendo davvero il cuore di Gesù, animato dal Vangelo, capace di amare e di spendere giorno dopo giorno la propria vita.
Al pomeriggio c’ è stato. un pellegrinaggio penitenziale verso la chiesa di Casaglia. I fratelli e le sorelle della piccola famiglia dell’Annunziata hanno fatto da guide in questo pellegrinaggio, consentendo un ascolto dei luoghi e della testimonianza di coloro che avevano partecipato e che sono sopravvissuti all’eccidio. A Casaglia è stata celebrata la messa giubilare conclusiva.
«Devo dire che per me– ha infine aggiunto suor Chiara Cavazza– è stato un po’ il compimento di tre anni di lavoro insieme con un certo gruppo di consacrati. Speriamo sia un bell’inizio per l’anno pastorale che ci aspetta e sentiamo che questo ci deve spronare. Per questo ringrazio in particolare le sorelle della comunità di Montesole che venivano proprio dalla Giordania, dalla Palestina, che ci hanno condiviso ciò che i loro occhi stanno vedendo in questo tempo. Credo che possa essere un’ esortazione forte a non eludere quella domanda del “voi dove eravate quando queste cose accadevano?”, domanda che noi, come consacrate e consacrati, non possiamo non sentire rivolta e quindi che ci interpella, come anche il Vescovo ci ha esortato a fare, ad intraprendere vie creative e coraggiose per portare davvero la pace e la testimonianza del Vangelo in quei luoghi dove ancora tutt’oggi purtroppo la violazione dei diritti, la guerra, le bombe, la violenza sono invece sovrani».
