In Arcivescovado

Giovani ucraini chiedono abbracci

I giovani sono in visita in Italia grazie alla Commissione per la pastorale giovanile della Chiesa grecocattolica

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Il Cardinale Zuppi ha invitato e accolto in Arcivescovado un gruppo di giovani ucraini.I giovani provengono dalle aree del Paese segnate dalla guerra e stanno compiendo un viaggio in Italia, su iniziativa della Commissione per la pastorale giovanile della Chiesa greco-cattolica.

Il Cardinale Zuppi  ha ascoltato con commozione la loro testimonianza. Sulle loro felpe azzurre la scritta: “Gli abbracci guariscono” a testimoniare il profondo bisogno di normalità e di incoraggiamento per chi vive da anni in una situazione logorante di paura e di pericolo. La loro “missione” è raccontare ai loro coetanei la guerra, condividendo le loro esperienze e testimoniando la fede e la speranza degli ucraini.

Una parte del gruppo di giovani ucraini ha raggiunto Bologna, su invito del Cardinal Zuppi e dell’Azione Cattolica. Un’altra parte si trova a Venezia, su iniziativa degli Scout e della Rete per la Pace. Ad accompagnare i giovani padre Roman Demush, vice Responsabile della Commissione per i giovani della Chiesa ucraina.

Ciascun giovane si è presentato all’incontro portando tra le mani un foglio con le foto delle città bombardate solo negli ultimi due mesi. Kyiv, Sumy, Bila Tserkva, Vinnytsia, Zaporizhzhia. Immagini di scuole, asili, teatri, ospedali e chiese distrutte e incendiate dagli attacchi. Un giovane soldato che ha ottenuto un congedo e il permesso di passare il confine, ha detto: “Vogliamo essere portavoce della realtà in cui viviamo”. “Vogliamo chiedere di fare tutto il possibile per fermare questa guerra. E’ una guerra ingiusta. Ci costa moltissimo. Io sto passando gli anni della mia giovinezza nel servizio militare. Però la fede in Dio mi dà la speranza della pace”.

Yana viene da Vinnytsia: “La guerra in realtà dura da 10 anni ma nel 2014 nessuno ci credeva. Si preferiva usare termini come conflitto o addirittura crisi. Per noi invece è sempre stata una invasione, una morte. Un terrore che è entrato nelle nostre città e nella nostra vita. Nel 2022, tutto è scoppiato con una forza nuova. Ho visto case distrutte, famiglie che perdevano tutto in una sola notte. Bambini che al posto del sole dipingono carri armati. Ma ho visto nascere qualcosa di bello anche nei momenti più difficili. Ho visto la bontà delle persone, quando condividono l’ultimo pezzo di pane, quando donano sangue per i feriti oppure sostengono chi è in difficoltà con una parola. Siamo sopravvissuti a tanto dolore che è difficile esprimere con le parole”.

“L’abbraccio guarisce – ha detto il Cardinale – non perché risolve le cose ma perché trasmette l’amore e l’amore è la cosa più importante, anche quando vediamo l’esatto contrario attorno a noi, anche quando si perde tutto in un momento o quando i bambini non dipingono più il sole. L’abbraccio guarisce perché anche nei momenti più difficili, anche quando sembra che sia tutto buio, fa vedere una luce”.

Riprendendo quindi le parole di uno dei giovani, il Cardinale ha concluso: “sarà la bontà a vincere la guerra. La pace comincia da noi e comincia oggi. Questo è l’abbraccio che vogliamo darvi con la speranza che presto possiamo fare festa alla pace”.

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