Giovedì 23 ottobre

L’Arcivescovo ha nominato i nuovi Vicari Generali ed Episcopali e il Consiglio Episcopale

Don Angelo Baldassarri Vicario Generale per la Sinodalità e Mons. Roberto Parisini Vicario Generale per l’Amministrazione

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L’Arcivescovo giovedì 23 ottobre al termine della Messa celebrata in San Pietro in occasione della Festa della Dedicazione della Cattedrale ha comunicato i nomi dei nuovi Vicari Generali, dei Vicari Episcopali, del Moderatore della Curia, e del Segretario Generale che formeranno anche il Consiglio Episcopale.

L’Arcivescovo ha nominato don Angelo Baldassarri Vicario Generale per la Sinodalità, Mons. Roberto Parisini Vicario Generale per l’Amministrazione. Ha anche nominato don Massimo D’Abrosca Vicario Episcopale per il Settore Comunione, don Matteo Prosperini Vicario Episcopale per il Settore Carità, don Davide Baraldi Vicario Episcopale per il Settore Formazione Cristiana (confermato), don Stefano Zangarini Vicario Episcopale per il Settore Testimonianza nel Mondo (confermato), suor Chiara Cavazza Direttrice dell’Ufficio diocesano per la Vita Consacrata (confermata).

L’Arcivescovo ha, inoltre, nominato Mons. Giovanni Silvagni Moderatore della Curia, e il Dott. Stefano Cavalli Segretario Generale della Curia. L’Arcivescovo ha ringraziato i Vicari Generali uscenti Mons. Stefano Ottani, Vicario Generale per la Sinodalità, Mons. Giovanni Silvagni, Vicario Generale per l’Amministrazione, e il Vicario Episcopale per il Settore Carità don Massimo Ruggiano, ed ha chiesto di accompagnare i nuovi Vicari con preghiera ed affetto.

Monsignor Stefano Ottani, al principio della Messa, ha dato lettura al seguente testo:

La solennità della dedicazione della cattedrale ci convoca annualmente per celebrare, nel segno del tempio, il dono di essere Chiesa santa del Signore.

L’edificio di pietra è soltanto l’ombra della realtà che siamo noi; tuttavia, possiamo e dobbiamo coglierne il significato: come ogni costruzione noi dobbiamo essere uniti, in piena comunione con Dio e tra di noi. Questa celebrazione di tutto il clero, presbiteri e diaconi, riuniti attorno al nostro Vescovo, esprime pienamente questo dono, premessa di fecondità ed efficacia.

Il riferimento non è solo generico: ci troviamo in un momento drammatico della storia dell’umanità, in una fase decisiva del cammino della Chiesa italiana (sabato prossimo si terrà l’assemblea conclusiva del cammino sinodale per convergere su scelte profetiche) e anche per la nostra diocesi all’inizio del mandato dei nuovi Vicari, ancora all’inizio dell’anno pastorale.

Mi permetto allora di fare riferimento a questa nostra cattedrale, non solo per la sua solidità, ma anche per le immagini che l’adornano.

Davanti a noi, nel catino absidale Cristo consegna le chiavi a Pietro (Cesare Aretusi 1549-1612) dicendo a lui e a noi: «su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Mt 16, 18).

Alzando ancora lo sguardo, nel lunettone sotto la volta del presbiterio è raffigurata un’Annunciazione, di Ludovico Carracci (1619). Le grandi ali dell’arcangelo Gabriele sono nere, perché sono ali d’aquila. È lo stesso Dio, che ha sollevato su ali d’aquila il suo popolo e lo ha condotto attraverso il deserto fino a lui (cfr. Es 19, 4), che si rivela nell’annuncio. Accogliere la Parola con il nostro “fiat” come la Vergine, ci permette di contemplare davanti a noi questo segno della sua presenza e della sua protezione.

Ci apprestiamo quindi, particolarmente in questo “anno della Parola”, come lo ha chiamato il nostro arcivescovo nella recente Nota pastorale, a rinnovare il nostro ringraziamento e il nostro impegno di unità per l’edificazione della Chiesa, saldi sulla roccia di Pietro, sapendo di poter contare su ali possenti che ci sollevano sopra ogni inadeguatezza umana.

Al termine della liturgia ha preso la parola monsignor Silvagni che, anche a nome di monsignor Ottani ha letto il seguente testo:

«Al termine del nostro servizio di vicari generali, per me (don Giovanni) 15 anni e 10 per don Stefano permettete un saluto, perché non ci sarà altra occasione per farlo.  Gesù ci dice: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato dite: Siamo servi inutili… abbiamo fatto solo quello che dovevamo”. E sarebbe bello poter dire così, mentre più modestamente dobbiamo ammettere di aver fatto anche meno di quello che avremmo dovuto e potuto…

Tuttavia siamo molto lieti e riconoscenti perché abbiamo avuto nei nostri arcivescovi Carlo e Matteo, dei capi famiglia buoni e pazienti, anche con noi, e i nostri compagni di servizio sono stati larghi nella comprensione e anche nella compassione, e non ci hanno fatto pagare più di tanto il conto dei nostri addebiti.

Arrivati al termine possiamo vedere con gioia e soddisfazione il dopo di noi, incoraggiante e rassicurante, lieti – nel tempo che il Signore vorrà donarci – di poter essere semplicemente fratelli tra i fratelli, nella condizione ministeriale e battesimale che è quella che conta davvero e che resta.

Qualcuno commentava talvolta: “Ma voi ne vedete di tutti i colori” e in effetti è stato così, ma dobbiamo riconoscere che il bilancio di questi anni è stato decisamente positivo: non sono mancati problemi e preoccupazioni, come dappertutto e a tutti, ma la grazia di Dio ha sovrabbondato, e davvero la Chiesa e la Chiesa di Bologna ci è apparsa, sempre più, quanto di meglio il Signore Gesù è riuscito e riesce a combinare di buono in questo mondo, insieme a noi e nonostante noi. Grazie di cuore con l’augurio reciproco e in particolare a chi ha preso il nostro posto, di un buon servizio nella letizia e nella pace».

I Vicari nuovi ed uscenti insieme all’Arcivescovo.

I due nuovi Vicari generali con l’Arcivescovo

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