Sono intervenuti suor Melania Gramuglia e Andrea Grillo.
«Cristo, mia speranza, è risorto» è il titolo del tradizionale incontro del «Giovedì dopo le Ceneri» per preparare l’Annuncio pasquale, organizzato dal Dipartimento di Teologia dell’evangelizzazione della Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna.
Giovedì 6 marzo in Seminario sacerdoti, diaconi, seminaristi e studenti della Facoltà hanno partecipato all’incontro che visto due interventi: il primo di suor Melania Gramuglia, dottoranda del Pontificio Istituto biblico, che partendo dal Vangelo dei discepoli di Emmaus e dalla loro disillusione, ha proposto un percorso «Dalla speranza delusa alla speranza rifondata». «La frase “Noi speravamo” in bocca ai due discepoli – ha spiegato suor Gramuglia – ha attirato la mia attenzione nella ricerca. Tre i passaggi fondamentali: prima di tutto capire che cosa sperassero questi discepoli, come mai sono stati delusi e quale ragionevolezza c’era nella loro speranza. Poi ascolteremo le parole dello sconosciuto che a loro si avvicina, che per noi che leggiamo è il Risorto, e cercheremo di capire perché li rimprovera, qual è il punto debole della loro speranza e arriveremo alla fine a vedere come il Signore in cammino con i discepoli rifonda la loro speranza».
Il secondo intervento di Andrea Grillo, docente del Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo, sul tema «Affinché i doni che oggi riceviamo confermino in noi la speranza. La celebrazione liturgica come evento che rigenera la speranza cristiana». «La liturgia è il linguaggio più elementare del rapporto con Cristo – ha detto Grillo – e questo l’abbiamo riscoperto nell’ultimo secolo. La grande tradizione liturgica era diventata, purtroppo, un elemento estrinseco rispetto alla vita. Ora abbiamo riti nuovi che ci fanno capire non soltanto che il rapporto con Cristo passa attraverso le azioni rituali, ma che le azioni rituali attivano la sensibilità, l’intelligenza in una maniera del tutto particolare. Quindi, per esempio, il ritmo quaresimale e il ritmo pasquale entrano all’interno della esperienza cristiana come “una nuova scuola di preghiera”, per citare la famosa frase con cui Paolo VI ha inaugurato il nuovo corso di celebrazioni all’interno del cattolicesimo».
L’Arcivescovo ha portato il suo saluto all’inizio dell’incontro dicendo che viviamo in un mondo in cui ‘è poca speranza e molto fatalismo. «Qualche volta – ha proseguito il cardinale Zuppi – anche tra di noi ci sono molti automatismi, c’è molta accettazione rassegnata, c’è tanta disillusione. Oggi, nelle crisi evidenti che dobbiamo affrontare e con cui ci confrontiamo, la centralità dell’annuncio porta ad essere pieni di speranza».
Don Federico Badiali, direttore del Dipartimento di Teologia dell’evangelizzazione, ha ricordato come il tema della speranza sia centrale anche nel prossimo Convegno di Facoltà che si terrà in Seminario dal 18 al 19 marzo e curato dal Dipartimento di Teologia dell’Evangelizzazione. Maggiori informazioni e programma sul sito wwww.fter.it
