Un pranzo di condivisione e solidarietà, vissuto domenica scorsa da un centinaio di profughi di Gaza.
Un pranzo di condivisione e solidarietà. Domenica scorsa la parrocchia cittadina della Beata Vergine Immacolata ha ospitato il momento conviviale che ha raccolto un centinaio di profughi provenienti da Gaza, presenti sul territorio metropolitano di Bologna. Sono giunti in Italia per assistenza e cure mediche, grazie all’impegno della Croce Rossa e del Consolato italiano. Corridoi umanitari per l’arrivo in sicurezza delle prime persone un anno fa e successivamente il ricongiungimento con alcuni dei loro familiari.
Il «Servizio di accoglienza e di integrazione» è un progetto ministeriale a cui ha aderito anche il Comune di Bologna, che segue in tutte le loro necessità quanti fuggono dalla guerra e hanno bisogno in prima battuta di urgenti cure mediche. Sono presenti diverse strutture di accoglienza distribuite sul territorio. Ad incontrare i palestinesi l’arcivescovo Matteo Zuppi, il sindaco Matteo Lepore, il presidente Ucooi Yassine Lafram, operatori volontari ed associazioni coinvolte nel progetto d’accoglienza.
«La Chiesa e le chiese in Italia – ha detto l’Arcivescovo – sono un luogo di pace, di dialogo, di incontro e quindi sentitevi a casa. C’è una parola che dobbiamo e possiamo dire sempre e solo insieme: la parola pace. Oggi avrebbe voluto venire anche il Presidente della comunità ebraica di Bologna, per salutarci, e per me sarebbe stato un gesto molto importante, ma non è stato possibile. Sarebbe stato un gesto importante perché avrebbe voluto dire che la parola pace si può cominciare a dirla insieme. E questo è l’unico futuro. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, con cui sono molto amico, è andato a trovare la parrocchia di Gaza e ha detto una cosa molto importante: “Noi facciamo questo, non perché sono stati colpiti i nostri, ma perché sono stati colpiti tutti”; la pace non è solo per i cristiani o per quelli che si accorgono della Striscia di Gaza perché è stata colpita la parrocchia. No, qualunque distruzione non va bene. Io voglio dire con voi soltanto la parola pace e vi ringrazio perché oggi è davvero una giornata di pace e speriamo che ci sia la guarigione per i bambini e che assieme possiamo costruire la pace».
«In questo momento ci sono circa 130 persone di Gaza ospitate nella città di Bologna – ha detto il sindaco, Matteo Lepore -. Noi ce ne facciamo carico, ringraziamo la Croce Rossa internazionale, il Consolato italiano che hanno lavorato perché queste persone in questo anno arrivassero in sicurezza assieme ai loro familiari. Oggi è una giornata insieme alla Comunità islamica molto importante, una giornata di solidarietà e soprattutto di vicinanza con quanti sono accolti nelle case, nelle scuole e nei luoghi della città».
«Queste famiglie – ha spiegato Yassine Lafram – hanno provato grandi sofferenze, hanno perso tanti dei loro cari e noi, con queste iniziative, speriamo di potere alleviare il dolore, Cerchiamo in qualche modo di integrarle nella nostra città, nella nostra comunità, per distrarle riguardo alle notizie che arrivano da Gaza. Pur nella prova continuano a partecipare alle iniziative che proponiamo loro».
«La prima fase – sottolinea Annalisa Faccini dell’Asp Città di Bologna – ha riguardato i pazienti e le persone che sono arrivati con i canali sanitari chiamati «Medivac» per iniziativa del Ministero della Difesa, della Protezione Civile e con la collaborazione della Croce Rossa. Poi man mano, attraverso i nostri legali, abbiamo intrapreso la via della richiesta di ricongiungimenti familiari e, grazie alla collaborazione con il Consolato Italiano a Gerusalemme ed all’Ambasciata di Amman, siamo riusciti ad avere la possibilità di vedere dei ricongiungimenti familiari».
All’iniziativa, resa possibile dal contributo dell’Ambasciata del Qatar, ha partecipato don Andes Bergamini, parroco della Beata Vergine Immacolata e Izzeddin Elzir, imam di Firenze, che ha ospitato una iniziativa simile nei giorni scorsi per portare un pò di consolazione al dolore di queste famiglie. (L.T.)
