Dal 18 al 21 aprile si è tenuta la visita pastorale dell’arcivescovo Matteo Zuppi, alla Zona pastorale San Vitale fuori le Mura.
Abbiamo chiesto un bilancio al presidente della Zona, Luca Marchi e al moderatore don Angelo Baldassarri, parroco a Santa Rita. «Sono stati giorni molto belli, molto ricchi di incontri e di sorprese, di una conoscenza del territorio che anche per noi che ci viviamo, è stata un dono e una riscoperta – afferma Marchi -. Abbiamo iniziato con l’assemblea di Zona, giovedì sera: tante persone sono venute e con un lavoro eccellente siamo riusciti ad analizzare dati numerici a livello anagrafico per comprendere meglio la realtà in cui le nostre tre parrocchie vivono e operano. Un incontro con un contenuto molto alto».
«Il venerdì abbiamo esplorato il territorio, stando attenti alle situazioni di emarginazione e di solitudine – prosegue -. C’è stato un momento dentro il Centro Mattei molto toccante, abbiamo incontrato persone malate che sarebbero sole ma invece, grazie ad una attività molto speciale, riescono a vivere con grande dignità la malattia. Poi un bellissimo momento la sera quando ci siamo trovati con i giovani che hanno organizzato una cena con l’Arcivescovo, piena di domande e spunti di riflessione». «L’Arcivescovo non si è mai sottratto a nessun incontro, è stato veramente disponibile – sottolinea Marchi – e tutti hanno apprezzato questa voglia di mettersi in gioco con grande empatia. Il sabato il momento clou è stato l’incontro con gli operatori della carità e un pranzo ad invito a Piazza dei Colori: tutti gli ospiti delle iniziative caritatevoli hanno partecipato grazie alle tre parrocchie che hanno preparato un pasto, e a tutte le associazioni e gruppi che lavorano in quella zona».
«La domenica – conclude Marchi – è stata concentrata sui gruppi di sposi, famiglie, fidanzati: un bellissimo incontro in cui sono state tante le domande poste dall’Arcivescovo. In questa occasione, il dialogo e l’empatia che si sono creati, sono testimoniati dalle parole espresse nelle lettere che le coppie hanno scritto all’Arcivescovo, ringraziandolo per l’ascolto ed per la condivisione. “Voler formare una famiglia e avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui». Essere sposi in Cristo per noi e la possibilità reale di vivere ogni giorno il miracolo di Cana, e viverlo nella Chiesa ci permette di condividere l’abbondanza di quel vino non meritato (impossibile da meritare!) con le persone che incontriamo ogni giorno. È desiderare «ardentemente» che anche altri scoprano la potenzialita dell’amore nelle varie sfumature che ogni vocazione (accolta e vissuta) porta con sé ed è in grado di fecondare».
A conclusione della visita è stata celebrata la S. Messa che è stata molto partecipata e allietata da un coro inter-parrocchiale.
«La visita pastorale dell’arcivescovo Matteo ha coinciso con la celebrazione della Domenica del Buon Pastore – ricorda don Baldassarri – e possiamo dire che in quei quattro giorni abbiamo sentito in maniera forte cosa significa avere il Buon Pastore che visita il suo gregge, che incontra le sue pecore una ad una con grande desiderio di conoscerle».
«Lo slogan che abbiamo scelto in questi giorni è stato preso dal Vangelo della domenica: “Diventeranno un unico gregge un unico pastore” – ricorda ancora – per sottolineare che solo l’unione tra noi cristiani ci permetterà, in una vita fatta di comunione e di sostegno reciproco, di essere testimoni».