Immacolata Concezione di Maria

1. «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai

detto».

Queste parole, carissimi fratelli e sorelle, esprimono l’atto più grande

compiuto da Maria: l’atto di obbedienza al Signore. è l’atto

che esprime in grado eminente la verità della sua persona. «Avvenga

di me quello che hai detto», dice Maria. Cioè: “accada in

me quello che il Signore Iddio ha disposto di me; quello che ha pensato e voluto

per me quando mi ha creata”.

Nel consenso di Maria avviene l’incontro fra il progetto di Dio sulla

sua persona e la libertà di Maria medesima. Ciò che accade in

Lei pertanto è pienamente opera di Dio e opera della sua libertà.

Ella ha presentato alle mani dell’Artista divino un cuore morbido e malleabile

così che Egli ha potuto compiere la sua opera più grande: ha

mandato il suo Figlio unigenito concepito da una donna nella nostra natura

umana.

Oggi noi celebriamo lo splendore della santità di Maria, non offuscato

da nessuna colpa, preservata anche dal peccato originale che indebolisce e

ferisce ogni libertà umana. Maria non è mai stata in una condizione

di inimicizia con Dio, poiché – in previsione dei meriti di Cristo – ella

fin dal primo istante del suo concepimento è stata collocata dalla grazia

divina in uno stato di santità. Da questa santità è fiorita

in Maria una libertà pienamente liberata.

Ma la celebrazione odierna ci mostra anche, per contrasto, quale è il

germe patogeno che distrugge la nostra persona attraverso un modo falso di

esercitare la nostra libertà. La prima lettura è in perfetta

contro-luce colla lettura evangelica. Essa riferisce il dialogo fra il Creatore,

il primo uomo e la prima donna, subito dopo il primo peccato, principio e radice

di tutti gli altri.

“Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato

di non mangiare?”. Il peccato, nella sua originaria realtà,

avviene nella libertà della persona prima di tutto come «disobbedienza»,

cioè come opposizione della volontà dell’uomo alla volontà di

Dio. Ma le radici di questo modo di essere liberi, disobbedendo cioè al

comandamento di Dio, vanno ricercate nella stessa situazione reale dell’uomo.

Egli, l’uomo e la donna, ciascuno di noi è “ad immagine

e somiglianza di Dio”: questa è la nostra grandezza e dignità.

Ma questo soggetto personale che è ciascuno di noi, è pur sempre

una creatura: dipende dal suo Creatore come la luce dal sole. Il comando

datogli, quello di non mangiare i frutti dell’«albero della conoscenza

del bene e del male», esprimeva e ricordava continuamente il limite

invalicabile per un essere creato: quello di stabilire, di determinare ciò che è buono

e ciò che è cattivo. Dio creatore è l’unica e

definitiva fonte dell’ordine morale, ordine morale inscritto nella

natura della nostra persona. La «disobbedienza» come dimensione

originaria di ogni peccato consiste precisamente nel rifiuto di questa fonte,

nella pretesa umana di diventare fonte autonoma ed esclusiva di determinazione

di ciò che è bene e male.

Ho detto che questa disobbedienza è un germe patogeno che se attecchisce

nella nostra libertà, alla fine la distrugge. Notate infatti che cosa

accade nell’uomo e nella donna.

“Ho avuto paura”: l’uomo vede in Dio un avversario

da cui difendersi. Viene falsificato il Volto stesso di Dio, e l’uomo

si trova ad essere sradicato dalla sua origine.

“Perché sono nudo”: l’armonia originaria

in cui viveva la persona si è spezzato e disintegrata. L’unità interiore

della persona è perduta.

“La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero”:

alla comunione originaria fra l’uomo e la donna subentra la difficile

coesistenza di due libertà in contrasto fra loro. Il rapporto sociale

fondamentale, quello fra uomo e donna, si trasforma in un dominio dell’uno

sull’altro.

2. La solennità odierna ci presenta, alla fine, due modi possibili

di vivere, perché ci presenta due modi possibili di essere liberi: quello

di Adamo-Eva, quella di Maria. La libertà che disobbedisce al progetto

di Dio e quindi nega la verità circa il bene della propria persona;

la libertà che realizza il progetto di Dio sulla propria esistenza e

quindi afferma la persona nella sua verità e dignità.

La storia di ciascuno di noi e la storia dell’umanità nel suo

insieme è un impasto di questi due modi di essere liberi. Quale sarà l’esito

finale di questo scontro?

La storia del male fin dal suo inizio così come tutta la sua continuazione è già da

sempre  posta dentro all’opera redentiva del Cristo: «io porrò inimicizia

fra te e la donna …»; «in Lui ci ha scelti prima della creazione

del mondo…». La concezione immacolata di Maria segna l’inizio

della vittoria della libertà liberata dalla grazia sulla libertà incatenata

dal peccato: dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia; ove cresce il pericolo

ivi cresce la possibilità della salvezza.

08/12/2004
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