1.«In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da
Giovanni per farsi battezzare da lui». Il santo Vangelo introduce con
queste semplici parole la narrazione del fatto di cui oggi celebriamo festosamente
la memoria: il battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Grande e profondo
mistero questa decisione di Cristo di farsi battezzare da Giovanni! Lo stupore
riempie il cuore del precursore: «io ho bisogno di essere battezzato
da te e tu vieni a me?». è lo stesso stupore di Pietro di fronte
al Signore che voleva lavargli i piedi: «tu non mi laverai mai i piedi
in eterno». Ciò che stupisce l’uomo è l’incredibile
condiscendenza di Dio verso l’uomo, che giunge fino al punto di condividere
la condizione umana. Questo è stato il Mistero del battesimo del Signore:
il Santo dei santi assume su di sé il nostro peccato e compie un gesto – immergersi
nell’acqua – che prefigura il suo sacrificio sulla croce.
Il battesimo che Giovanni conferisce, Egli lo sa bene, non si applica alla
Santità , ma al peccato per convertire i peccatori: è un battesimo
di penitenza. Il Figlio di Dio fattosi uomo venendo da Giovanni, inizia la
sua missione redentrice e ne mostra i contenuti essenziali. Egli infatti risponde
a Giovanni: «lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo
ogni giustizia». Il Redentore ed il suo precursore stanno realizzando
il progetto del Padre sull’uomo, la sua giustizia, cioè la sua
misericordiosa decisione di reintegrare l’uomo nella vita divina.
«Allora Giovanni acconsentì»: immerge il Signore nei flutti
del Giordano, nella figura della morte dentro le grandi acque. Ma Gesù non
vi rimane. Egli «appena battezzato … uscì dall’acqua».
Come Israele era uscito dalle acque del Mar Rosso ed era divenuto popolo libero
perché appartenente al Signore, così Gesù “uscendo
dalla morte” porta in sé e con sé ciascuno di noi.
«Ed ecco, si aprirono i cieli»: i cieli stanno ad indicare non
un luogo, ma lo stesso Mistero che è Dio inattingibile dall’uomo.
Ora questo Mistero, a causa di ciò che Gesù ha prefigurato nel
Giordano, si apre all’uomo ed esce dalla Sua irraggiungibile solitudine.
Giovanni quindi « vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e
venire su di lui». è questo il punto centrale di tutta la pagina
evangelica.
Il Signore Iddio aveva plasmato l’uomo e nell’inerte materialità umana
aveva soffiato «un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» [Gen
2,7], l’immagine e la somiglianza di Dio. Ma in conseguenza del peccato,
che come la malattia infettiva aveva devastato tutta la umanità , il
Signore aveva sanzionato: «il mio spirito non resterà sempre nell’uomo» [Gen.
6,3]. Su Colui nel quale noi tutti siamo stati pensati e voluti scende lo Spirito
di Dio. Noi privati dello Spirito che è Signore e dà la vita,
possiamo riceverlo di nuovo in Cristo. Nel fiume Giordano la nostra umanità devastata
dal peccato viene rinnovata.
2. Carissimi candidati al diaconato permanente, singolare e profondo è il
rapporto che esiste fra il Mistero che celebriamo e la vostra candidatura.
In un certo senso, il battesimo al Giordano è stata la “candidatura
di Cristo” al suo servizio redentivo. Egli oggi è stato presentato
dal Padre come Colui che è venuto a donarci la salvezza.
Rispecchiatevi allora nella pagina evangelica: vi candidate al diaconato,
cioè al servizio redentivo dell’uomo nella forma propria del sacramento
che riceverete. è stata quella di Cristo, e tale sia la vostra in Lui,
una scelta di umiltà : quell’umiltà che sconvolse Giovanni
Battista. L’umiltà di chi è venuto a servire, e non ad
essere servito.
Come Cristo dopo il battesimo iniziò il suo cammino verso il suo sacrificio
redentivo, così anche voi questa sera iniziate quel cammino che vi porterà ad
essere il sacramento vivente della carità redentiva del Signore.
