XXIV DOMENICA PER ANNUM (A)

1.«Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli».

Carissime famiglie, la presenza di Gesù ad un banchetto nuziale è carica

di significato. Essa  indica la benedizione divina con cui il Signore

ha santificato l’istituzione matrimoniale e famigliare. Nella prima pagina

della S. Scrittura è detto che Dio benedisse l’uomo e la donna

e diede loro il dono della fecondità. All’«inizio dei segni»,

all’inizio della nuova creazione l’unione coniugale fra l’uomo

e la donna viene nuovamente benedetta dalla presenza di Cristo.

Carissimi sposi, abbiate viva la consapevolezza che la vostra unione coniugale è posta

sotto la benedizione del Signore; è sempre fortificata e difesa dalla

presenza di Cristo.

Ma questo significa anche che l’istituto matrimoniale non è a

disposizione dell’uomo; di esso gli uomini non possono fare ciò che

vogliono, mutandone perfino i connotati essenziali ed equiparando il matrimonio

a convivenze che non hanno nulla in comune con esso. L’istituto matrimoniale

non è un’invenzione umana, ma divina.

2.«Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli

disse: non hanno più vivo».

Il matrimonio risponde al bisogno dell’uomo e della donna di uscire

dalla propria solitudine, al bisogno di vivere una vera comunione fra persone. è questa

la sua intima verità, il suo significato originario, poiché la

persona umana trova se stessa quando dona se stessa. Essa riceve quando e quanto

dona.

Ma per quale ragione all’uomo e alla donna che celebrano il loro matrimonio

viene a mancare il vino? Viene a mancare il vino quando e perché nel

cuore dell’uomo e della donna si estingue la capacità di amare,

la capacità di donare se stesso all’altro. Quando alla logica

del dono si sostituisce la logica del possesso: di se stesso e dell’altro.

Che cosa è accaduto a Cana? Gesù dona il vino nuovo. è in

Cristo che il matrimonio viene guarito e salvato. Per quale ragione? Perché Cristo  colla

sua grazia guarisce il cuore dell’uomo e della donna dalla loro incapacità di

amarsi, fino ad elevare la loro unità coniugale ad essere il segno dell’Alleanza

di Cristo colla sua sposa.

Carissimi sposi, voi – ne sono sicuro – sperimentate ogni giorno

sia il desiderio di vivere sempre più profondamente la vostra unione

coniugale sia la difficoltà che incontrate nel realizzare questo desiderio.

La pagina evangelica vi invita oggi ad accostarvi a Cristo; a prendere da Lui

il “vino nuovo” per il vostro banchetto nuziale.

3.«Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di

Gesù». Al centro di questa narrazione ci sta con Gesù Maria. «C’era

la madre di Gesù»: è lei che si rende conto che è venuto

a mancare il vino. Ed è la sua fede che spinge Gesù al dono.

è la donna a soffrire maggiormente della degradazione dell’istituto

matrimoniale, poiché essa è stata creata perché fosse

possibile la comunione fra le persone.

Carissime sorelle, non rinunciate mai alla dignità, alla preziosità della

vostra femminilità. Non è negando la vostra diversità che

voi potete affermare la pari dignità.

«La madre di Gesù gli disse: non hanno più vino».

In questa pagina si ha la prima rivelazione del coinvolgimento di Maria nel

nostro destino. La sua maternità si estende a ciascuno di noi ed assume

la figura della preghiera di intercessione. Maria si pone fra gli uomini, incapaci

di amare, ed il Figlio suo. Si pone non come estranea a nessuno dei due. Ella è la

Madre di Colui che può donarci il vino nuovo; ed è consapevole

della nostra povertà. Ella presenta al Figlio il “vuoto” dell’uomo: «non

hanno più vino»; agli uomini presenta la volontà del Figlio: «fate

quello che ci dirà».

Carissimi sposi, questa pagina santa vi insegna tutto. è Cristo la

salvezza del vostro matrimonio, perché è Lui che vi dona la capacità di

amarvi in verità! Questo dono è realizzato su richiesta di Maria:

a lei affidate oggi voi stessi, il vostro matrimonio, la vostra famiglia. Solo

così al vostro matrimonio non verrà mai a mancare il vino e ritroverete

sempre la sorgente della vera gioia, la gioia del vero amore.

 

11/09/2005
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