1. «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria». Miei cari fedeli, queste parole che Dio ci ha appena detto attraverso il profeta, ci fanno conoscere la volontà divina di salvare tutti gli uomini. L’amore di Dio non esclude nessuno. Non si tratta di un amore generico verso la “umanità ”: ciascuna persona umana, a qualunque popolo appartenga, è amata dal Signore. Egli è l’amante della vita, amico di tutto ciò che esiste ed è creato da Lui [cfr. Sap. 11,24-12,1].
Ma, come avete sentito, questo universale progetto di salvezza si realizza in un modo preciso così descritto dal profeta: «Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta al Signore … al mio santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano l’offerta su vasi puri nel tempio del Signore». Dio vuole salvare ogni uomo conducendolo “sul monte santo di Gerusalemme”. Viene qui prefigurata la realtà della Chiesa. Dio ci salva non individualmente, ma facendo di noi la sua comunità ed il suo popolo. Nella Chiesa ogni persona può presentarsi al Signore; nella Chiesa ogni persona è redenta e salvata. è la Chiesa, seme ed inizio del Regno di Cristo e di Dio sulla terra, la realizzazione del divino ed universale progetto di salvezza: tutti i popoli e tutte le lingue sono radunati in essa dal Signore.
La pagina profetica, come avete sentito, termina nel modo seguente: «Anche fra essi mi prenderò sacerdoti e leviti». Nel popolo ebraico si diventa sacerdoti in forza di una discendenza biologica: chi apparteneva, e solo chi apparteneva alla tribù di Levi, era sacerdote. Ora nella Chiesa, in un senso molto profondo, tutti i battezzati sono sacerdoti. Gesù si è offerto liberamente al Padre per fare tutta la sua volontà , fino al dono di Sé sulla croce. Ora nella Chiesa tutti gli uomini e le donne, in Cristo e con Cristo, offrono i loro corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio [cfr. Rom 12,1].
Vedete, miei cari, come il profeta già prefigurava il compimento del progetto di Dio: tutti, nessun popolo e nessuna persona esclusi, sono chiamati ad entrare nella Chiesa – il santo monte di Dio – e fare della propria vita il vero sacrificio gradito a Dio.
Se ora prendiamo nelle nostre mani il santo Vangelo, in un certo senso il tono della Parola diventa più drammatico. Esso richiama la nostra attenzione più che sulla volontà di Dio sulla volontà dell’uomo. L’uomo, ciascuno di noi, può rifiutarsi alla proposta di Dio: esplicitamente oppure semplicemente rimanendo indifferente.
La proposta divina non dura in eterno. Arriva un istante in cui essa finisce: “la porta si chiude” definitivamente. Ascoltiamo le gravi parole di Gesù. «Sforzatevi di entrare per la porta stretta …».
2. Miei cari cresimandi, il sacramento che fra poco riceverete è uno dei segni efficaci, visibili, della volontà del Signore di salvarvi: di farvi suoi amici, di farvi membri della sua Chiesa, cittadini della sua città santa.
Voi potete ora riceverlo e poi, usciti da questa Chiesa, dimenticare tutto e vivere come se il Signore non vi amasse e non ci chiamasse a seguirlo.
Non accada questo! Come vedete, il Signore desidera stringere con voi amicizia, vi chiede di diventare suoi discepoli.
Continuate ad approfondire la vostra conoscenza di lui, non interrompendo la vostra frequenza al catechismo. Siate fedeli alla celebrazione festiva dell’Eucarestia.
E voi adulti, sostenete il loro cammino col vostro esempio e la vostra esortazione. «Perciò rinfrancate» tutti «le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e fate passi diritti coi vostri piedi» verso il Signore.
