Festa della Conversione di S. Paolo
Chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
(nella Basilica di S. Paolo Maggiore)

1. «Pregate continuamente, e in ogni circostanza ringraziate il Signore». Il Signore Gesù ci ha convocati ed attraverso il suo Apostolo ci invita questa sera alla preghiera continua. Obbedienti a questo comando, ci siamo riuniti per pregare per l’unità dei cristiani.

            La prima via percorrendo la quale giungeremo all’unità, è la preghiera incessante per essa. Per una serie di ragioni teologiche che giova brevemente richiamare.

– L’unità dei cristiani non è opera loro perché non è opera semplicemente umana. Essa è partecipazione di quella unità nella quale il Padre è nel Figlio ed il Figlio è nel Padre. «Padre santo» così ha pregato Gesù «custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi» [Gv 17,11].

– La preghiera comune dei cristiani invita Cristo stesso a visitare la comunità di coloro che lo implorano: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» [Mt 18,20]. è per la guida interiore del suo Spirito che noi possiamo dire: «Abbà, Padre». Veramente nella comunione di preghiera Cristo è realmente presente, e prega in noi, con noi e per noi.

– Il nostro trovarci insieme questa sera a pregare ci permette di sperimentare la verità della divina Parola: «uno solo è il vostro Padre» [Mt 23,9] ed anche: «uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli» [Mt 23,8]. Realmente in questo momento viviamo la nostra fondamentale fraternità in Cristo che è morto e risorto per riunire i dispersi.

2.            «Fratelli, vi prego, vivete in pace tra voi … cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti». L’esortazione apostolica tuttavia non si limita alla preghiera. Quanto i cristiani vivono nella preghiera devono tradurlo in coerenti stili di vita: «vivete in pace tra voi». L’unità dono del Padre in Cristo mediante lo Spirito esige di trasformare la nostra libertà ed il suo esercizio. La “vita nella pace tra noi” è la sintetica esortazione dell’Apostolo.

E perché non sia, questa esortazione a vivere nella pace, una vaga ispirazione, l’Apostolo stabilisce in una serie di imperativi le cose che edificano la pace: il rimprovero fraterno, l’incoraggiamento dei paurosi, l’aiuto dei deboli, la pazienza verso tutti.

Quanto è importante questa esortazione dell’Apostolo! L’essere, il vivere in pace tra noi esige ogni sforzo da parte di ciascuno per liberarci da ogni pregiudizio che ci impedisca di considerare nella verità e nella giustizia la condizione dell’altro. Solo così si può giungere ad una reciproca edificazione: «cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti». E ci ammonisce infine l’Apostolo: «Dio vuole che facciate così, vivendo uniti a Gesù Cristo».

Tornano alla mente le parole di S. Cipriano: «Il sacrificio più grande da offrire a Dio è la nostra pace e la fraterna concordia e il popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» [De Domenica Oratione 23; CSEL 3,285].

è nella memoria della conversione dell’Apostolo che si eleva la nostra preghiera. E l’Apostolo ha concluso la sua esortazione dicendo: «vivendo uniti a Gesù Cristo». Che egli ci ottenga di “reputare tutto una perdita nei confronti della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù [cfr. Fil 3,8]. A Lui la gloria e l’onore nei secoli dei secoli. Amen

25/01/2008
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