DOMENICA XXVI PER ANNUM (A)

1. Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica è di facile comprensione. Il suo significato emerge dal dialogo finale: «Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?» Risposero: «Il primo». Gesù in sostanza vuole insegnarci che non compie la volontà di Dio chi dice semplicemente di farlo, ma chi la compie effettivamente.

Non dobbiamo lasciarci ingannare, e pensare che questa pagina del Vangelo in fondo dice una ovvietà. Dobbiamo coglierne tutta la profondità.

In primo luogo Gesù attraverso questa parabola ci dà una interpretazione di tutta la storia della nostra salvezza. Miei cari fratelli, la vostra carità voglia prestarmi attenzione.

Alla fine del brano evangelico, Gesù distingue nel popolo che lo attornia due grandi categorie di persone: «i pubblicani e i peccatori» cioè le persone che non hanno nessun comportamento religioso; e l’altra categoria, «voi», cioè coloro che osservavano scrupolosamente le tradizioni proprie dell’ebraismo. Le due categorie corrispondono alla grande distinzione all’interno della famiglia umana: il popolo di Israele, il popolo dei pagani. Mentre il primo non ha accolto il dono di Dio che è Gesù e chi lo preparò, Giovanni Battista, il secondo si convertì e credette.

Senza volere entrare negli imperscrutabili disegni divini, noi, il popolo dei pagani, dobbiamo essere eternamente grati al Dio ricco di misericordia, che senza alcun nostro merito, ci ha chiamati alla conoscenza della verità. Gesù già vedeva durante la sua vita terrena questo misterioso evento. Coloro che erano stati eletti, coloro che erano stati predestinati ad accogliere il Messia di Dio, lo rifiutano, pur essendo scrupolosi osservanti delle tradizioni religiose. Coloro che erano non-popolo di Dio accolgono la luce della divina rivelazione, e passano avanti ai primi nel Regno di Dio.

Nel contesto della storia della nostra salvezza, comprendiamo ora il senso ultimo dell’espressione «compiere la volontà del Padre».

Non si tratta in primo luogo di compiere alcune azione ed ometterne altre. Si tratta più profondamente di conoscere il progetto di Dio sulla nostra vita, e di compierlo. Si tratta di abbandonare l’attitudine di chi pensa di vivere in piena autonomia; di chi ritiene che sia libero solo colui che progetta la propria vita come gli pare e piace, e di collocarsi dentro al progetto di Dio.

Poco fa abbiamo pregato nel modo seguente: «Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza». Questo, miei cari, è il giusto atteggiamento dell’uomo. La via che dobbiamo percorrere se vogliamo salvarci, è quella che il Signore ci indica. E pertanto dobbiamo essere docili discepoli della sua istruzione e fedeli alla sua guida.

2. Cari fedeli, l’apostolo Paolo scrivendo ai cristiani di Colossi, li assicura che non cessa di pregare per essi, perché abbiano una conoscenza piena della volontà di Dio, così che possano comportarsi in maniera degna del Signore [Cf. Col 1,9-10].

Stiamo celebrando i divini Misteri ricordando i nostri Vescovi defunti. è un dovere di gratitudine che stiamo compiendo. Essi quando erano fra noi, ci hanno aiutato – colla predicazione e colla preghiera – ad avere una “conoscenza piena della volontà di Dio”. Una conoscenza che aveva di mira una condotta pratica di vita. i vescovi ci hanno cioè istruito circa le vie del Signore. In questo modo ci hanno introdotto nella vita eterna. Infatti «il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno» [1Gv 2,17].

Cari fratelli, attraverso il servizio pastorale dei vescovi di cui questa sera facciamo memoria, il progetto divino sull’uomo, la sua volontà, è entrato nella nostra vita e ha plasmato l’identità della nostra grande tradizione. Non la loro persona, né le loro capacità umane, bensì esclusivamente il Vangelo loro affidato perché lo predicassero, hanno costruito questa santa Chiesa di Dio.

Ora questa tradizione è affidata a noi. è affidata a me ora vostro pastore ed ai miei principali e necessari cooperatori, i presbiteri. è affidata a voi genitori perché la trasmettiate ai vostri figli. Il Signore ci custodisca tutti nella sua santa volontà. I 118 vescovi che si sono succeduti preghino perché abbiamo una conoscenza piena di essa, così da comportarci in maniera degna del Signore.

28/09/2008
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