Messa conclusiva Visita pastorale Budrio

Ho capito a Budrio, ascoltando il bellissimo concerto del settetto di ocarine, come ogni strumento è diverso dall’atro e come, per suonarlo, c’è bisogno degli altri. Certo, possiamo farlo da soli, ma è un suono povero, mentre quando loro suonano guardano tantissimo gli altri, e così anche noi impariamo a guardare assieme. Ecco cosa significa la comunione per le nostre comunità, tutte pezzi unici, originali proprio come le ocarine, e come è ciascuno di noi. Come possiamo?  Mettendo al centro la Parola e ascoltandola com’è. Rivolta a ciascuno di noi. Se manca il mio lo tolgo a qualcosa. E anche la mia originalità non serve da sola, dobbiamo imparare a unirla. È la bellezza della comunione. Pensarsi insieme, in relazione. Ci cambia, ci fa trovare il nostro valore.

Gesù aveva molta folla. Confusione, anche. Non si spaventa, non manda via, non mette il numero limitato. Parla a tutti e tutti parlano a Lui. Non dice quello che lo fa Re e non asseconda la gente che vuole farlo Re. Gesù non è un Re ma è il messia di Dio, l’invisibile che si fa visibile, che vediamo quando gli occhi si aprono e che possiamo vedere solo nell’amore. Altrimenti non è che non c’è: non lo vedo, non lo riconosco.

Gesù non si fa chiudere a nostro servizio. L’individualismo piega tutto a sé. L’amore piega tutto all’altro. Gesù parla a te e dice chi posso mandare? Dove? A guardare con compassione il prossimo, a curare le ferite nascoste, a servire, a proclamare la speranza dove c’è la rassegnazione. Non diventa un consulente di benessere, ma una presenza, uno che parla e che ci dona casa se facciamo quello che ci dice, come suggerisce la Chiesa, e se non gli facciamo dire quello che vogliamo noi!  Non è un consulente privato, ma il cuore che parla al cuore. Non fa quello che vogliamo, ma nell’amore ascolta e vive con te perché, in realtà, Gesù resta con noi, non guarda da lontano e sta dove siamo.

L’invito a Pietro e a ciascuno è quello di prendere il largo. Le parole di Gesù risuonarono chiare anche quel giorno: “Prendete il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Ci dice qualcosa di strano. La pesca si faceva di notte e ci chiede di farlo di giorno. Simone non si mette a discutere, Non si fa forte della sua esperienza. Non aveva preso nulla. L’esperienza e la Sua parola. Lo faccio per Lui, perché me lo chiede. Obbedì ugualmente a quelle parole e rispose: “Sulla tua parola getterò le reti”.

Ascoltare e mettere in pratica è il segreto. Presero una quantità enorme di pesci, e le loro reti quasi si rompevano. Quante cose belle, se le sappiamo vedere! Una storia piena di frutti d’amore. Lungo gli anni anche noi abbiamo sentito il bisogno di chiamare altri, per poter partecipare alla pesca miracolosa. E abbiamo sperimentato la forza della comunione che, liberandoci dai nostri egoismi, rende fruttuosa la predicazione del Vangelo.

Oggi ancor più forte, in un mondo in cui tanti sono travolti dalle onde gelide della guerra, dell’indifferenza, dell’abbandono. Lui la nostra speranza, non temiamo di obbedirgli e anche noi, da oggi in poi, riprendiamo a camminare con Lui. Io conosco la vita! Io so come sono fatto, la fatica che mi è costata la notte! Vuoi che non sappia come vanno le cose? Ma che figura ci faccio con gli altri a cambiare, sembra che non sappia fare il mio mestiere ed abbia bisogno di Lui? Per me è andata così, il mio percorso è stato questo, fatalmente! E, poi, perché adesso dovrebbe andare diversamente? E la vita è la mia, seguo quello che sento, che penso io! Fidarsi della sua parola. “Non temere”. Gesù libera dalla paura. D’ora in poi sarai pescatore di uomini. Gesù gli chiede di usare le sue capacità non più per sé ma per il Vangelo e per gli altri, perché solo così non le perdiamo, acquistano senso ed utilità. Quanti frutti di amore, di gioia, di vita, quando gettiamo le reti in altum, vincendo la rassegnazione, la pigrizia, quando ci leghiamo a chi è solo, a chi ha bisogno, al povero invisibile perso nel mare dell’indifferenza! Il perdono è la fiducia che il Signore dona a Pietro e ad ognuno di noi: non sei un peccatore, sei con me e mi aiuterai a rendere questo mondo il giardino per cui l’ho creato e che il male, invece, vuole trasformare in un deserto senza vita. “Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”. Che sia così anche per ognuno di noi.

Budrio, Parrocchia di San Lorenzo
09/02/2025
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