In mattinata la catechesi in San Giovanni Battista dei Fiorentini seguita dall’arrivo in San Pietro e dall’attraversamento della Porta Santa
Un’intensa, bellissima giornata di fede, preghiera e amicizia: è quella vissuta dai 2000 pellegrini provenienti da tutta la nostra diocesi impegnati sabato 22 marzo nel Pellegrinaggio giubilare diocesano, guidato dall’arcivescovo Matteo Zuppi insieme ai Vicari generali monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni.
La giornata è iniziata per tutti molto presto quando treni e pullman, accompagnati da qualche goccia di pioggia, sono partiti da Bologna e altre zone della diocesi alla volta della Capitale.
Il primo raduno per i pellegrini si è svolto nella chiesa romana di San Giovanni Battista dei Fiorentini, dove si è ascoltata la bella catechesi di don Andrea Lonardo, nativo di Bologna, ed attualmente docente all’Istituto di scienze religiose «Ecclesia Mater» di Roma nonché direttore del Servizio per la Cultura e l’Università della diocesi di Roma.
Subito prima dell’incontro, un vivace momento di animazione e gioco, guidato da Rosa Popolo, per i numerosi bambini presenti.
«Attraverso il pellegrinaggio, la carità e la preghiera – ha spiegato don Lonardo – il cristiano trova la forza di combattere contro il male. Il Giubileo è un’intuizione antica ma essenziale anche per l’oggi, perché ci ricorda che il Cristianesimo non è un mito: a Roma veramente Pietro è stato ucciso. Dunque non si può non avere una relazione con la Città Eterna e con il suo Vescovo. Non dimentichiamoci mai che la nostra fede non è fatta solo scrittura, ma anche di immagini. Riscopriamone il valore, perché esse sono costitutive della nostra fede. Purtroppo molte delle nostre chiese moderne ne sono quasi totalmente prive eppure l’immagine, nella tradizione cristiana, ha il potere dell’evocazione: un passo del Vangelo possiamo dimenticarlo ma, ad esempio, se vedessimo la “Vocazione di San Matteo” del Caravaggio non la dimenticheremmo mai più. La nostra catechesi deve fare un salto di qualità proponendo davvero e motivando le questioni fondamentali della fede, illustrandone la bellezza».
«Possiamo e dobbiamo cambiare – ha detto il cardinale Zuppi nel corso della catechesi -. L’esperienza di oggi ravviva in noi il concetto di indulgenza, che non significa chiudere un occhio o “fai come ti pare!”, ma ci ricorda il nostro coinvolgimento in una storia d’amore. Diceva don Primo Mazzolari: “La speranza è un contadino che, nel freddo e nella nebbia di ottobre, vede le messi di giugno”. Credo che, in un mondo nel quale sembra prevalere l’immobilismo, l’egoismo e il calcolo, la speranza va controcorrente ricordarci di guardare a ciò che ancora non abbiamo e, forse, avranno solo altri».
Poi il percorso verso la Basilica di San Pietro, con il pellegrinaggio vero e proprio lungo via della Conciliazione, accompagnato dalle preghiere e dai canti predisposti dall’Ufficio liturgico diocesano.
Passati i controlli di sicurezza, finalmente l’attraversamento, con grande emozione, della Porta Santa e l’ingresso in San Pietro.

Qui il momento culminante e conclusivo del Pellegrinaggio: la Messa presieduta dall’Arcivescovo all’Altare della Confessione e concelebrata, fra gli altri, dai Vicari generali e da alcuni sacerdoti diocesani.
Scarica qui il testo dell’omelia dell’Arcivescovo
«Non è da ingenui voler cambiare il mondo, ma da figli della speranza – ha detto l’Arcivescovo in un passaggio dell’omelia -. Questo amore rende anche noi luminosi. Conversione significa prendere sul serio la misericordia e non perdere occasione per diventare anche noi pieni di luce grazie all’amore di Dio. Il Giubileo è l’occasione per portare la speranza affinché il male non vinca. La forza che ci fa combattere è l’amore. Attraverso di noi, la speranza risplenda. La forza della speranza possa riempire il nostro presente».
«In questa occasione – ha proseguito il Cardinale – ci uniamo particolarmente nella preghiera a Papa Francesco».




















