«Oggi viviamo tanta gioia, in questa celebrazione conclusiva del nostro pellegrinaggio, da cui inizia il cammino di tutti i giorni! Troviamo tanta speranza, della quale possiamo e dobbiamo rendere ragione, perché siamo chiamati ad essere noi segni di speranza per tanti che la cercano. E tanti la cercano, in modi diversi, con grande sofferenza perché ci si fa male senza speranza e non si vive senza speranza».
È l’inizio dell’omelia dell’arcivescovo che ha tenuto sabato 22 marzo nella Messa in San Pietro in Vaticano a conclusione del pellegrinaggio diocesano giubilare.
«Abbiamo camminato insieme – ha proseguito .- confusi nella città, per ritrovarci. La Chiesa è questo, è legame di comunione che ci accompagna anche quando siamo lontani, e che si ritrova attorno a Gesù. Ringraziamo di questo luogo che ci riporta alle origini dell’avventura cristiana, ci aiuta a capire con Pietro chi è il più grande, e a seguire Gesù che ci dà l’esempio perché anche noi saremo beati se laveremo i piedi gli uni gli altri».
