Bologna ricorda con una mostra il più iconico dei suoi figli divenuto pontefice romano, Prospero Lambertini.
Benedetto XIV è stato raccontato attraverso i suoi libri e manoscritti e tanti strumenti scientifici donati all’università: cere anatomiche, carte geografiche, strumenti per lo studio della fisica, oggetti sacri.
A 350 anni dalla sua nascita l’Alma Mater gli dedica una mostra multidisciplinare: “Benedetto XIV e Bologna. Arti e Scienze nell’età dei lumi”, che resterà aperta a Palazzo Poggi fino al 27 luglio. Papa e Arcivescovo allo stesso tempo, per amore della Cattedrale di San Pietro di cui curò l’ultimo ampliamento e una ricca dotazione di arredi.
La mostra ricorda la dimensione “pop” di Lambertini, reso iconico dal commediografo dialettale Testoni e da Gino Cervi che lo interpretò in televisione. Ma Lambertini è anche il Papa che ha promosso la carriera universitaria delle donne, ha intrattenuto rapporto epistolare con Voltaire, ha donato la sua biblioteca privata all’ateneo, compresi antichi codici armeni, in slavo ecclesiastico, una delle primissime Bibbie a stampa, acquisisce un coccodrillo del Nilo e una tartaruga liuto, si fa mandare dall’Olanda una pentola a pressione, fa realizzare impressionanti modelli anatomici umani in cera.

