Questo Santuario è una casa di silenzio, di intimità, di comunione intorno a Maria. È uno dei luoghi del Giubileo. Ne abbiamo proprio bisogno. Saliamo volentieri, “in alto” direbbe il prossimo Santo PierGiorgio Frassati, per affrontare assieme a Maria e ai fratelli il bosco fitto del mondo, impenetrabile, dove è difficile trovare non una strada per camminare, ma la strada per attraversarlo e non restarne confusi, smarriti,esposti alle difficoltà, perché il bosco nasconde i pericoli e tutto diventa insidioso. La presenza buona di Maria, Madre nostra, ci ricorda la nostra vera condizione di figli e, quindi, di fratelli e sorelle. Il nostro è un mondo che sembra avere paura della fraternità, che vive quella condizione dei figli di Giacobbe che non riuscivano più a parlarsi amichevolmente (Gen. 37,4) perché Giuseppe sognava e loro erano invidiosi. Come è vero che il male nasce dai semi che appaiono piccoli, non pericolosi e poi, come l’istinto, diventano una forza che cancella l’umanità e che ci domina! E, quindi, come è vero anche il contrario, che il male lo sconfiggi con le scelte piccole, seminando amore, neutralizzandolo con il suo opposto, ad esempio invece dell’invidia la stima, il dono! Non sapevano parlare amichevolmente proprio come il giovane cui apparve la Madonna, e qui anche noi impariamo la lingua della famiglia di Dio. I fratelli pensano subito che Giuseppe volesse regnare su di loro e lo odiano per questo. Non credono alla fraternità, anzi tutto è interpretato in maniera malevola, divisiva, diremmo politica, sospettosa. Anche per questo quanto è importante essere insieme, capire che siamo fratelli, difendere la comunione, imparare ad amarci per quello che siamo, superare le inevitabili divisioni! Lo siamo già fratelli e sorelle e questa Madre ce lo ricorda, liberandocidall’individualismo che ci fa credere di stare bene da soli e ci rende solo voraci consumatori e possessivi. Lo siamo nelle nostre relazioni, nei nostri atteggiamenti, nei sentimenti, nelle scelte? La fraternità non è un titolo, ma è delicata responsabilità, consapevolezza che l’altro non è mai un estraneo, ma sempre mio fratello. Non a caso Papa Leone XIV ha detto l’altro giorno che l’amicizia è la via della pace. Vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada per la pace. “La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco”. Uniamo la Parola di Gesù alla vita, altrimenti diventa una legge, un’interpretazione, una spiegazione, mentre è un incontro di amore, è compassione, pensarsi insieme, essere insieme, amore. Senza la fraternità, al contrario, c’è solo la violenza, l’indifferenza, un mondodiventa un bosco di pericoli, dove le bombe e i droni sono i fulmini che minacciamo la vita, distruggono tutto, a cominciare da quel tempio di Dio che è ogni persona. Ma ricordiamoci sempre che per Gesù anche chi dice pazzo a suo fratello è omicida! Ogni persona, sempre e tutte, ha lo stesso valore che va amato e difeso. Maria è Madre di tutti, non è mai di parte, perché la sua parte sono i suoi figli, è l’essere famiglia e ricorderà sempre al fratello maggiore che il piccolo, anche se ha sbagliato tutto, è suo fratello. Ecco cosa ci chiede Maria, regina della pace, che non smette di sperare che questa venga perché sa che non si può vivere senza. Senza la pace davvero tutto è perduto e tutto diventa tragicamente e incredibilmente possibile! Per cercare la pace, però,bisogna piangere, perché la speranza è quella che abbiamo ascoltato dal Libro del Siracide, che ci invita adavvicinarsi a lei, a saziarci dei suoi frutti dolci, perché chi la ascolta non sarà deluso, anzi ci libera dal veleno paralizzante della disillusione, quella che fa sciupare le occasioni, che consiglia di rinunciare, magari lamentandosi di non averne. La speranza è vedere oggi quella città santa, la sposa pronta per il suo sposo, le vere nozze di Cana. Essi saranno suo popolo, non degliestranei o dei nemici. La speranza sono le lacrime asciugate, che significa, però, piangere con chi è nel pianto, perché asciuga le lacrime Gesù che piange con Marta e Maria. La speranza richiede pazienza. Maria si accorge che manca il vino, che finisce la gioia. Chiede senza sapere la risposta, ma sapendo che Gesù farà quello che serve. Ecco la speranza, che non significa avere tutte le risposte, ma fidarsi della Parola che non delude e affidarsi a Lui. E per questo Maria chiede a quei servi: ““Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, coinvolgendoci nella sua speranza, chiedendo di ascoltare e di mettere in pratica. La speranza ha bisogno di noi, di servi della gioia! Ascoltare e mettere in pratica, perché solo così si diventa familiari di Gesù. Maria interviene senza accusare nessuno, senza mettersi a cercare la colpa, se del maestro di tavola, dei commensali, di qualcuno che aveva bevuto più di altri, dell’avarizia degli sposi. Manca il vino e bisogna trovarlo. Semplicemente questo. Non può accettare che quei figli non abbiamo gioia, non si rassegna, tanto che se manca bisogna fare subito qualcosa. Non guarda enon resta in silenzio a pensare male, con malcelata soddisfazione di vedere gli sbagli degli altri per sentirsimigliori. Va da Gesù, fa cioè la cosa più importante di tutte. È una madre e l’unica cosa che vuole è che siano nella gioia. Gesù è il vino buono, quello più buono, quello che non finisce e che rende la fine un inizio. Anche i servi all’inizio fanno qualcosa che appare loro inutile, uno sforzo enorme per portare una quantità di acqua spropositata, quando invece serve il vino! Noi facilmente avremmo iniziato a dividerci, a pensare male anche di Gesù, come se non capisse lui la vita, a discutere tra noi tanto da finire per non andare aprendere l’acqua che serve. Quante discussioni, personalismi, puntigli, nelle nostre comunità impediscono a Maria e a Gesù di rispondere alladomanda più vera di quelle persone e di ogni persona: il vino della pace, del gusto della vita che libera dal senso della fine. È anche il vino dello spirito in un mondo arido, senza cuore, stordito di emozioni ma senza sentimenti, pieno di solitudine anche se connessocontinuamente. E l’inganno non è solo di credere diavere tanti follower o di contare per qualche riconoscimento digitale. Non c’è il vino. La risposta di Gesù è molto diversa da quello che avrebberoimmaginato di sentire. Maria cerca lavoratori che si mettano a disposizione, semplicemente, senza calcoli, senza rivendicazioni, senza protagonismi o alla ricerca della propria considerazione. Non umarell o quelli che hanno sempre da ridire su tutto, diventando offensivi, distruttivi, divisivi, pensando di avere ragione. Vogliamoaiutarla a dare la pace che oggi manca così tanto? Siamo qui per intercedere come Maria per un mondo pieno di lacrime. Non lasciamoci vincere dal male, ma vinciamo il male facendo quello che ci dice Gesù, di iniziare ad amare tutti e sempre, di diffondere la luce di Dio, semplicemente vincendo il male con il bene! Non dire che non serve quello che fai tu. Aiuti la “comunione dei santi”; perché la santità non è la perfezione (quella,appunto, che i puri non sanno vivere e non sanno vedere, perché santo è il peccatore perdonato). Come Maria per quegli sposi, intercediamo per il mondo che ha perso la pace. Ci affidiamo a Gesù e, come Maria, lasciamo che “avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). Non affermare noi stessi, ma essere servi e in realtà amici di Gesù che si è fatto Lui nostro servo. Accorgerci di quello che manca agli altri, smettere di lamentarci di quello che manca a noi, cercare di trovare quello serve per la loro gioia ci fa trovare in realtà quello che cerchiamo per noistessi! Sia così.
Messa alla Madonna dell’Acero
Lizzano in Belvedere, Santuario Madonna dell’Acero
05/08/2025
