Giovedì 14 agosto

La preghiera per la pace in nome delle vittime innocenti in Terra Santa

Le parole dell'Arcivescovo e le immagini della celebrazione

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Nel corso della liturgia, proposta insieme alla Piccola Famiglia dell’Annunziata, sono stati letti i nomi dei bambini palestinesi ed israeliani morti dal 7 ottobre

«Siamo qui a pregare per la pace perchè non perdano la vita altri innocenti. Qui a Monte Sole non si è di parte, ma si cerca, sistrova e si sceglie l’unica parte che è quella di Dio, che ricostruisce la fraternità».

E’ un passaggio dell’omelia dell’Arcivescovo che giovedì 14 agosto, presso i ruderi della chiesa di Santa Maria Assunta a Casaglia, nel Parco Regionale Storico di Monte Sole in Comune di Marzabotto, ha guidato la preghiera per la pace in nome delle vittime innocenti in Terra Santa. Durante la celebrazione, proposta dalla Chiesa di Bologna insieme alla Piccola Famiglia dell’Annunziata, l’Arcivescovo ha dato inizio alla lettura dei nomi dei bambini israeliani e palestinesi morti il 7 ottobre 2023 e successivamente nei territori della Striscia di Gaza.

«Questo è un momento di preghiera – ha detto ancora l’Arcivescovo – e la preghiera non ci porta fuori dal mondo ma dentro. La sofferenza diventa intercessione, perché la creazione e le creature chiedono vita, futuro, speranza. Non chiedono guerra, ma pace! Ogni nome di bambini uccisi è una richiesta a Dio, ma anche agli uomini, perché li ascoltiamo, ci lasciamo toccare dall’ingiustizia che ha travolto la loro fragilità. La loro morte, di tutti loro e di ognuno, susciti le lacrime di commozione e le scelte finalmente lungimiranti di pace e non tragicamente opportunistiche. Non c’è classifica nel dolore. Siamo qui per chiedere che nella Terra Santa ogni persona, a cominciare dai più piccoli, non perda la sua vita per colpa di suo fratello».

«Ogni persona è un nome – ha concluso il cardinale Zuppi –  il suo e nostro nome! Oggi li ricordiamo perché nessuno può essere mai unumero, una statistica! Per questo pronunceremo uno ad uno i loro nomi ad iniziare dagli uccisi il 7 ottobre dalla follia omicida di Hamas, dalla quale bisogna prendere le distanze, come da qualsiasi ideologia o calcolo che riduce l’altro a un oggetto, a qualcosa di residuale, a un nemico. Essi chiedono di impegnarci tutti a trovare o perseguire con più intelligenza e passione la via della pace, iniziando dal cessate il fuoco e da offrire le condizioni per farlo, dalla liberazione degli ostaggi al non prendere in ostaggio un intero popolo».

E’ stato anche ripreso l’appello di Papa Leone XIV per la pace, ripetuto più volte in questi giorni nei suoi interventi, perché tacciano le armi, si fermino i conflitti e non si svolgano nuove iniziative poiché “la vera pace richiede la deposizione coraggiosa delle armi, soprattutto di quelle che hanno il potere di creare una catastrofe”, con l’invito a pregare per un mondo “dove i conflitti si affrontano non con le armi ma con il dialogo”.

Qui il testo integrale dell’intervento integrale dell’Arcivescovo

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Le immagini della celebrazione.

«Con questa preghieraafferma Paolo Barabino, superiore della Piccola Famiglia dell’Annunziataabbiamo voluto ricordare i nomi dei bambini israeliani e palestinesi uccisi durante la guerra. È stato il grido degli innocenti più innocenti che abbiamo voluto fare riecheggiare. Una preghiera pubblica preghiera pubblica ma che ha anche il senso di appello civile». I numeri parlano di 16 israeliani e 12.000 palestinesi che crescono sempre, ogni giorno.

«Questo è anche un modo di affidarci a loro, perché sappiamo e crediamo che sono vivi in Dio. Abbiamo scelti i bambini, come sono stati tanti anche qui nella strage di Monte Sole del 1944, perché sono le persone che escono da ogni polemica. Disarmano anche le coscienze, non possono essere giudicati o accusati di nulla. Sono alcuni dei morti, anche se in questo caso sono molto di più le vittime. Questo nostro gesto è un simbolo, cerca di estraniarsi dalla diatriba più minuta, per dire la gravità inaccettabile di quello che sta avvenendo».

Dagli anni ’80 la comunità monastica fondata da don Giuseppe Dossetti è presente sui luoghi dell’eccidio di Monte Sole come presenza orante, in un luogo che è stato testimone di tanto odio.

«La nostra presenza di preghiera – prosegue Barabino – è attaccata alla storia. I sentieri dove passiamo, dove preghiamo, sono intrisi di sangue, di grida, di chi si scappava, di chi inseguiva. Tutto questo ci fa ancora oggi, così anche Dossetti desiderava, una presenza orante, ma non per noi stessi, ma con il senso di una preghiera per il mondo».

Dopo 80 anni dai fatti di Monte Sole, vediamo come rimarginare le ferite non è per niente scontato. Ci vuole un impegno deciso. Come si può cominciare a lavorare adesso per una possibile riconciliazione dei conflitti che stiamo vivendo?

«Questo è un problema enorme – ha spiegato Barabino -. Vediamo un odio che cresce e ci chiediamo come far vincere nelle coscienze anche cristiane la parola del Vangelo rispetto al grido della pelle, perché il grido della pelle chiede di vendicare il sangue, l’ingiustizia, l’occupazione. E allora bisogna compenetrare la giustizia e anche la ricerca della fratellanza con l’altro. E questo è difficilissimo: è molto importante certamente la fede, per chi ce l’ha. Qui a Marzabotto e Monte Sole anche chi non ha avuto fede è riuscito a fare un cammino per cessare di odiare, per non volere il male dell’altro. Un cristiano forse riesce più a dire la parola perdono, ma ci sono tante coscienze che sono riuscite a dire «io non odio». Questo è già uno scalino importantissimo.

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