In questi tempi così tragici, di tante scintille che possono scatenare un incendio terribile e innescare una reazione troppo timidamente contrastata, comprendo con crescente consapevolezza e gratitudine l’amore di Dio per la mia e la nostra vita, la Parola che continua a farsi carne e a generare speranza nei cuori. Nel buio capisco di più la luce, nella paura la protezione, nell’incertezza la via, nella confusione la verità, nella fragilità la vita. Sento la forza di trasformazione che la fede accende nei nostri cuori, la ribellione intelligente e intemerata al male che essa genera, la pazienza di riparare le relazioni lacerate e di guarire le ferite dei cuori. Sento la grazia di essere qui, di essere insieme comunità, famiglia di Dio che impara dal suo Maestro ad amare anche il nemico e, quindi, a vincere la guerra, le tante cause che la producono e le eredità che la seguono.
E il Maestro non smette di avere fiducia in noi più di noi stessi, per strapparci da una vita vana o dai sentimenti che ci distruggono! Ringrazio per la gioia e la tanta umanità che il Signore genera in noi, perché ci coinvolge nella compassione per chi è povero, rende dolce quello che era per noi amaro, ci libera dalla misera discussione su chi è il più grande, dall’esistere se appari, dal contare se ti affermi, dall’essere aiutato se conviene. Scopriamo che tutto ci appartiene se tutto amiamo. Riconosco i doni, capisco che sono io il destinatario se smetto di credere mio quello che possiedo, perché è mio ciò che amo. Allora tutto cambia e capisco in modo nuovo l’Autore del dono e la comunità con cui li condivido. Ecco perché vivo con tanta gioia la grazia di accompagnare con affetto e riconoscenza Riccardo e Samiel, insieme alle loro famiglie, parte in commossa e fisica presenza e parte in un’altra presenza, perché nella comunione non esiste il “remoto” ma solo e sempre l’amore. La comunione è amore spirituale, da curare nel segreto del nostro cuore con la preghiera e la santità, ma anche molto umano, materiale, che passa per le nostre persone, per il corpo della comunità dei fratelli e delle sorelle.
Il nostro Dio non è un’entità indistinta, diffusa, ineffabile, senza concretezza, che non ci chiede nulla, per niente impegnativo. Il nostro non è un Dio privato, che deve assicurare benessere e garantire sicurezza senza nulla chiedere. Il nostro è un Dio che ci regala il bene e la pace perché ci ama e chiede ad ognuno di noi di amare e per questo di dare tutto, non un’emozione o una dichiarazione lontane dalla vita. È un Tu che fa trovare quello che siamo, non è una lezione impersonale ma una relazione, un incontro che si rinnova, insomma un amore da amare perché ci ama. Dio, lo abbiamo ascoltato, ha un desiderio, che rivela e ci affida, che non smetteremo mai di capire e conoscere come l’amore: Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”. Per questo è venuto e per questo non smette di bussare alla porta del nostro cuore. Per questo prova compassione per la folla e ci coinvolge per portare – lo chiede proprio a noi – il suo amore ai tanti che ne hanno bisogno. Servire non è annullarsi ma trovare quello che cerchiamo, capirsi come nessuna interpretazione o elaborazione può garantire, affidarsi al Signore e a questa Madre che è la Chiesa. Non siamo chiamati – e voi non fate eccezione – perché perfetti e non dobbiamo dimostrare di essere perfetti ma santi perché chiamati da Lui.
Siamo tutti qui con Riccardo e Samiel perché Dio unisce i suoi due amori: ama i suoi e ama la folla. Ecco, carissimi Riccardo e Samiel, la bellezza della vostra scelta, quella di rispondere donando la vostra vita al Signore e alla sua comunità di fratelli e sorelle mandata nella grande messe del mondo! Sappiate che la vostra scelta ci aiuta a contemplare oggi la bellezza della comunità, ci incoraggia a scegliere, ci conforta nelle inevitabili fatiche, nel senso di amarezza e stanchezza, ci spinge ad avere fiducia nell’amore del Signore e a metterci con passione al servizio in un mondo così segnato dalla violenza, dalla paura, dalla solitudine, dall’odio. Lo possiamo fare tutti, ognuno come può e con quello che gli è chiesto. Tutti e a tutte le età. E a tutti è chiesto qualcosa. Se pensi il contrario il problema non è del Signore, ma tuo! Siate, nel vostro ministero di presbiteri, costruttori pazienti di comunità e di relazione, presiedete nella comunione, cioè nell’amore, la comunione, della quale siamo e siete anche figli, e servite sempre con gioia e amabilità perché, non dimenticate, Dio ama chi dona con gioia. Ricordatevi che siamo sempre figli e fratelli, che la Chiesa è famiglia e che questa inizia nell’accoglienza, nel capire e far sentire compresi. Siamo e siete esperti di umanità.
Caro Riccardo, esercitati in tanti modi, con la tua pazienza ed equilibrio, con la tua passione intelligente e la tua partecipazione affettiva, a parlare con i segni della lingua che supera non solo la barriera della sordità ma anche quella del cuore, donando così a tutti i segni della presenza di Cristo. Caro Samiel, sii sempre generoso e sollecito come nell’insegnamento dove raggiungi i cuori di tanti ragazzi e dove non sei un distaccato dispensatore di parole, parla a tutti con la disponibilità e la gratuità dell’amore di Dio, con la tua umanità, con la tua ironia e sempre con tanta misericordia.
Nel Vangelo di oggi sperpera i suoi averi chi non condivide e siamo saggi quando iniziamo a farlo, perché ci conviene. Ricordatevi sempre che siamo servi, amministratori di beni e non proprietari. Gesù per primo si fa servo e mostra che la vera felicità non è nell’imporsi, nel possedere, ma nel lavorare per gli altri, nel renderli felici, nel farli sentire amati, nel donare senza calcolo, nel dare speranza affrontando le avversità. Vi ringrazio, figli carissimi, per questa vostra scelta, che è sempre assieme libera e personale e sempre risposta al Signore che ci chiama, perché senza di Lui non possiamo fare nulla. È Lui che sempre vi sceglie.
Amate la Chiesa con tanta riconoscenza e umiltà, sempre, per andare nella grande messe di questo mondo così segnato da violenze e divisioni. Se la comunione è forte, ricca di tanti doni, unita, sarete e saremo più credibili nel nostro servizio e il vostro ministero, e quello degli altri, la aiuterà a seminare con larghezza nei cuori delle persone l’amore di Dio. Il vostro volto trasmetta pace e accoglienza.
Dona a loro, Signore, la forza degli umili e la saggezza dei piccoli. Concedi nelle difficoltà di sentire sempre la tua protezione di padre e l’amicizia del fratello e dei fratelli. Sostienili nelle prove o quando sperimenteranno il limite del loro cuore e la durezza del mondo. Riempili con il tuo amore e la tua pace affinché possano essere intelligenti strumenti della riconciliazione e del perdono. Dona loro un cuore pieno di amore per servire, per essere più forti dell’amarezza, della noia, di ogni delusione, di ogni offesa. Fa’ che siano sempre pieni di gioia, anche nelle tenebre, perché siano loro lo spiraglio di luce che fa sentire infinitamente amati da te. Grazie Signore.
