Fondazione per le Scienze Religiose

La «Lettura Dossetti» a sessant’anni dalla fine del Vaticano II

La serata si è svolta nella chiesa di Santa Maria della Pietà

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La Fondazione propone anche l’esposizione «The Times They Are A-Changin. Il Concilio Vaticano II. Mostra di arte e videostoria» aperta fino al 6 gennaio a Palazzo Pepoli

Un viaggio storico, teologico ed ecclesiale nel contributo di don Giuseppe Dossetti al Concilio Vaticano II.

Lo ha proposto lo storico Alberto Melloni per il tradizionale appuntamento di “Lettura Dossetti” organizzato dalla Fondazione per le Scienze religiose nella chiesa di Santa Maria della Pietà.

Sessant’anni fa, l’8 dicembre1965 si chiudeva in Vaticano il più grande evento ecclesiale del XX secolo a cui contribuì anche la Chiesa bolognese con Lercaro, Dossetti, Bettazzi, e i loro collaboratori, teologi e ricercatori. Un incontro che ha mostrato ai presenti i documenti originali scritti a mano o battuti a macchina dallo stesso Dossetti.

Su un lungo tavolo sono stati allineati libri, riflessioni, importanti contributi che hanno illustrato fisicamente il percorso dal 1958 fino alla vigilia degli anni 2000 con la ricezione nelle diocesi degli insegnamenti del Concilio.

Per celebrare i sessant’anni di chiusura del Concilio la Fondazione per le Scienze Religiose propone l’esposizione «The Times They Are A-Changin. Il Concilio Vaticano II. Mostra di arte e videostoria» aperta fino al 6 gennaio 2026 a Palazzo Pepoli (via Castiglione 10). I visitatori attraverso un percorso espositivo tra i principali momenti dei lavori conciliari, collocandoli nel contesto storico, politico e culturale degli anni tra il 1958, l’anno precedente alla convocazione, e il 1965.

L’esposizione comprende documenti ufficiali, fotografie, materiali audiovisivi delle Teche Rai e altri archivi internazionali, oltre a diari e memorie personali dei vescovi, restituendo il vissuto dei protagonisti e l’ampiezza dell’evento. Accanto a queste fonti storiche trovano posto opere di artisti che hanno segnato la scena del secondo Novecento. Si tratta di lavori non pensati per illustrare la storia o la teologia del Vaticano II, ma realizzati negli stessi anni del Concilio: la loro coeva contemporaneità li rende capaci di evocare, con linguaggi diversi, il clima culturale e spirituale del tempo. Infine, una colonna sonora – a partire dal celebre brano di Bob Dylan che dà titolo alla mostra: «The Times They Are A-Changin’ » – completa l’esperienza immersiva richiamando l’atmosfera culturale e sociale degli anni Sessanta.

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