La testimonianza della delegazione bolognese

Assemblea nazionale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, una cronaca

I lavori si sono conclusi dopo la riscrittura del «Documento di sintesi»

La delegazione bolognese era composta, insieme al referente diocesano mons. Marco Bonfiglioli, da Rosa Popolo, Elisabetta Lippi, Luca Marchi e dal dehoniano p. Marco Bernardoni

Sabato 25 ottobre, nella cornice del Giubileo delle equipe sinodali e degli organismi di partecipazione, si è tenuta la terza e imprevista Assemblea nazionale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Imprevista perché per chiudere i quattro anni del Cammino è stato necessario allungare i tempi, riscrivere il «Documento di sintesi» e sottoporlo al voto, dopo che i delegati alla Seconda Assemblea nazionale (31 marzo-4 aprile) avevano giudicato inadeguato il testo delle Proposizioni presentato come sintesi del percorso e proposto centinaia di emendamenti.

La Presidenza della CEI lo aveva allora ritirato. Un passaggio faticoso rivelatosi però una preziosa esperienza ecclesiale, che fa ben sperare a proposito dell’auspicata conversione sinodale e missionaria. Lo ha ricordato il presidente del Comitato nazionale, monsignor Erio Castellucci, aprendo i lavori dell’Assemblea: «Il testo che ora votiamo è il risultato di questi quattro anni. È, in particolare, il risultato del passaggio dalla seconda alla terza Assemblea, un passaggio che non era previsto. (…) Non è stato un passo indietro, quell’Assemblea, ma un passo in avanti: verso una maggiore corresponsabilità, nella libertà di potersi esprimere anche in dissenso. È stato un rinvio coraggioso, nel quale tutti abbiamo letto la voce dello Spirito».

La riscrittura del «Documento di sintesi» ha richiesto tempo, energie e pazienza. Ha coinvolto tutto il Comitato nazionale e ha impegnato per qualche mese i gruppi di redazione (per le diverse parti del documento) in uno scambio prolungato con la Presidenza, tra proposte ed emendamenti. Ne è risultata una formulazione più ampia, pensata e pesata nelle parole, in parte ancora prigioniera di un linguaggio un po’ retorico, ma capace di custodire la novità emersa lungo il cammino, così da renderla riconoscibile ai delegati chiamati ad approvarlo.

Un «inventario di esuberante complessità», lo ha definito Pierangelo Sequeri, frutto di un lavoro volutamente polarizzato sull’ascolto, che «enuncia un repertorio di temi» da sviscerare, ma «non è ancora la formulazione di un itinerario». Questo si definirà nei prossimi anni, attraverso la pazienza del pensiero e l’affinamento di prassi intese a costruire una «corresponsabilità differenziata», ma effettiva, dentro la vita delle nostre comunità.

La delegazione bolognese era composta, insieme al referente diocesano mons. Marco Bonfiglioli, da Rosa Popolo, Elisabetta Lippi, Luca Marchi e dal dehoniano p. Marco Bernardoni. Il «Documento di sintesi» è stato votato nel suo insieme e nelle singole proposte e ha ricevuto alla fine un consenso molto ampio da parte dell’Assemblea (781 voti favorevoli su 809 nel voto sull’insieme). Ora è consegnato al discernimento dei vescovi italiani, ai quali spetta individuare le priorità e formulare le linee operative per avviare la fase attuativa nelle diocesi (2026-2030).

«Una volta che questa Assemblea sinodale ha congedato il testo con il suo voto, è ora compito dei Pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole», ha detto il cardinale Matteo Zuppi chiudendo i lavori dell’Assemblea. «Se il Cammino sinodale oggi è terminato, ci accompagnerà lo stile sinodale che ci spinge a realizzare nel tempo – consapevoli delle urgenze – quello che abbiamo intuito, discusso, messo per iscritto e infine votato». E con le parole di papa Leone ha incoraggiato i presenti a entrare nella fase attuativa: «Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose!».

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