Missioni

Bologna-Iringa, 50 anni insieme

Un importante anniversario

 

Bologna – Domenica 3 marzo. Sono trascorsi 50 anni da quando la Diocesi di Bologna inviò due sacerdoti in Tanzania, nella Diocesi di Iringa, alla parrocchia di Usokami, fino ad allora seguita dai padri della Consolata.

Poi giunsero le Suore Minime, dell’Addolorata, Carlo Soglia, laico ancora adesso presente a Usokami. Con il passare degli anni i padri diocesani si susseguirono e arrivò anche la famiglia della Visitazione.

Ora sono presenti nella parrocchia di Mapanda i due preti diocesani, don Davide Zangarini e don Marco Dalla Casa, le suore Minime, e Carlo Soglia. E il percorso missionario si arricchisce di una nuova parrocchia, quella di Mapanda, la cui prima pietra della chiesa in costruzione è stata posta nel 2019 e i cui lavori sono in fase conclusiva.

Di questa comunione, ultimi segni provvidenziali l’arrivo di due seminaristi, Alberto e Petro, nel seminario regionale, per la formazione teologica, e l’ordinazione episcopale di padre Vincent, primo parroco della chiesa di Iringa che è succeduto alla presenza dei preti bolognesi ad Usokami.

«Cinquant’anni sono una vita, e hanno segnato profondamente la storia di questi ultimi decenni della Chiesa di Bologna. Questo gemellaggio è stato ed è importantissimo perché ha significato un via vai di persone, alcuni per molto tempo, come i sacerdoti che hanno passato più di dieci anni al servizio della diocesi di Iringa, prima a Usokami poi a Mapanda». Sono le riflessioni di monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale per l’amministrazione, a proposito del 50° anniversario del cammino di comunione e fratellanza che lega la nostra arcidiocesi alla Chiesa di Iringa, in Tanzania.

Anniversario che sarà ricordato oggi con la Messa che l’arcivescovo Matteo Zuppi celebrerà in Cattedrale. «Pensiamo anche ai fratelli e alle sorelle delle Famiglie della Visitazione e anche alle Minime dell’Addolorata – prosegue monsignor Silvagni – grazie ai quali si è stabilita un’osmosi tra l’Italia e la Tanzania: molti di loro si sono trasferite in Italia e viceversa. Poi, ancora, la presenza del laico “fidei donum” Carlo Soglia, che si è addirittura naturalizzato tanzaniano, perché si è sposato e ha fatto famiglia proprio lì a Usokami».

Il cammino delle due Chiese sorelle ha decisamente portato la più giovane, quella di Iringa, a farsi più grande e robusta. Oltre ai numeri (nuovi battezzati e vocazioni alla vita ordinata e consacrata), lo dimostra anche la recente creazione della nuova diocesi di Mafinga. Essa nasce dalla suddivisione della Chiesa di Iringa, e alla nuova Circoscrizione apparterranno le parrocchie di Usokami e Mapanda.

«Come nuovo Vescovo – spiega Silvagni – è stato nominato don Vincent Mwagala, che è stato il primo successore di provenienza locale dopo i preti bolognesi a Usokami, per poi divenire Vicario generale della Diocesi di Iringa. Questa evoluzione implica, una riflessione da compiere rispetto alla permanenza dei nostri sacerdoti».

Comunque andranno le cose, monsignor Silvagni ne è certo: «L’osmosi fra Bologna e Iringa, diocesi giovane che vive la grazia della prima evangelizzazione ci fa bene, ci riporta all’essenziale del Vangelo e della vita cristiana. Anche Bologna in questi cinquant’anni di gemellaggio ha cercato di aiutare la Chiesa tanzaniana a crescere mettendo a disposizione persone, mezzi e coltivando una proficua collaborazione fra le nostre comunità».

Nelle parole di Don Vincent Mwagala, primo parroco autoctono di Usokami, vescovo eletto di Mafinga, l’espressione di gratitudine nei confronti della chiesa bolognese: «Ringraziamo tantissimo la Chiesa bolognese che è presente a Iringa da 50 anni, perché i primi missionari sono arrivati nel 1974, quando io avevo qualche mese. In questi 50 anni la diocesi di Bologna ha dato tanto in vari campi: nella vita della Chiesa di Iringa, sia nella formazione dei sacerdoti che ci sono ora e poi per le infrastrutture che si sono fatte. E’ segno di comunione delle due chiese sorelle». E conclude con le seguenti parole «Il mio augurio alla Chiesa di Bologna è che continui ancora a crescere, nella fede, a sentire questa presenza del Signore sempre forte nella nostra vita. A volte magari c’ è l’illusione di pensare che si può vivere senza Dio. Questa per me è un’illusione perché alla fine si scopre la presenza di Dio nella propria vita. E’ proprio il respiro stesso indica che c’è bisogno di stare accanto al Signore».

Giovedì 21 marzo alle 21, verrà organizzata una conferenza presso il cinema Gamaliele,  via Mascarella 46. Durante la serata, con il contributo di testimoni presenti in sala, ci sarà modo di iniziare a vedere alcuni lavori che il Centro missionario diocesano sta portando avanti per ricordare e guardare al futuro della missione bolognese.

 

 

 

 

 

 

 

condividi su