Visita ad limina

La voce dei vescovi

I vescovi dell'Emilia Romagna raccontano la loro visita a Roma dal 26 febbraio al 2 marzo

Roma –  Le dichiarazioni dei vescovi in seguito alla visita ad limina a Roma, sulle tombe degli apostoli, da Papa Francesco e nei dicasteri vaticani.

«Sono stati giorni bellissimi per noi vescovi  dell’Emilia Romagna, perché abbiamo avuto l’occasione di fare autentica vita di comunità. Comunione tra di noi, ma anche con la Chiesa di Roma, il suo Pastore e i suoi più stretti collaboratori. Un momento importante per il nostro cammino e l’evangelizzazione delle nostre terre».

Così monsignor Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla e presidente della Conferenza episcopale Emilia-Romagna (Ceer) ha commentato per «12Porte» la Visita ad limina Apostolorum. «Una delle preoccupazioni emerse dai confronti coi responsabili dei Dicasteri vaticani – ha proseguito – è la creazione di condizioni per una nuova evangelizzazione, tema particolarmente caro a Papa Francesco. Anche nelle complesse condizioni nelle quali ci troviamo, infatti, non deve esaurirsi lo slancio missionario del singolo e delle comunità».

Della centralità dell’evangelizzazione ha parlato anche l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, sottolineando come «la storia dell’Emilia-Romagna non sempre ha lasciato segni favorevoli alla vita cristiana ma, d’altro canto, essa è una terra altamente capace di solidarietà, senso della giustizia e generosità. Insomma, una condizione di difficoltà ma anche di speranza».

Per monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e Carpi, la Visita ad limina «assomiglia agli Esercizi spirituali, ma con facoltà di parola. Abbiamo fatto il punto della situazione con i Dicasteri vaticani sia per quanto riguarda le singole diocesi che come Re- gione ecclesiastica, ascoltando le richieste e i consigli dei collaboratori del Papa».

«Sono stati giorni intensi ed interessanti – nota l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego – perché abbiamo potuto discutere apertamente dei problemi del nostro territorio circa la fede, l’evangelizzazione, la vita sociale anche dei migranti, la cultura e tutti i settori della vita. È una visita che ha il suo cuore nell’incontro con il Successore di Pietro: un momento forte che fa avvertire la cattolicità non solo come uno degli elementi essenziali del Credo, ma anche della vita della Chiesa».

«Come annunciare il Vangelo oggi e a tutti è stato il filo conduttore di questa Visita – spiega monsignor Ovidio Vezzoli, vescovo di Fidenza -. Si tratta anche di un altro modo, per molti di noi inedito, di proseguire quel cammino di collaborazione pastorale, sinodale, che accomuna la vita ordinaria delle nostre Diocesi». Secondo monsignor Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio, «proprio il mistero e l’identità del vescovo sono stati tema di approfondimento, in relazione alle scelte pastorali da vivere e alle relazioni che sono da privilegiare tanto con i sacerdoti che con il popolo di Dio».

L’unico fra i Presuli presenti ad aver già compiuto una Visita ad limina, quella del 2013,  già come pastore di una diocesi Ceer è monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma. «Provo una sana nostalgia per quell’esperienza – racconta – perché molti di coloro che erano con me oggi ci guardano dal balcone del Paradiso. Oggi ho affrontato la Visita con dieci anni di esperienza in più e con un percorso che va analizzato e verificato».

«Penso a questo momento non come un bilancio – afferma monsignor Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola -, ma come la consegna della nostra vita di Pastori al Successore di Pietro, per essere confermati nella fede.

Non un bilancio, ma un rilancio». «È utile e affascinante confrontarsi con i Dicasteri vaticani – dice monsignor Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini – perché posseggono una visione a 360 gradi sulla Chiesa, che hanno condiviso con noi. La condivisione è anche un elemento importante del rapporto fra noi Pastori della Ceer, ad esempio sul momento che le rispettive diocesi vivono».

Di «esame di coscienza» parla invece il vescovo di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri. «Si tratta di un passaggio molto positivo, perché siamo chiamati a rendere conto dell’andamento delle nostre diocesi nel loro cammino ordinario e sinodale, in un contesto di Chiesa universale».

«Sono stato a Roma, anche se fra tre mesi lascerò la diocesi – spiega monsignor Andrea Turazzi, amministratore apostolico di San Marino-Montefeltro – per passare il pastorale al mio successore, il vescovo eletto Domenico Beneventi. Di questi giorni mi resta l’attenzione posta sulle testimonianze di ciascuno a proposito delle esperienze di evangelizzazione che ha proposto alle rispettive comunità». Infine monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana si sofferma sull’udienza del Papa con i vescovi: «Francesco è parso paterno, familiare, lucido e preciso in ciò che intendeva proporre a noi vescovi di una grande regione in cui occorre proseguire con grande passione evangelizzatrice – racconta -. Mi ha colpito in particolare il suo riferimento al ruolo importante del laicato nella Chiesa e nel mondo».

Credito fotografico: Vatican News

 

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