Bologna

Gli ambulatori per i “fuori sistema”

Giornata di studio sugli ambulatori del terzo settore dell'Emilia Romagna

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

Bologna – Promossa dalla Confraternita della Misericordia di Bologna, il 2 marzo si è tenuta una giornata di studio che ha visto riuniti gli esponenti degli ambulatori del terzo settore dell’Emilia Romagna.

Si tratta di strutture che offrono cure gratuite a quelle persone che non hanno possibilità di avere una tessera sanitaria, come migranti irregolari o senza fissa dimora, e sono gestite in gran parte da medici volontari. In un momento difficile per la sanità, emerge la necessità di costituire un tavolo di confronto periodico tra sanità pubblica e queste realtà.

Gli ambulatori del terzo settore hanno una lunga tradizione in Emilia Romagna: ce n’è almeno uno in ogni capoluogo di provincia e anche in altre città della regione, con il solo scopo di aiutare le persone in difficoltà.

All’incontro che è stato dedicato alla memoria del dottor Lorenzo Lancellotti, per 11 anni direttore sanitario dell’Ambulatorio Biavati, sono intervenuti anche l’Assessore alla Sanità dell’ Emilia Romagna Raffaele Donini e l’Assessore al Welfare del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo.

Il Biavati di Bologna – situato in palazzo Gioannetti, sede della Confraternita nata nel 1911 in vicolo Alemagna – è aperto tre giorni a settimana, con una media di circa venti accessi al giorno, numero che si è accresciuto nei primi mesi della crisi ucraína. Più in generale, è in costante aumento il numero di persone escluse dal Servizio Sanitario nazionale, non solo tra i migranti, ma anche tra i cittadini italiani in condizioni di indigenza.

 

condividi su