Formazione, lavoro, casa. Sono i tre pilastri del progetto «Casa Renner» per l’inserimento sociale di giovani migranti.
Le realtà che sostengono l’iniziativa: l’Opera Salesiana di Castel de’ Britti, uno dei tre centri emiliano-romagnoli della rete di formazione e aggiornamento professionale, e Renner, azienda di vernici per legno, metallo e plastica con sede a Minerbio.
Grande attenzione anche della Chiesa di Bologna e dell’Arcivescovo. In concreto il percorso prevede un periodo di formazione professionale dai salesiani, un contratto a tempo indeterminato e alloggi messi a disposizione dall’azienda Renner. Tre i primi ospiti provenienti dalla Guinea e dal Gambia: Sullayman, Mamadou e Amadou. A quest’ultimo, giovedì 19 giugno sono state consegnate le chiavi di una nuova casa.
Il coronamento di un sogno e di un percorso di autonomia umana e professionale. Erano presenti alla cerimonia, tra gli altri, l’Arcivescovo Matteo Zuppi, Carlo Caleffi, direttore dell’opera salesiana e del centro di formazione professionale Cnos Fap di Castel de’ Britti, don Antonio Gandossini, salesiano che collabora con il centro, Lindo Aldrovandi, fondatore e amministratore delegato di Renner, Luca Rizzo Nervo, Delegato per le Politiche per l’immigrazione e la cooperazione internazionale presso la Presidenza della Regione Emilia-Romagna, il parroco di Minerbio don Maurizio Mattarelli, il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi, Alessandro Rondoni e molti dipendenti dell’azienda, soprattutto giovani.
Nel suo intervento l’Arcivescovo ha ringraziato l’imprenditore, i salesiani e il parroco presenti e ha affermato come il progetto costruisce futuro e pace nel segno dell’accoglienza. Il ringraziamento all’Arcivescovo è stato ribadito da Lindo Aldrovandi per l’interessamento e le parole di speranza. Ha spiegato inoltre che il nuovo progetto di welfare abitativo nasce anche dal pragmatismo di due esigenze che si incontrano: domanda e offerta. Da una parte, le persone in cerca di una vita migliore fondata sul lavoro. Dall’altra, la manifattura che negli ultimi anni sta riscontrando sempre più difficoltà nell’assicurarsi manodopera.
«Esperienze di questo tipo – ha detto Carlo Caleffi – non nascono da una persona sola, ma da un contesto di sinergie come quella della dirigenza di Renner e il nostro centro salesiano. Puntiamo, dopo il nostro periodo di formazione, ad un inserimento graduale per dare il tempo di stringere belle relazioni dal punto di vista umano, di amicizia e di inclusione. Occorrono casa, lavoro, ma anche una rete di relazioni sociali».
Foto: Renner Italia

