Domenica 17 gennaio

Delbrêl, un incontro in streaming con gli “Amici”

All'evento online ha partecipato anche il cardinale Matteo Zuppi

BOLOGNA – Domenica 17 gennaio gli Amici italiani della mistica francese hanno organizzato l’incontro online “Fraternità e amicizia sociale nello spirito di Madeleine Delbrêl”.

Dopo un’introduzione di don Alessandro Ravazzini di Reggio Emilia, che ha mostrato la forte sintonia tra Madeleine e papa Francesco, sono intervenuti il postulatore p. Gilles Francois e don Michele Gianola, sotto segretario della Cei. L’incontro è stato aperto dal cardinale Matteo Zuppi, con queste parole:

“Madeleine Delbrêl è una miniera di sapienza evangelica e di passione per l’umano e il divino, in quella unità profonda che fa di lei una contemplativa della città, una mistica della strada, un esempio di amicizia sociale capace di tessere interi quartieri anonimi con il resto della città solo con la sua presenza e con l’intelligenza del suo amore.

Fratelli Tutti chiede la responsabilità di ognuno e indica l’amicizia sociale come il modo per abitare la casa comune della terra. L’enciclica è ispirata proprio dal “santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia”, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, “sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi” (FT1).

Madeleine entra nella storia, non ne inventa un’altra per scappare, ma vi entra senza “piglio da condottiero, aria da professore”, che crede di raggiungere l’amore con “regole sportive”, finendo per “amare Dio come si ama in un matrimonio invecchiato”. Ed aggiungeva che per questo “Dio ha inventato San Francesco e ne ha fatto il suo giullare”. Io aggiungerei che per questo ci ha mandato Papa Francesco, dono di Dio del quale non dobbiamo solo rallegrarci ma comprenderne la grazia che ci propone e viverla.

Non a caso Madeleine andò in periferia e non a caso Papa Francesco indica la periferia come l’unica prospettiva per capire la città e la personale vocazione. Anche per Papa Francesco l’amicizia sociale è tutt’altro che un’indicazione romantica, spesso inutilmente romantica, quanto piuttosto entrare nella storia e cambiarla, proprio perché pieni dello Spirito di Cristo!

Le banlieue erano, e sono, luoghi anonimi che rendevano anonimi, soli, sconnessi dall’amicizia sociale, veri inferni di assenza di amore. La banlieue faceva piangere – ed è una sensibilità vicina a quella di Madeleine – il vescovo di Parigi descritto così nel romanzo di Cesbron “I Santi vanno all’inferno”. Il cardinale si faceva accompagnare a bordo di una vecchia utilitaria per visitare i sobborghi di Parigi e comprendere una realtà distante da quella più confortevole della sua residenza vescovile. «Con il viso contro il vetro, le mani giunte e il cuore stretto, il cardinale arcivescovo passava lentamente in mezzo a quel popolo ormai pagano. I suoi occhi azzurri facevano provvista di quei visi grigi. ” Tutti figli di Dio” diceva “e io sono responsabile di tutti loro. Padre perdonami, perdonami”».

Delbrêl andò e portò la poesia del suo amore e la concretezza della sua passione. Essa ci aiuta a vivere la passione cristiana per il mondo della periferia, molto di più di raffinate interpretazioni sociologiche, ma con quella misericordia rivoluzionaria che conosce ed arriva prima dei titoli dei giornali o delle inchieste! Anzi. E’ già lì! L’amore della madre arriva prima e la Chiesa è una madre che non si sposta dal letto di suo figlio ed è vicina alle sofferenze e con l’amore che diventa intelligenza e passione.

L’amore per l’altro ci spinge a cercare il meglio per la vita del prossimo. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e una fraternità davvero aperta a tutti. Papa Francesco critica «il falso universalismo di chi ha bisogno di viaggiare continuamente perché non sopporta e non ama il proprio popolo, ma chi sa capire come i poveri e gli scartati reagiscono con atteggiamenti che sembrano antisociali perché hanno una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale. Solo la vicinanza che ci rende amici ci permette di apprezzare profondamente i valori dei poveri di oggi, i loro legittimi aneliti e il loro specifico modo di vivere la fede. L’opzione per i poveri deve portarci all’amicizia con i poveri». Insomma, bisogna abitare le periferie per capirle e capirsi. Come Madeleine.

La migliore descrizione dell’amicizia sociale descritta da Madeleine è “Chiaro di luna”, bar anonimo della periferia di Parigi e luogo di santificazione quasi mistico. Insieme a lei proviamo a vedere la realtà con gli occhi e il cuore di Dio (contemplare la città) perché «Dio ha voluto incontrare, attraverso le nostre povere sembianze, attraverso il nostro miope sguardo, attraverso i nostri cuori che non sanno amare, tutte queste persone venute ad ammazzare il tempo. E poiché i Tuoi occhi si svegliano nei nostri e il tuo Cuore si apre nel nostro cuore, noi sentiamo il nostro labile amore aprirsi in noi come una rosa espansa, approfondirsi come un rifugio immenso e dolce per tutte queste persone, la cui vita palpita intorno a noi. Allora il bar non è più un luogo profano, quell’angolo di mondo che sembrava voltarti le spalle. Sappiamo che, per mezzo di Te, noi siamo diventati la cerniera di carne, la cerniera di grazia, che lo costringe a ruotare su di sé, a orientarsi suo malgrado e in piena notte verso il Padre di ogni vita. In noi si realizza il sacramento del Tuo amore. Ci leghiamo a Te con tutta la forza della nostra fede oscura, ci leghiamo a loro con la forza di questo cuore che batte per Te, Ti amiamo, li amiamo, perché si faccia di noi tutti una cosa sola».

Sì, in noi si realizza, si può realizzare il sacramento del Suo amore. Nella nostra debolezza siamo noi la cerniera che rende santa, perché piena di grazia, l’umanità che si incontra nei tanti bar Chiaro di Luna.”

 

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