Lo scorso 13 novembre

Il convegno «Sostegno economico alla Chiesa e cultura del dono»

Nell'Aula «Santa Clelia», nei giorni scorsi si è svolto l'incontro con gli interventi del giornalista Paolo Pagliaro e del parlamentare Giulio Tremonti

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Le conclusioni sono sono state affidate al cardinale Matteo Zuppi

La sussidiarietà è una delle se e l’8xmille, strumento prezioso da valutare con sapienza e sostenere adeguatamente, è necessario per aiutare l’opera di sacerdoti, missionari e laici impegnati quotidianamente nel supportare persone e territori. Perché è fondamentale non sacrificare mai la dignità di ogni essere umano, anche aiutando le persone a rimanere nei luoghi di nascita, così come accogliendole quando necessario». Sono le parole dell’arcivescovo Matteo Zuppi giovedì scorso nell’Aula Santa Clelia della Curia, a conclusione del convegno, proposto dal Servizio diocesano per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, dal titolo «Sostegno economico alla Chiesa e cultura del dono. A 40 anni dalla riforma: le prospettive future».

L’incontro ha messo al centro il significato dell’8xmille, il rapporto tra Chiesa, società e welfare, e le prospettive future del sistema di sostegno economico ai sacerdoti. Ha introdotto i lavori Giacomo Varone, responsabile del Servizio diocesano per la Promozione del sostegno economico, mentre gli interventi principali sono stati affidati a Giulio Tremonti, parlamentare e presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati e a Paolo Pagliaro, giornalista ed editorialista de «LA7».

Sul significato storico della revisione del Concordato nel 1984 e dell’introduzione del meccanismo dell’8xmille, Tremonti ha ricordato la svolta introdotta negli anni Ottanta con il superamento del sistema delle congrue. «Il mondo cambiava – ha affermato – la Chiesa cambiava e non c’era più il vecchio Codice di diritto canonico. Nella commissione dell’epoca fu necessario individuare un nuovo modello per finanziare la Chiesa. Si trattò di una scelta rivoluzionaria, perché non sarebbe più stata competenza dello Stato decidere la destinazione della donazione, ma del cittadino».

Tremonti, inoltre, ha raccontato la genesi tecnica del sistema, precisando che «l’8xmille nacque dall’ipotesi che le scelte fossero equilibrate. Per garantire le stesse risorse delle congrue, serviva proprio l’8xmille. Per tanti anni ha funzionato».

Paolo Pagliaro ha delineato il valore sociale delle attività sostenute dall’8xmille. «Ho voluto riassumere il valore sociale del welfare garantito dalla Chiesa – ha affermato – che spesso si sottovaluta e che cresce in presenza di fenomeni come l’aumento delle diseguaglianze, le difficoltà dello stato sociale, la crisi del volontariato». Ha aggiunto che, secondo alcune analisi, «l’insieme delle attività della Chiesa vale dieci o quindici volte quanto incassa con l’8xmille». Pagliaro ha, inoltre, definito i sacerdoti «sentinelle sociali» ed ha ricordato che il loro ruolo è importante anche da un punto di vista laico. Riguardo alla crisi del volontariato, ha osservato: «Ci sono meno volontari disponibili: ciò rende il lavoro più difficile ma anche più prezioso. Occorre rimboccarsi le maniche e dare una mano».

Nel suo intervento, Varone ha approfondito il tema della «cultura del dono», evidenziando come le offerte liberali deducibili, destinate al sostentamento del clero, siano quasi dimezzate negli ultimi decenni, pur mostrando una lieve ripresa nel 2019. «É importante ricordare la responsabilità delle comunità ecclesiali nel sostenere il proprio sacerdote – ha sottolineato Varone -. La Chiesa non è ricca e i preti non sono pagati dal Vaticano, come affermano le fake news: il loro sostentamento dipende, infatti, dalle firme dell’8xmille e dalle offerte deducibili». Ha inoltre ribadito che «le offerte raccolte in parrocchia servono alle attività della comunità e non al sostentamento dei sacerdoti».

L’integrale del convegno è disponibile sul canale YouTube di «12Porte».

Luca Tentori

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