Si è svolta nei giorni scorsi, in Seminario, la convocazione diocesana per la «restituzione» del cammino sinodale.
Un momento di condivisione e dibattito sul lavoro sin qui svolto dall’Équipe sinodale della nostra Chiesa locale, ma anche un modo per divulgare le prime indicazioni per il prossimo Anno pastorale ai presidenti e moderatori delle Zone, ma anche ai membri del Consiglio pastorale diocesano.
I lavori (la cui registrazione è disponibile integralmente sul sito della Diocesi e sul canale YouTube di 12Porte) si sono aperti con gli interventi dei referenti sinodali diocesani Lucia Mazzola e monsignor Marco Bonfiglioli, sulla Sintesi della fase di discernimento e sul lavoro fin qui svolto dall’Équipe diocesana. È poi intervenuta Giorgia Pinelli, docente di Didattica generale alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, con l’intervento «Docenti e fanciulli dei nostri giorni», seguito dal focus sul settore catechesi del direttore dell’Ufficio diocesano don Cristian Bagnara.
L’incontro è terminato con le prime indicazioni per il prosieguo del Sinodo formulate dal vicario generale per la Sinodalità monsignor Stefano Ottani e con le conclusioni del Cardinale Arcivescovo.
«Noi, Chiesa, dobbiamo essere “madre e maestra” – ha ricordato Zuppi -, quindi non dobbiamo mostrare nessuna antipatia, altrimenti poi finiamo per essere delle “matrigne”, a mio parere. Ma proprio perché siamo madri, sapremmo comunicare, anche senza nemmeno accorgercene, quella fede che fa rispondere alla vera domanda spirituale che c’è in ogni persona che incontriamo». «C’è un punto che mi colpisce – ha spiegato invece Pinelli – e lo dico con le parole di un autore americano, Gene Fowler, teologo, psicologo e pastore, che si è occupato molto degli stadi di sviluppo della fede. Lui punta molto l’attenzione sul fatto che tante forme di abbandono apparente, adulto o tardo-giovanile, della fede, sono frutto di un’educazione religiosa che ha come cristallizzato l’esperienza religiosa di quella persona in forme infantili, adolescenziali, superstizioso-magiche o rigide e conformistiche. Ed è chiaro che con l’”età della ragione”, come poi i giovani intervistati nelle ricerche tante volte affermano, questo viene rigettato come qualcosa che non ha più nulla da dire alla propria vita. Questo per me è interessante perché rilancia il problema su di me adulto che educo dentro la comunità ecclesiale e diventa un campo di lavoro su cui c’è tanto da fare».
«È stato chiesto all’Ufficio catechistico di individuare tre pratiche di coinvolgimento degli adulti genitori nelle nostre parrocchie – ha spiegato don Bagnara – e abbiamo individuato tre interlocutori che hanno presentato le loro pratiche: la parrocchia di Minerbio, la parrocchia di Santa Rita a Bologna, la parrocchia di San Biagio di Casalecchio di Reno. La chiave di lettura con cui abbiamo voluto presentare queste pratiche e ascoltarle è quella dell’incoraggiamento: il desiderio dunque di incoraggiare le varie comunità cristiane nel lavoro di coinvolgimento attivo dei genitori, degli adulti genitori. E l’altra chiave di lettura è offrire dei contesti di riflessione, di studio, di formazione su questo tema: un contesto che sia anche curato nel tempo».
