A 100 anni dalla nascita

In ricordo di monsignor Giulio Salmi

Giovedì 21 gennaio l'arcivescovo ha presieduto una Messa a Villa Pallavicini

BOLOGNA- Giovedì 21 gennaio l’arcivescovo ha presieduto una Messa a Villa Pallavicini in ricordo di monsignor Giulio salmi a 100 anni dalla nascita e a 15 dalla sua morte.

Monsignor Giulio Salmi nacque nel 1920 a San Lazzaro di Savena. Ordinato sacerdote nel 1943, nel febbraio 1944 l’arcive- scovo Nasalli Rocca gli chiese di esercitare il ministero nelle Caserme rosse, che i nazifascisti avevano trasformato da caserma mi- litare in centro di smistamento di manodopera coatta da impiegare o nei lavori sulla linea gotica, o in Germania. Qui fino all’ottobre 1944 prestò assistenza reli- giosa per migliaia di persone. In seguito ha fondato l’Onarmo, seminario per i cappellani del lavoro e l’intera realtà di Villa Pallavicini, all’inizio luogo di accoglienza per lavoratori e ora per immigrati e che comprende la Polisportiva Antal Pallavicini, il Villaggio della Speranza e un Centro diurno per anziani. È scomparso il 21 gennaio 2016.

L’omelia della Messa è sta tenuta da monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo emerito di Imola e formatosi all’Onarmo, che ha ricordato come “a Bologna, per impulso del cardinal Giacomo Lercaro e per la genialità di don Giulio, l’Onarmo assunse una sua autonoma configurazione, affidando ai cappellani del lavoro soprattutto l’ospitalità e la formazione dei giovani lavoratori. Questo sviluppo avvenne senza rinunciare alla presenza sacerdotale negli ambienti di lavoro, vero nucleo della missione dell’Onarmo, anche se la ridusse e la rese meno assidua”.

«Don Giulio è stato un grande profeta: con la guida dello Spirito, ha saputo “leggere” la realtà nella sua completezza e profondità, e così comprendere le vere esigenze delle persone; per poi andare incontro ad esse e compiere le opere che capiva necessarie per soddisfarle». Così don Massimo Vacchetti, presidente della Fondazione «Gesù Divino Operaio» che gestisce tutte le numerose attività di Villa Pallavicini volute proprio da monsignor Salmi, ricorda il suo predecessore, nel centesimo anniversario della nascita e quindicesimo della morte. «Grazie a questa sua “profezia” – prosegue – don Giulio è stato capace di creare continuamente nuove opere, ordinarie e straordinarie; e quando capiva che alcune non erano più necessarie, le chiudeva senza rimpianti, e ne creava di nuove».

Articoli e approfondimenti sul numero di domenica 24 gennaio di Bologna Sette.

 

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