Un giardino dedicato a don Dario Malaguti nel quartiere Navile.
Martedì 13 si è tenuta la cerimonia di intitolazione del Giardino Comunale del Quartiere Navile a don Dario Malaguti, figura di grande valore e significato per la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova di via della Dozza. La cerimonia ha visto la partecipazione della Presidente del Quartiere Navile, Federica Mazzoni, e di monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della diocesi, oltre che di parte della comunità. Don Malaguti è stata una figura di grande riferimento per il quartiere, dedicando sempre la sua vita agli altri e a questa comunità. L’intitolazione è stato un omaggio proprio al suo operato, all’amorevolezza, all’intelligenza e alla carità per cui si è contraddistinto.
«Quando sono venuto ad abitare qui nel 1984 c’era solo una chiesetta provvisoria, un prefabbricato – dice l’ingegnere Sandro Prosperini che progettò la chiesa parrocchiale -. Don Dario si presentò a casa mia, proponendomi di progettare la Chiesa, che è stata inaugurata nel 1995 e che è nata quasi prima delle case. Lui ha chiesto anche la collaborazione nei lavori dei carcerati, che hanno realizzato ad esempio la pavimentazione della chiesa. Ricordarlo oggi è stata veramente un’esperienza toccante, mi sono commosso molto».
Monsignor Giovanni Silvagni lo ha ricordato così: «Don Dario Malaguti è stato il primo parroco e per certi aspetti il padre non solo di questa parrocchia ma anche di questo quartiere. È stato vicino a tante situazioni di bisogno spendendo anche del suo, aprendo la sua casa, dando accoglienza non solo ai detenuti ma anche a quelli in libertà vigilata e agli ex detenuti, alle guardie carcerarie e alle famiglie che si stabilivano qui in zona. Don Dario ha lasciato un’impronta indelebile nella vita di tante persone, proprio come un padre. Sono passati 26 anni dalla sua morte in un incidente stradale, ma il bene che ha seminato è continuato a fiorire anche grazie ai suoi successori Don Giovanni Nicolini, Don Giuseppe Scimè e la comunità che si riunisce intorno a loro».