Resa ancora più solenne dalla coincidenza con la domenica, la festa della Presentazione al Tempio del Signore ha visto la presenza di numerose religiose e religiosi della diocesi, insieme all’Arcivescovo per la celebrazione diocesana della vita consacrata.
Il rito suggestivo della Candelora, all’inizio della Messa, ricorda l’incontro dei santi vecchi Simeone e Anna, che riconoscono il piccolo Gesù come luce che illumina tutti i popoli.
In questa celebrazione – ha detto il Cardinale Zuppi – riscopriamo la bellezza e il valore della nostra vita consacrata. “Oggi rinnoviamo le promesse, ricordiamo il primo amore, che ha dato avvio alle vostre famiglie religiose e alla vostra vita; lo facciamo per alimentare la fiamma di cui c’è tanto bisogno, perché è il senso e la bellezza della nostra vita, che non si misura con i risultati”.
In ambito femminile, la diocesi di Bologna, conta sulla presenza di 5 monasteri di clausura con 36 monache; 41 comunità religiose distribuite in 71 case con 439 religiose; 5 altri istituti, in 8 comunità con 22 membri. Sono 7 gli istituti di consacrazione secolare con 70 membri e 3 vergini consacrate.
In ambito maschile, sono presenti 20 istituti religiosi e 4 società di vita apostolica, con un totale di 230 religiosi, dei quali 180 presbiteri, 20 fratelli laici e 29 studenti professi. 19 parroci della diocesi sono religiosi e 18 sono i vicari parrocchiali, 9 i cappellani di Ospedali o Case di cura.
Sento e vedo – ha detto ancora il Cardinale – quanto è cresciuta la comunione tra noi e quanto sia importante perché ci rende tutti più forti; la vostra presenza arricchisce la Chiesa e le città degli uomini.
“Aiutiamo la Chiesa a essere madre – ha detto ancora – a insegnare a tutti a sentirsi fratelli; una madre che cerca senza sosta gli ultimi, che non si arrende, che dà luce e fiducia, mantiene le promesse perché madre e non matrigna; vive quello che dice e cerca per i figli un futuro diverso”.
“Simeone e Anna erano anziani e hanno trasmesso tanta vita, sapendo che il Signore ci aiuterà. Permettiamo che attraverso noi la speranza raggiunga chi soffre e attende risposta e un amore che li cambi. Siano questi i frutti del Giubileo, segni di speranza”.
