Alla scoperta del nuovo complesso parrocchiale di Mapanda.
Mentre nel villaggio di Mapanda procedono spediti gli ultimi preparativi per la dedicazione della Chiesa, ne approfittiamo per una visita alla nuova casa di Dio che sarà intitolata a San Giovanni Battista, proprio nel giorno che celebra l’evento gioioso della sua nascita. Il coro imponente è impegnatissimo nelle prove e si cimenta per la prima volta con l’ottima acustica del nuovo spazio.
In presbiterio c’è ancora da fissare il crocifisso, opera che vede impegnatissimo il nostro vicario generale, con il progettista l’ing. Aldo Barbieri insieme alle maestranze del luogo. L’edificio mostra tutta la sua imponenza dal lato esposto al crinale della montagna e orientato verso il villaggio. In cima alla cuspide troveranno posto speriamo presto le campane. Un ampio loggiato coperto accoglie i fedeli dal lato della strada che congiunge al villaggio. La statua del patrono San Giovanni è tutta un programma. Con il dito puntato verso l’ingresso della Chiesa indica in Gesù l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Superato l’ingresso un’ampia acquasantiera invita a rinnovare la memoria del battesimo.
A pochi passi la statua della Vergine Maria, la prima discepola, la Madre della Chiesa. Ci si affaccia così alla corpo della Chiesa disposto come un vasto anfiteatro orientato verso il presbiterio. Due corsie senza barriere sono disposte ai lati. Sulla destra lo spazio di quella che sarà la Cappella feriale, dove sono state collocate le immagini della moltiplicazione dei pani e dei pesci e l’Ultima Cena.
Tutte le immagini della Chiesa sono state realizzate da suor Maria Cristina e suor Ecclesia che si sono ispirate allo stile neo-copto, con una matrice quindi africana, accentuata dai colori sgargianti e dai lineamenti semplici e allo stesso tempo molto espressivi. Stesso stile per la grande pala d’altare. La scelta è stata quella di rappresentare il mistero del battesimo al Giordano che ha il pregio di raffigurare in posizione centrale il mistero della Trinità e il santo patrono della Chiesa. La nube rappresenta il Padre, la colomba lo Spirito e in basso il Figlio fatto uomo, che immerso nelle acque del nostro peccato, umilia e sconfigge il serpente antico.
Sulla parete di sinistra la sequenza della vita di Giovanni: dalla sua esultanza nel grembo materno alla visita di Maria, alla nascita e allo svelamento del suo nome; dalla predicazione nel deserto con il riconoscimento del Messia; il battesimo al Giordano, l’arresto e la decapitazione per ordine di Erode. Il passaggio alla sagrestia e poi due piccole porte si aprono alla sede del sacramento della riconciliazione. L’altare e l’ambone per la proclamazione della Parola di Dio sono stati realizzati con una pietra locale.
Il loggiato di ingresso si allunga in un porticato che costeggia tutto il lato verso monte e si apre in una balconata proprio sopra il convento delle Minime, con il loro bel giardino, l’orto e il pollaio, perché la prima macelleria dista parecchio. Un piccolo dislivello porta al crinale dove si trova la canonica e gli spazi comuni a servizio di missionari. Oltre il crinale le forestierie necessarie per ospitare i gruppi che arrivano da lontano e che si stanno in questo momento aprendo per i numerosi parrocchiani che arrivano dai villaggi distanti varie ore di cammino. L’ukumbi, il salone che fungeva da Chiesa provvisoria, da oggi sarà messo a disposizione delle attività ricreative e pastorali della parrocchia. Intanto è stato montato in presbiterio il Crocifisso. Gli ultimi ritocchi mentre è già l’ora dei primi vespri di San Giovanni.

