Chiesa e società

La Pasqua, la guerra e la città

Intervista al cardinale Zuppi di Alessandro Rondoni, direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi

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Nell’intervista rilasciata, per Bologna Sette, 12Porte e il nostro sito, ad Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi e della Ceer, in occasione della Pasqua, l’Arcivescovo ha trattato anche il tema della guerra.

«La guerra è l’esatto contrario della Pasqua, è il Venerdì Santo – ha detto -. Produce tanti “Venerdì Santo” e la morte dentro il cuore: non muore soltanto chi viene ucciso, ma tutti coloro che hanno amato quella persona, muore la speranza, muore il senso di fraternità. La guerra davvero spegne la vita e la spegne per anni, dura tanto, non finisce mai per certi versi, perché produce tanti segni di morte. Per questo dobbiamo essere uomini di pace e la vera pace non è “scantonare” il male, ma vincerlo; ed è il senso della Pasqua. Il Signore affronta il male e ci insegna ad affrontarlo, ci dona la forza per vincerlo».

Riguardo alla salute di Papa Francesco, recentemente ricoverato per alcuni giorni al Policlinico Gemelli, l’Arcivescovo ha osservato che «è una grande gioia vedere il Santo Padre riprendere la sua vita normale, dare tanta fiducia, confermare nella fede e anche la tanta umanità con cui ci coinvolge nelle sue debolezze, nella sua fragilità, ma anche nella sua vera forza che è quella di servire la Chiesa, il mondo, con l’essere testimone dell’amore di Gesù».

Infine l’intervista ha affrontato un problema molto sentito a Bologna: la carenza di alloggi, soprattutto per i giovani che vengono in città a studiare all’Università. «Se vogliamo guardare al futuro, dobbiamo essere accoglienti soprattutto verso i ragazzi che vengono qui a studiare – ha detto il Cardinale –, dare loro fiducia e stabilità e soprattutto accoglierli. Qualche volta però la città non è accogliente, soprattutto per quelli che vengono a cercare speranza qui. La Pasqua ci invita a guardare con fiducia agli altri, Gesù muore affidandoci al Padre, ma muore per noi, dà fiducia per far vedere fino a che punto è il suo amore. Diamo fiducia: come la Croce diventa la luce del primo giorno dopo il sabato, così vedremo anche presto tanti frutti della forza dell’amore; ma per farlo dobbiamo regalarlo, dobbiamo essere accoglienti, attenti a coloro che chiedono soltanto che qualcuno li prenda sul serio, che dia loro delle possibilità».

 

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