Diverse le autorità presenti alla cerimonia insieme all’Arcivescovo
L’articolo integrale sarà disponibile sul numero di domenica 10 novembre di Bologna Sette
Nuova luce a Santo Stefano.
Nel complesso basilicale delle Sette Chiese lunedì scorso è stato inaugurato il nuovo impianto di illuminazione tecnologico. La cerimonia è stata presieduta dall’Arcivescovo con la partecipazione di varie autorità civili e militari. L’intervento è stato possibile grazie al prezioso contributo di Emil Banca, Fondazione Carisbo e Gruppo Coesia. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fraternità Francescana a cui è affidata la cura e la custodia del complesso stefaniano, coadiuvata da Armando Stafa. È seguito poi, sempre presieduto dall’Arcivescovo, un altro importante momento ecclesiale e civile: la Messa per la festa dei protomartiri Vitale e Agricola, nella chiesa a loro dedicata, nella quale è stato anche ricordato monsignor Giulio Malaguti, ad un anno dalla scomparsa; e subito dopo è stata inaugurata la «Comunità don Malaguti» nei locali della parrocchia. Con la nuova illuminazione, Santo Stefano, il più significativo esempio di età romanica in Bologna, luogo delle radici più profonde della fede felsinea e la copia medioevale più completa ancora esistente del Santo Sepolcro, ha fatto un altro passo per ridiventare casa di tutti, centro di spiritualità per i turisti provenienti da tutto il mondo (circa 15.000 presenze a settimana, monumento più visitato dopo San Petronio), per gli universitari e per i Bolognesi. La necessità che ha spinto i francescani che lo gestiscono è stata quella di adeguare gli impianti, fortemente obsoleti nella tecnologia e nei consumi, per rendere al meglio la bellezza, le ombre, le sfumature che le pietre antiche di Santo Stefano comunicano o: obietUn momento dell’inaugurazione della nuova illuminazione in Santo Stefano Inaugurato il nuovo impianto alla presenza dell’arcivescovo e altre autorità. Poi la Messa per la festa dei santi Vitale e Agricola, nella loro chiesa, il ricordo di don Giulio Malaguti e l’apertura della Comunità a lui dedicata legale rappresentante della Basilica di Santo Stefano – e siamo giunti alla decisione di illuminare tutto il complesso stefaniano, che non comprende solo la prima e più grande chiesa, quella del Crocifisso, ma altre chiese e chiostri. E adesso abbiamo la possibilità di illuminare tutti gli ambienti con una luce bassa, media o alta». «Questa illuminazione giunge come apice di un percorso – ha affermato padre Francesco Pasero, francescano, superiore della comunità di Santo Stefano – per restituire a questo luogo uno spazio in cui celebrare in modo più decoroso e anche la possibilità ai tanti visitatori di apprezzarne e comprenderne di più la storia, l’architettura, la spiritualità. Che diventi sempre più una casa accogliente per i Bolognesi, soprattutto i giovani universitari, ma anche per i tanti turisti». (hanno collaborato Daniele Binda e Anna Maria Orsi) continua a pagina 2 tivo raggiunto. «È meraviglioso anche solo alzare lo sguardo e vedere questo “cielo stellato” che ha anche gradazioni di luce diverse» ha commentato il cardinale Zuppi. E ha poi ricordato come è nata l’idea di rinnovare l’impianto di illuminazione: «Una sera, dopo un incontro, mi sono complimentato con i francescani perché, ho detto “Con quelle luci basse, avete creato un’atmosfera”. Ma loro mi hanno fatto presente che non c’era nessuna intenzione: quelle luci erano le uniche che avevano! E da allora abbiamo capito la necessità di rinnovarle». «La luce cambia tutto – ha aggiunto l’Arcivescovo – perché rende possibile ammirare le opere d’arte, le linee dell’architettura, tutto. Mi auguro quindi che si continui a risistemare questo luogo, che per me dal punto di vista spirituale è il più importante della città».
Chiara Unguendoli
