Il cardinale Matteo Zuppi, ha compiuto una Visita a Pechino, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, quale Inviato di Papa Francesco
Per la quarta volta, l’Arcidiocesi, guidata dai vicari generali monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni, si è ritrovata giovedì sera in preghiera per accompagnare l’arcivescovo cardinale Matteo Zuppi nella sua missione di pace per la guerra in Ucraina, affidatagli da Papa Francesco: stavolta la meta era la Cina. Un appuntamento che si è ripetuto ogni volta che il Cardinale è partito per questa missione (la prima volta in Ucraina, poi in Russia, poi negli Stati Uniti e ora a Pechino) «e continuerà a ripetersi, fino a che sarà necessario – ha sottolineato in apertura monsignor Ottani -. Perché l’Arcivescovo stesso ce lo chiede, e perché vogliamo così mostrare che la preghiera è la vera ’”arma” della pace». L’appuntamento si è tenuto nella Basilica di San Domenico ed è consistito nella recita del Rosario animata dalla numerosa comunità dei frati Domenicani. Lo stesso monsignor Ottani ha evidenziato la provvidenziale coincidenza con la festa dell’Esaltazione della Croce, «comune tanto alla Chiesa d’Occidente quanto a quella d’Oriente» e che «mostra proprio la potenza della Croce di Cristo per la salvezza di tutti». «La guerra – ha detto ancora il vicario generale per la Sinodalità – nasce dal peccato che regna nel cuore dell’uomo, e solo la Grazia che scaturisce dalla Croce può vincerlo. E con l’aiuto di questa Grazia, ognuno di noi deve divenire instancabile operatore di pace».
Il viaggio del cardinale Zuppi, dal 13 al 15 settembre, era stato annunciato martedì scorso da un comunicato ufficiale della Santa Sede che affermava che il Cardinale «accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, si recherà a Pechino, quale Inviato del Santo Padre Francesco». «La visita – si precisava – costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta». Sempre nella giornata di giovedì, un altro comunicato della Santa Sede riportava che il Cardinale era stato ricevuto quel giorno «presso il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, da S.E. il Sig. Li Hui, Rappresentante Speciale per gli Affari Euroasiatici». «Il colloquio – proseguiva il comunicato -, svoltosi in un clima aperto e cordiale, è stato dedicato alla guerra in Ucraina e alle sue drammatiche conseguenze, sottolineando la necessità di unire gli sforzi per favorire il dialogo e trovare percorsi che portino alla pace. È stato inoltre affrontato il problema della sicurezza alimentare, con l’auspicio che si possa presto garantire l’esportazione dei cereali, soprattutto a favore dei Paesi più a rischio».
«Nella misura in cui il nostro Arcivescovo è chiamato a fare visite e creare contatti per la pace, altrettanto ha senso che noi lo accompagniamo con la preghiera, ogni volta che è necessario – sottolinea monsignor Silvagni -. Ed è stato molto bello questo gesto della recita del Rosario, spontaneo e semplice: c’è stato poco tempo per comunicarlo, ma tutti coloro che hanno saputo e potuto sono venuti nella basilica di San Domenico; e tutti gli altri si sono sicuramente uniti spiritualmente».
Chiara Unguendoli